𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 25

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Lola

Mi guardai allo specchio per l'ennesima volta in un minuto. 

E se non piaccio agli altri? E se parlo troppo? E se non sono abbastanza magra?

Sin dal momento in cui iniziai ad osservare la mia figura allo specchio, la vocina che mi torturava ogni volta stava ripetendo in loop quelle domande.

«E basta!» esclamai a me stessa, cercando di cessare quegli stupidi pensieri.

Dopo essermi calmata, scesi al piano di sotto ancora in pigiama, dove trovai mia nonna e mio fratello a fare colazione. 

«Buon giorno tesoro!» Nonna Isabel mi accolse con il suo sorriso dolce, che riusciva a rendermi di buon umore ogni volta.

«Nonna, che ci fai qui?» le chiesi, ricambiando il sorriso.

«Dan mi ha detto che vostro padre non c'è, così sono venuta a farvi compagnia. Sai che non mi piace lascarvi da soli» disse, mentre puliva i piatti sporchi.

Non mi sorpresi. In fondo papà non era mai stato presente a causa degli impegni di lavoro; ormai non averlo a casa era diventata un'abitudine.

«Grazie nonna, ma non sei obbligata a farlo, lo sai» le sorrisi, aiutandola a lavare i piatti.

«Ma io non sono obbligata, tesoro. Mi piace passare del tempo con i miei nipotini preferiti» mi lasciò un bacio sulla guancia.

Nonna Isabel, al contrario di nostro padre, era sempre stata presente.

Non ho mai conosciuto la mia vera mamma; aveva fatto una sveltina con mio padre, da ubriaca, e dopo aver scoperto di essere incinta di me, lasciò papà, incolpandolo di averla ingravidata. Lui allora si ritrovò da solo, con una bambina di pochi mesi in braccio. 

Nonna Isabel lo aveva aiutato fin da subito, per me era come una seconda madre; le volevo un bene inimmaginabile. Dan invece, era frutto di una delle tante compagne che aveva avuto papà. Ogni tanto passava il weekend da lei, ma preferiva stare a casa di nostro padre, con me.

«Ti voglio bene, Nonna» la abbracciai.

«Anche io, tesoro» mi disse. «Vuoi qualcosa da mangiare, cara?» mi chiese, sciogliendo quel caloroso abbraccio.

Abbassai lo sguardo verso la mia pancia. «No grazie, non ho molta fame» sfoggiai il mio sorriso più falso. 

La verità era che stavo morendo di fame. 

Mangi troppo, non ti lamentare se poi ingrassi!

Di nuovo quella vocina fastidiosa.

«Buon tentativo di mentire, tesoro. Si sente da come la tua pancia brontola che hai fame. E anche tanta» ridacchiò. «Quando hai mangiato l'ultima volta?» improvvisamente il suo tono diventò preoccupato.

«Ieri mattina» confessai, a testa bassa.

Fece per die qualcosa, ma la bloccai. «So perfettamente cosa stai per dire, nonna. Sta mattina mi sono guardata allo specchio; sto prendendo troppo peso e le mie guance sono gonfie, non posso permettermi di prendere qualche chilo in più» mi lamentai.

Lei allora mi prese per un braccio e mi condusse in bagno, senza aprire bocca. 

«Nonna, ma che fai? Non sei mica una serial killer?» scoppiai a ridere.

La nonna chiuse la porta del bagno e mi posizionò davanti allo specchio.

«La vedi?» mi chiese, fissando la mia figura riflessa nello specchio, mentre io guardavo in basso, evitando le mie insicurezze.

𝐓𝐎 𝐇𝐀𝐓𝐄, 𝐓𝐎 𝐋𝐎𝐕𝐄 - 𝐆𝐥𝐢 𝐎𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐒𝐢 𝐀𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨Where stories live. Discover now