𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 13

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Matthew 

Quando avvertii lo sparo della pistola, accelerai tutto di un colpo, assicurandomi che Kylie fosse rimasta salda a me. 

Quando raggiungemmo la prima curva, la moto si inclinò più del dovuto e Kylie si strinse ancora di più a me. Il suo petto aderì perfettamente alla mia schiena e di conseguenza persi del tutto la concentrazione. Walker mi aveva superato.

Basta distrazioni.

«Reggiti bene, Afrodite. Si accelera» la avvertii.

Accelerai di più, approfittando di un'altra curva per superare quel coglione di Walker. Ad ogni curva, la moto si inclinava e la rompipalle si stringeva ancora di più a me, facendomi perdere di nuovo la concentrazione.

Avevo portato tante ragazze alle gare clandestine, ma nessuna di queste mi faceva perdere la concentrazione, che stava succedendo?

Se continua così, sono fottuto.

Avevamo superato Walker di un bel po', ed or la pista era priva di curve, quindi approfittai che Kylie si tenesse stretta a me, e eseguii un impennata con la moto. Kylie allungò un braccio verso l'asfalto della pista, per non perdere l'equilibrio.

«Merda, Matthew!» esclamò.

«Da quando le brave ragazze come te dicono le parolacce?» la presi in giro, continuando ad accelerare.

Lei non rispose, e come una vera caga sotto si strinse così tanto a me che per un attimo mi tolse il respiro.

«Se continui a stringermi così morirò soffocato» esclamai.

Kylie era in procinto di rispondere, ma le curve stavano ricominciando e Walker ci aveva raggiunti.

Accelerai ancora. Dovevo vincere, ma soprattutto, dovevo dimostrare alla rompipalle che ce l'avrei fatta.

Non volevo fare bella figura con lei, semplicemente avevo l'intento di farle capire che con me non si scherzava, e che doveva smetterla di starmi fra i piedi.

Eravamo arrivati alla curva finale. Sapevo che quello era il punto debole di Walker, ma lui non lo fece notare, perché accelerò di più.

Che coglione.

Non mi servì neanche di avvertire Kylie dicendole di tenersi salda a me, perché ormai mi stava quasi soffocando.

Ecco la curva. La ragazza mora seduta dietro Walker si sbilanciò e di conseguenza quest'ultimo rallentò. Non mi feci distrarre da quella scena e accelerai. Il vento mi arrivò addosso facendomi rabbrividire, mentre la moto si iniziò a incurvare, tanto che sentii Kylie diventare più rigida di una roccia.

Ce l'avevo fatta. Ero arrivato alla fine.

Tutti applaudirono al nostro arrivo, appena mi fermai Kylie scese di fretta e furia, come se fosse l'unica cosa che desiderava. Notai che Oliver era in compagnia di Lola; i due stavano applaudendo e urlando di gioia. 

Lola. Lei ha portato qua Kylie.

Mi girai verso di lei. Aveva ancora il casco viola sulla testa, con gli occhi scoperti azzurri, color oceano. Quando fu in procinto si andarsene, mi avvicinai e la presi per i fianchi.  Sapevo che effetto le facevo.

«Che c'è?»

«Non presentarti mai più qua, chiaro?»

«Questo è sicuro. Piuttosto di vederti, mi butto dal tetto di casa mia »

«Allora non starmi fra i piedi»

Lei mi squadrò attentamente. Quello sguardo mi diede l'urto, ma allo stesso tempo avvertii la mia erezione irrigidirsi in un batter d'occhio. Merda.

Quando fece per andarsene di nuovo, io la ribloccai.

«Dimentichi qualcosa, Afrodite» 

«Il casco? Tieni» 

Si tolse il casco viola e me lo allungò, ma io lo respinsi.

«Quello puoi tenertelo»

«E quando saliranno altre ragazze? Non avranno un casco se lo tengo io»  

Lei nel frattempo cercò di allontanarsi ma io, al contrario, la attirai a me.

«Stronzo» bisbigliò.

«Non ci saranno altre ragazze, Afrodite» le sussurrai.

«In che senso?» chiese confusa.

L'arrivo di Walker ci interruppe. Quest'ultimo ci scambiò occhiate poco rassicuranti, ma a me non importava un cazzo.

Lola chiamò Kylie, lasciai le mie mani dai suoi fianchi e lei si allontanò da me. Avevo quasi dimenticato che c'era un intero locale a guardarci.

«Dimentichi ancora qualcosa»  la bloccai ancora.

«Grazie, cretino»

Kylie

«Kyl è stato stupendo!» esclamò Lola, mentre ci avvicinavamo al parcheggio.

 «Non lo farò mai più»

Lei mi fece cenno di salire sullo scooter ma poi mi venne a mente Sarah.

«E Sarah? Dov'è?» chiesi preoccupata. 

«Se ne è andata con Ryan. Volevano discutere in un posto più tranquillo»

Quando finalmente Lola mi portò a casa mi venne in mente Aaron. Me ne ero completamente scordata, dannazione.

Fortunatamente mio padre e mia sorella stavano dormendo, ma la mattina seguente mi sarei comunque dovuta inventare una scusa visto che avevo rassicurato mio padre dicendogli che sarei andata a dormire da un'amica.

Mi feci una doccia veloce, poi mi lanciai nel letto e spensi le luci.

Forse dovevo scrivere a Aaron? 

Pensai a prima, quando stavo per baciare Aaron, ma poi i miei pensieri slittarono verso la frase di Matthew.

"Non ci saranno altre ragazze, Afrodite" ... che voleva dire?

Pensai a quel momento. Quando mi aveva preso in quel modo, davanti a tutti. Dei piccoli brividi percorsero la mia schiena, facendomi sussultare. allo stesso tempo ero confusa però: prima faceva lo stronzo e poi mi trattava come se nulla fosse.

Lo odio.

𝐓𝐎 𝐇𝐀𝐓𝐄, 𝐓𝐎 𝐋𝐎𝐕𝐄 - 𝐆𝐥𝐢 𝐎𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐒𝐢 𝐀𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨Where stories live. Discover now