cena

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Non poteva essere davvero lui, ora avrei chiuso gli occhi e quando li avrei riaperti lui sarebbe sparito. Samuel mi aveva detto che non tornava mai a casa per le vacanze, anzi, aveva detto che non tornava mai, perché ora era tornato, tutte le oche del college erano tornate a casa a fare le finte santarelline? Possibile che non era rimasta neanche una troietta per compiacerlo in questi giorni? Volevo sprofondare.
"A quando pare il signorino Harry quest'anno é tornato, sa, senza di lui questa casa non é piú la stessa" disse sorridendo, un sorriso sincero, quasi paterno che gli illuminó gli occhi di gioia. Possibile che queste persone adorassero Harry?!
Scesi le scale per tornare all'ingresso seguendo Alan che voleva assolutamente scendere a salutarlo, glielo leggevo negli occhi.
"Ecco la mia donna preferita" disse Harry abbracciando sorridente la donna paffuta di molto più bassa di lui. Poche volte vedevo quel sorriso sincero in lui, un sorriso che non parlava di malizia ma solo di serenitá.
"Signorino Harry" disse Alan sorridendo porgendogli la mano. Il riccio lo guardò storto per un secondo e poi lo abbracció calorosamente.
"Alan, così tanto tempo che non mi vedi e vuoi stringermi la mano?" Gli chiese scherzoso.
"Mi scusi" fece Alan visibilmente imbarazzato.
"Alan" lo ammonì lui guardandolo torvo, probabilmente non gradiva tutte queste formalità.
Stavo per tornarmene veloce in camera per non essere notata quando la su voce mi bloccó di colpo.
"E chi abbiamo qui? Pulcino" disse con quella voce bassa che mi stava gia mandando in ebollizione.
"Vi conoscete?" Chiese Alan guardandoci stupito.
"Vanno nello stesso college" spiegò Olivia prima che uno di noi due potesse parlare.
"E come sai queste cose Olly" chiese Harry fissando me.
"Me le ha dette la signorina Chris, avete molte cose in comune" disse sorridendo.
"É dal suo primo giorno di college che cerco di dirglielo" disse Harry maliziosamente.
"Noi non abbiamo niente in comune" sputai nella sua direzione.
"E smettila di chiamarmi Pulcino, visto che non so neanche cosa significa"
"Ti ho detto che dipende da te se lo scoprirai o meno e se continui cosí non lo saprai mai" disse lui in tono duro.
"E poi che ci fai tu qui" dissi nel suo stesso tono.
"Potrei farti la stessa domanda" disse guardandomi malissimo.
Si stava prospettando uno splendido soggiorno a casa Nave.
"Mi ha invitato Samuel, lo sai benissimo visto che mi stavi supplicando di non venire" dissi per poi pentirmene subito visto che non eravamo soli ma avevo la netta sensazione che di loro mi sarei potuta fidare.
"Beh si dia il caso che questa sia anche casa mia quindi posso venire quando voglio" disse furioso.
"Ma se non torni mai" dissi sprezzante facendolo infuriare.
"Questi non sono affari tuoi" strilló sbattendo la porta d'ingresso e dirigendosi a grandi passi verso il retro della casa.

"Ho sentito delle urla" si precipitò giu dalle scale Samuel.
Si alla buon ora principe azzurro.
"C'é Harry!" Dissi come risposta più che esauriente mentre risalivo le scale per chiudermi nella camera a disfare la piccola valigia.

"Signorina posso entrare?" La voce di Olivia era timida, mi dispiaceva che aveva dovuto assistera alla discussione di prima.
"Certo Olivia" dissi sedendomi sul grande letto.
"Può chiamarmi Olly se vuole, di solito lo fa solo il signorino Harry perché nessun altro vuole ma lei é diversa, penso che per lei non ci siano problemi a chiamarmi così" disse entrando con degli asciugamani bianchi tra le mani.
"Va bene Olly" dissi provocandole un gran sorriso.
"Senta signorina le posso dire una cosa se mi posso permettere?"
Sembrava imbarazzata e continuava a tormentarsi il grembiule.
"Va bene siediti" dissi e lei accettò immediatamente. Il suo sguardo era triste e imbarazzato e non sapevo di cosa voleva parlarmi.
"Il signorino Harry ha un carattere complicato, ha sofferto molto e ha issato molte barriere per non far avvicinare nessuno, solo in pochi" disse tormentandosi le mani.
"Tu sei una di quelle persone" dissi sorridendo leggermente, lo vedevo dal sorriso che aveva che Olly era molto importante per lui.
"Posso ritenermi una persona fortunata" disse sorridendo più a se stessa che a me.
"Anche lei é importante per lui, l'ho notato dal modo in cui l'ha guardata e da come si é arrabbiato con lei" disse rossa in viso.
"Ti sbagli, ci comportiamo sempre così, litighiamo di continuo per cose stupide e poi ci puó essere un periodo di tregua ma non dura più di un giorno" dissi onestamente.
"E poi la chiama Pulcino" fece.
"É uno stupido soprannome che mi ha dato la prima volta che ci siamo visti, nulla di che, non so neanche cosa significa" dissi alzando le spalle.
"Significa molto" disse lei.
"Non posso dirle altro perché il signorino vuole che lei sia pronta ma quando lo saprà capirà il perché" disse uscendo velocemente dalla porta lasciandomi li in preda ai miei dubbi.

Insegnami Ad AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora