imbarazzo.

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Dovrebbero vietare di fare chiamate prima dell'una e mezza.
Il cellulare non la smetteva piú di suonare e io avevo ancora troppo sonno per svegliarmi.
"Dio Chris se il tuo telefono suona di nuovo giuro che lo scaravento dalla finestra" disse Eleonor ancora con gli occhi chiusi.
"Ti prego fallo" risposi scoprendomi.
Quello sbalzo di temperatura mi fece odiare ancora di più la persona che probabilmente non aveva nulla da fare visto che stava rompendo a me.
Guardai lo schermo e alzai gli occhi al cielo quando lessi il nome di Samuel.
"Ehi Sam" risposi falsamente allegra.
"Chrissy" disse entusiasta lui. Come si faceva ad essere cosí felici alle.... undici?! Erano davvero le undici?! Avevo dormito tantissimo.
"Senti" continuó.
"Ho chiamato per chiederti se volevi fare un giro con me questo pomeriggio" chiese raggiante.
"Ehm... si va bene!" Dissi.
"Allora perfetto ci sentiamo dopo"
"A dopo"
Aveva davvero continuato a chiamare insistentemente per chiedermi di uscire quel pomeriggio?! Fissavo il vuoto incapace di recepire davvero quello che aveva fatto, poteva benissimo mandarmi un messaggio. Rinunciai a capire e mi ributtai sul letto a peso morto.
"Spero per te che abbia avuto un buon motivo per chiamare" borbottó la mia amica morente.
"Stai zitta per favore" borbottai di rimando.
Ci alzammo mezz'ora dopo completamente in coma farmacologico e giravamo per la stanza senza sapere realmente cosa fare.
"Dovremmo prenderci una casa, tipo la caverna, solo che più piccola" borbottò Eleonor.
"Si con quali soldi?" Chiesi sorridendole.
"Chiedi alla tua mammina, sicuramente ci farà un prestito" disse lei ridacchiando.
"Certo, siccome non la sento da quando sono venuta qui, ignorando le sue chiamate, i suoi messaggi e i suoi segnali di fumo sicuramente mi farà un prestito, soprattutto per il fatto che non le ho neanche detto dove sarei andata al college" risi.
"Inizierebbe ad urlare come un isterica" rise di gusto.
"Si!! Come quella volta che mi sono comprata quelle scarpe con il tacco per andare alla festa di Simon" risi al ricordo.
Era la sua festa di compleanno e dovevamo andare vestiti eleganti. Mia mamma disapprovava categoricamente le scarpe con il tacco troppo alto perché ritenute da lei 'volgari'. Eleonor mi aveva convinta a comprarne un paio per quella festa, erano davvero stupende ma quando rientrai a casa mamma si mise ad urlare come un isterica vietandomi di usarle. Si mise a parlare di pudore, di volgarità, di soldi, per un paio di scarpe costate venti euro, lei che ne spendeva minimo cinquanta di parrucchiere. Litigammo e io gli urlai contro che non me ne fregava niente di quello che pensava lei o di quello che pensavano gli altri e ovviamente di nascosto andai alla festa con quei tacchi anche se con un senso di colpa che mi divorava completamente.
" ti ha fatto davvero una sfuriata isterica quel giorno, l ho sentita io nella casa accanto" rise cosí forte che quasi le uscivano le lacrime dagli occhi.
"Cosa sono quegli aggeggi dell inferno!!" Urlai io cercando di imitare la voce di mia madre facendo ridere ancora di più Eleonor che ormai rotolava per terra.
Aveva sempre trovato divertenti le urla di mia madre mentre io ne ero intimorita, ne sentivo il peso, sentivo il senso di colpa aumentare ogni volta che li deludevo e non riuscivo a riderci sopra. Solo dopo mi sono accorta di quanto in realtá io non stessi vivendo.

" cosa voleva Samuel prima?" Mi chiese cambiando argomento e strappandomi dai miei pensieri.
"Se te lo dico non ci credi"
"Daii"
"Mi ha chiesto se potevamo uscire insieme pomeriggio."
"No, io lo uccido, ti ha chiamato tutte quelle volte e mi ha svegliata solo per questo?" Strilló sconvolta.
"Stai zitta guarda che lo uccideró io con le mie mani" dissi seria.
"Se non lo fa prima Harry!" Rise lei.
Harry? Che c entrava ora Harry! Possibile che ogni volta spuntava fuori senza preavviso?! Lo odiavo.
"Che c'entra ora?" Chiesi.
"Dai Chris se ne sono accorti tutti che se solo potesse ucciderebbe tutti quelli che ti guardano" disse lei come se fosse una cosa ovvia, ma non lo era perché non era vero, c'eravamo baciati una volta e lui neanche se lo ricordava, non faceva altro che infastidirmi solo perché così si diverte.
"Non é vero! Deve solo darmi fastidio" dissi io sicura.
"Sei davvero cieca, dovresti usare un paio di occhiali perché si vede lontano un miglio" disse lei convinta.
"Mi ha detto che sto benissimo insieme a Samuel perché dovrebbe ucciderlo?!" Quello che diceva non avzeva minimamente senso.
"Senti Chris, lascia perdere, fa come se io non ti avessi niente, tanto hai i paraocchi e non riesci a vedere quello che c'é intorno a te." Disse lei leggermente innervosita. Perché ora si innervosiva tanto!.
"Meglio" dissi io ma non convinta, ci volevo vedere piú chiaro. Aveva detto che avevo il paraocchi e non riuscivo a guardarmi intorno, li avrei levati per vedere quello che c'é cosí potevo dimostrargli che ciò che diceva era una totale stronzata.

"Chris sei pronta? Scendi?" Mi disse Sam al cellulare. Scesi subito dopo perché ero gia pronta. Avevo un paio di jeans, un maglione, un giaccone pesante e una sciarpa. Il succhiotto di Harry era gia sparito ma per sicurezza coprii la parte con il fondotinta.
Samuel era in macchina ad aspettarmi e appana salii partimmo immediatamente. Aveva un paio di jeans e un maglioncino blu, i capelli in ordine e gli occhi color nocciola che riflttevano il sorriso suelle sue labbra.
Era contento di vedermi, come sempre.
"Sei bellissima" mi disse come saluto schioccandomi un bacio sulle labbra.
"Dove stiamo andando?" Chiesi curiosa.
"Sorpresa ti piacerà" sorrise.
"Odio le sorprese" mi imbronciai incrociando le braccia al petto.
"Daii, resisti" rise.

Il tragitto fu molto silenzioso, ma non un silenzio imbarazzante, solo silenzio.
"Arrivati!" Disse parcheggiando davanti ad un grande parco.
"Wow" dissi d'instinto. Il prato era tutto innevato, come del resto gli alberi dai quali scendevano piccoli ghiaccioli. Il laghetto che si intravedeva era completamente ghiacciato e rendeva tutto più bello.
Mi sembrava di essere a natale, la festa che adoravo di più al mondo, non tanto per i regali ma per l'atmosfera, per le luci, i colori, l'allegria, il camino acceso, il pranzo di Natale, tutto sembrava più bello.
"Ti piace il posto?" Mi chiese prendendomi la mano.
"Si é stupendo!" Dissi entusiasta guardandomi intorno con gli occhi che brillavano dall eccitazione.
"Facciamo una passeggiata" mi disse iniziando a camminare.
Passeggiammo guardando il panorama innevato e parlando di cioé che avremmo fatto nella vita o come ci immaginavamo la nostra vita futura. Era un tasto dolente per me perché tutto il futuro che mi ero pianificata era sparito in un soffio e mi ero ritrovata a dover decidere tutto da capo ma cercai di non darlo a vedere e specialmente di non parlare dell'operazione.

"Mia madre non vede l'ora di conoscerti" disse spezzando il silenzio che si stava creando. Oddio, avevo acconsentito a passare il ringraziamento dai suoi! Me ne ero completamente dimenticata! Stupida me e la mia testa e stupido Harry che mi ha messo in questa situazione.
"Anche io!" Dissi cercando di apparire più entusiasta possibile.
"So che magari puó innervosirti la situazione ma devi stare tranquilla, ti adoreranno" disse stringendomi la mano.
Ma non ci dovevamo mica sposare! Oddio in che guaio mi ero cacciata!!.
"Direi che é meglio andare" sussurrai vedendo il buio farsi strada tra la luce.

"Arrivati" sussurró lui leggermente triste. Cos'aveva?
"Cos'hai?" Chiesi dubbiosa.
"Vorrei stare piú tempo con te" sussurró.
"Siamo stati insieme tutto il pomeriggio e mi sono diverita" disse cercando di tirargli su il morale.
"Si anche io mi sono divertito e questo e il punto, quando sto con te sto sempre bene" disse triste.
Non sapevo cosa dire, cosa si diceva in questi casi? Ma non feci in tempo a rispondere a quelle domande che si fiondò sulle mie labbra, un bacio troppo rude per potermi piacere, un bacio che serviva a dar piacere solo ad una persona. Si staccó dalle mie labbra percorrendo con piccoli baci io mio collo. No, non doveva andare così la serata, non voglio deve spostarsi.
"Sam" sussurrai leggermente ma lui non sembrava aver capito.
"Samuel smettila per favore" dissi leggermente più forte e a quelle parole si staccó completamente sedendosi composto sul sedile del conducente.
"Scusami" disse davvero dispiaciuto.
" tranquillo, ma io vorrei andare con calma, sai, non sono una di quelle ragazze..."
" lo so, per questo scusami, non succederá più" sorrise tristemente.
"Perfetto" gli sorrisi stampandogli un bacio sulle labbra e uscendo dalla macchina per dirigermi della mia stanza.

"El sono tornata!" Urlai girando la chiave nella porta.
"Non sai Samuel cosa mi ha fatto!" Strillai ancora entrando ma nella stanza non c'era solo la mia migliore amica.
...

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