Appuntamento

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"Ancora non aprirli" Mi sussurró all'orecchio. Il suo fiato caldo mi solleticó il collo e io rabbrividì.
Sorrisi annuendo. Mentre lui mi toglieva la benda io strinsi gli occhi per togliermi la tentazione di guardare.
" Apri." Fece prendendomi la mano, era una sensazione rassicurante la mia mano nella sua.
"Wow." Era uno spettacolo davvero magnifico, eravamo in un parco e un tavolo di legno era apperecchiato a opera d'arte per due persone. Tovaglia a quadri bianchi e rossi, due bicchieri per ciascuno e lo stesso numero di coltelli e forchette, tovaglioli di stoffa e piatti da servizio, era tutto così bello da togliere il fiato.
"Dopo di te." Disse facendomi passare e scostandomi la sedia per farmi sedere, un vero cavaliere.
"É tutto magnifico" dissicontinuando a guardarmi intorno. Eravamo circondati da alberi carichi di lucine che illuminavano tutto ció che ci circondava ma solo entro un certo limite lasciando così un alone di oscurità a girarci intorno.
La cena ci fu servita da dei camerieri in giacca e papillon.
"É tutto cosí perfetto ed elegante" dissi guardandolo negli occhi.
"Questo ed altro per la ragazza piú bella del mondo" mi disse prendendomi la mano.
La cena era davvero buonissima e noi ridemmo e scherzammo tutto il tempo, era davvero simpatico, affascinante e brillante, era davvero perfetto.
"Stavo pensando" dissi appoggiandomi allo schienale della sedia.
"Ma per quanto io mi sforzi non riesco a trovarti un difetto" sorrisi.
"Forse non ne ho" ammiccó lui mettendosi più comodo.
"Tutti ne abbiamo almeno uno, qualé il tuo?" Dissi guardandolo come per cercare di capire quale fosse dal suo aspetto.
"E il tuo? qual'é il tuo difetto?" Disse scritandomi per bene sorridendo.
"Non girare la frittata, stavamo arlando di te!" Lo ammonii.
"Beccato!" Alzò le mani.
"Allora, vediamo un pò..." dissi grattandomi il mento con fare intellettuale.
"Fumi?"
"No"
"Ti droghi?"
"Certo che no! Ma cosa ti salta in mente?!"
"Domandare é lecito... sei mai stato in prigione?"
"Mai"
"Genere di film preferito?"
"Amo un po tutti i generi"
"Musica?"
"Odio il metal"
"Vedi! Non ne trovo neanche uno!" Protestai.
"Aspetta ci sono, illuminazione, ultima domanda" dissi.
"Sci o snowboard?" Chiesi speranzosa.
"Mi dispiace deluderti ma nessuno dei due, io non vado sulla neve" Disse sconsolato. Trovato il suo difetto! Come poteva non andare sulla neve! Folle.
"Trovato!" Dissi io.
"Ed è peggio di quanto pensassi! Come hai fatto tutto questo tempo! Ti dovró insegnare" dissi fingendomi spazientita.
"Maestra" mi apostrofó lui ridendo.
Poi si alzò e girò intorno al tavolo per porgermi la mano per farmi alzare.
"Dove andiamo?" Chiesi
"Facciamo una passeggiata" sorrise. Aveva davvero un bel sorriso, rassicurante,con due file di perfetti denti bianchissimi.
"Andiamo a vedere le lucciole" sorrise con gli ochi che brillavano per l'eccitazione.
Correvamo verso il buio del bosco e addentrandoci ancora di piú fin quando non arrivammo in uno slargo dove non c erano alberi.
"Guardati intorno" sussurró lui al mio orecchio provocando forti brividi.
Iniziai a girare su me stessa e piano piano piccole luci iniziarono a comparire intorno a noi, erano stupende, lucine sul giallo che giravano intorno a noi creando disegni spettacolari.
" é spetttcolare" dissi girando intorno come una bambina.
Continuavo a girare quando due braccia forti mi bloccarono, da bambina mi ritrovai di nuovo ragazza diciottenne quando due occhi color nocciola si piantarono nei miei infuocati. Mi strinse a se senza staccare gli occhi dai miei. Ci avvicinammo lentamente l uno all altra, era tutto perfetto come in un film... ma la vita non é un film e proprio mentre le nostre labbra stavano per sfiorarsi ecco il mio telefono che inizia a squillare. Going under degli evanescence riempí il silenzio della notte costringendoci a separarci. Lessi il displey, Eleonor.
"Spero per te che sia successo qualcosa di grave" dissi praticamente furiosa al telefono.
"Chris oddio per fortuna mi hai risposto" disse lei con una strana voce al telefono.
"Cosa succede?" Chiesi un po preoccupata.
"Harry!" esclamò lei in preda al panico quando dal telefono sentii un rumore di vetri infranti.
"Cosa ha fatto?" Chiesi molto preoccupata questa volta.
"É impazzito Chirs! Ha saputo che tu sei uscita con Samuel e prima ha iniziato a bere, ha bevuto un intera bottiglia di chissà quale alcolico e ora é impazzito, sta spaccando tutto e continua a chiamarti, beh chiama Pulcino ma sei tu pulcino, chris ti prego vieni qui, i ragazzi non riescono a fermarlo, sai che non ti chiamerei se non fosse grave, ti prego." Era sconvolta e lo sentivo e io ero ifuriata perché anche se non c era Harry riusciva a rovinare tutto.
" sto arrivando" dissi irritata.
" cosa succede?" mi chiese Samuel da dietro le spalle.
"Dobbiamo andare ri spiegheró tutto dopo, mi dispiace davvero" dissi cercando di restare più calma possibile mentre il nervosismo mi divorava da dentro.
Salimmo di corsa in macchina cosí iniziai a spiegare.
"Harry, quel fottutissimo Stronzo io lo ammazzo" dissi furiosa.
"Cosa é successo?" Disse calmo, non sembrava che fosse scocciato, meno male, speravo sarebbe stato più comprensivo di me.
"Proprio oggi doveva ubbriacarsi da far schifo per chissà quale assurdo motivo e distruggere la confraternita" ero davvero furiosa con lui, avrei potuto ucciderlo.
"Tranquilla riprenderemo la nostra serata un altra volta" mi sorrise affettuoso posandomi dolcemente una mano sulla coscia. Andammo diretti alla casa e prima di entrare mi prese per mano.
"Dov é?" Sentivo gridare dall altra stanza mentre vedevo pezzi di vetro per tutta casa.
Entrai nella stanza da dove provenivano le voci, la scena che mi saltò agli occhi era penosa, c era Harry che non riusciva neanche a tenersi in piedi che farfugiava parole senza senso e cercava di andare chissà dove, mentre tutti gli altri cercavano di tenrlo e Eleonor guarda va la scena da un angolo senza sapere che fare, per terra c erano tanti frammenti di vetro del vaso che solitamente era nell angolo e che ora era sparito. Apena aprimmo la port tutti ci fissarono compreso Harry e il suo sguardo si posó poi sulle nostre mari ancora legate insieme, d'istinto la lasciai lui sorrire e piantò i suoi occhi vacui nei miei mandandomi in confusione

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