viaggio

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I suoi occhi erano spalancati mentre respirava a fatica guardando fisso davanti a se.
"Harry" sussurrai impaurita. Non avevo mai visto una cosa del genere, un espressione di puro terrore.
Si voltó di scatto guardandomi negli occhi e pietrificandomi. Cosa lo spaventava tanto?
"Sei qui" sussurró sfiorandomi la guancia, il suo tocco era delicato, appena percettibile ma provocó in me milioni di brividi in tutto il corpo.
"Si, sono qui" sussurrai cercando di confortarlo continuandolo a guardare negli occhi.
Senza nessun preavviso si gettò sulle mie labbra disperatamente come per costatare se realmente io ero li, le sue labbra morbide danzavano insieme alle mie in un bacio disperato, in un bacio di speranza.
"Sei davvero qui" disse spostandosi leggermente dalle mie labbra.
"Si Harry te l ho detto" dissi guardando il sollievo spuntare nei suoi occhi mentre dolcemente mi sorrideva.

Si infiló di nuovo sotto le coperte ma sta volta si accoccoló vicino a me senza dire niente, e io non mi lamentai, avrebbe avuto un altro incubo altrimenti e non avrei dopportato un altro sguardo del genere, non avrei sopportato di vederlo ancora in quello stato.
"Cos'hai sogniato?" Chiesi debolmente accarezzandogli i morbidi riccioli.
"Cosa ho detto?" Chiese tirandosi su di nuovo e guardandomi con paura.
"Harry" sussurrai io per calmarlo poggiandogli la mano sul braccio ma lui si divincoló.
"Cosa ho detto?" Chiese a voce più alta.
"Hai farfugliato molte volte non prendetela e poi hai urlato mamma, ma cosa significa?" Chiesi ancora inpauruta, il suo tono di voce mi spaventava da morire.
"Vai via" sussurrò terrorizzato. Perché aveva cosí paura, non l'avrei detto a nessuno, aveva paura di questo? Non si fidava di me?
"Harry" lo richiamai
"Ho detto vattene!" alzó la voce senza neanche guardarmi.
"Bene" dissi sprezzante alzandomi e precipitandomi fuori. Se non si fidava di me allora poteva benissimo andarsene al diavolo.
Mi infilai immediatamente in macchina perché fuori si moriva di freddo e, con la musica a palla per sovrastare il flusso di pensieri, tornai in stanza.

Ormai ero arrivata e sotto la doccia calda, visto che il freddo mi si era annidato dentro le ossa, non potevo fare a meno di pensare.

Quel grandissimo stronzo che non era altro, prima mi dice che se ci sono io non fa gli incubi, fa tutto il carino e poi? Poi mi caccia via come se fossi uno zerbino, ma chi si crede di essere quel presuntuoso. Puó anche continuare a fare quei maledettissimi incubi de vuole io non lo fermeró.

continuai a sbranarlo mentalmente anche mentre mi mettevo a letto e piano piano mi addormenavo.

"Chris, cosa hai messo in questa valigia? L'aria?" Chiede Elonor tirando su e giù la mia valigia.
"El smettila, c'é tutto ciò che mi serve" dissi esasperata visto che era ormai da due giorni che si lamentava, forse perché la sua pesava minimo ciento kg e la mia neanche la metà.
"Sicura che non voi tornare a casa per il ringraziamento?" Mi chiese tristemente.
"No El, non li voglio piú vedere, mi dispiace solo per Middi, quindi se la vedi salutamela e digli che mi manca tanto" sorrisi.
"Sará fatto" disse abbracciandomi stretta.
"Farai la brava?" Mi chiese.
"Io sono brava" risposi facendole l'occhiolino.
"Piuttosto tu! Promettimi che non tirerai un tacchino sulla finestra di casa mia!" Dissi seriamente, lei era una di quelle persone che farebbe una cosa del genere ed era meglio ammonirla prima.
"Promesso" disse titubante scoppiando a ridere.
"Ora devo andare se no non arrivo più" disse trascinando la valigia vicino alla porta.
"Va bene"
L'accomagnai alla macchina et rimasi a guardarla mentre si allontanava.

Rimasi sola nella stanza per altre due ore mentre aspettavo che Samuel mi venisse a prendere.

Non avevo più parlato con Harry dalla sera del sogno, lo vedevo ogni tanto in giro sempre con delle ragazze al seguito ma troppo spesso con quell'oca che si era portato sulla neve, Lavanda se non sbaglio. E poi che nome é Lavanda? Una pianta? Quella ragazza non la sopportavo per niente, peggio di tutte le altre in minigonna a fine novembre; loro in minigonna e io con i maglioni extra large, forse c'era un po di differenza.
Il fatto era, peró, che non ero riuscita a togliermi dalla testa l'immagine di lui in preda al panico che si svegliava urlando. Chissá da quant'era che aveva quegli incubi? Chissà se qualcun altro lo sapeva? Chissà se Samuel lo sapeva? Chissá, chissà, chissà...

Troppe domande per una sola testa, dovevo iniziare a pensare alle cose più elementari, dovrei iniziare a pensare a Samuel, lui é un ragazzo d'oro, è bello, intelligiente, brillante e mi vuole bene e io continuo a tormentarmi con queste stupide domande. Continuo a tormentarmi con quei due occhi brillanti e quei morbidi ricci, per non parlare poi delle labbra e del sorriso...
Dio Chris ti ascolti?! Basta dovevo pensare ad altro.

"Chris scendi!" Strilló Samuel entusiasta al telefono. Erano giorni che non faceva altro che sorridere come un ebete mentre a me veniva solo la nausea. Avrei conosciuto i suoi genitorni e mi stavo sentendo male.
"Cos'hai?" Mi chiese appena entrata in auto perché avevo probabilmente la faccia bianca come un lenzuolo.
"No, niente tranquillo vai" dissi cercando di sembrare più naturale possibile.
Nella mia mente passavano dialoghi immaginari con i suoi genitori, uno più disastroso dell'altro, mentre Samuel tranquillo cantava le canzoni che passavano alla radio irritandomi leggermente.

"Sono contentissimo!" Disse dopo un ora di viaggio per lo più silenzioso.
"Per cosa?"
"Perché hai accettato!"
"Volevo assolutamente che accettassi, a mia madre piacerai tantissimo" disse sorridendo senza peró guardarmi, per fortuna perché ero sbiancata di nuovo.
"Si può cambiare argomento per favore?" Chiesi
"Perchè non sei contenta di venire?"
Chiese per la prima volta triste da quando gli avevo detto di si.
"Certo che sono contenta é solo che sono nervosa" dissi con un filo di voce.
"Non devi essere nervosa, stai tranquilla, andrá tutto per il meglio!"
Gli sorrisi rassicurante ma non ero per niente convinta, avevo la sensazione che qualcosa sarebbe andato storto...

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