𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 9

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Kylie

Quando sentì il suo profumo espandersi nella sala iniziai a tremare. La signora Grace portó in tavola il cibo e gli adulti iniziarono a parlare di politica, lavoro e cose varie.

Quel silenzio fra me e Matthew era imbarazzante, quasi assordante.

Io ero nervosa a differenza sua che sembrava troppo tranquillo.
Io non ero una di quelle a cui piaceva stare zitta in momenti come questi, avevo bisogno di parlare, così non riuscì a resistere neanche con uno stronzo davanti.

«Hai intenzione di stare in silenzio e guardarmi come se mi odiassi per tutta la sera?» cercai di non farmi sentire dai genitori anche se loro sembravano impegnati a parlare delle sue faccende di lavoro.

«Sentiamo, Afrodite; tu hai intenzione di rompermi le palle per tutta la sera?»

«Può darsi» risposi sarcastica.

Lui mi squadrò ancora di piú, e a me irritava quello sguardo, quindi feci cadere la sua forchetta a terra per dispetto.

«Ops» ridacchiai sottovoce

Lo stronzo non ci pensò due volte, prese il bicchiere e me lo rovesciò sul vestito, precisamente sul basso ventre, dove il vestito ormai bagnato diventò trasparente e la mia biancheria in bella vista.

«Ops» mi imitò.

Merda.

«Ma sei cretino? Guarda!» cercai di non urlare troppo.

«Mi stai invitando a guardarti le mutande? Se proprio ci tieni...»

«Sei uno stronzo senza pietà!»

Ero arrabbiata, mi urtava il suo comportamento.

Presi un tovagliolo e lo posai nel punto in cui vestito era bagnato. la signora Grace notó che le mie guance si erono arrossate e fra me e Matthew c'era molta tensione.

«Tutto bene Kylie?» mi chiese preoccupata.

«Certo, suo figlio mi ha...» quelle parole mi scivolarono dalla bocca,ma mi bloccai appena sentii una grossa mano piena di anelli sulla mia coscia. Era la mano di Matthew. Rabbrividii.

Ma che sta facendo?

«Kylie?» la voce della signora Grace mi portò alla realtà, ma la mano di Matthew non ne voleva sapere di scrollarsi dalla mia gamba.

«Certo, va tutta alla grande mamma» mentii lui, rassicurando sua madre.

Di nuovo, quella sensazione. Come se perdessi tutti i sensi: non riuscivo ad aprire bocca, avevo brividi da tutte le parti a causa del contatto degli degli anelli freddi sulla mia coscia.

Fortunatamente il telefono della signora Grace suonò e quest'ultima si allontanò.

«Che diavolo stai facendo?» mi liberai dalla sua mano.

«Ti ho bloccata prima che tu potessi dire tutto a mia madre. Vedi com'è facile? Ti basta un tocco e vai in confusione, non apri più bocca, Afrodite»

«Ma smettila, ero in imbarazzo, e tu non dovevi toccarmi»

«Che bambina del cazzo» sputò lui con non curanza.

Per tutto il resto della serata non ci parlammo più. Non volevo parlargli piú.

Quando tornammo a casa non era tardissimo, mi tolsi quel vestito che non mi sarei mai rimessa, e mi fiondai sul letto. Ripensai a prima, a quel contatto che non significava nulla, ma che mi aveva dato quella strana sensazione, poi mi addormentai.

La mattina precedente nei corridoi incontrai di nuovo Aaron.

«Ciao Kylie» mi sorrise.

«Ehi Aaron»

«Come va?»

«Diciamo bene, tu?» mentii.

«Bene, senti...»

«Si?» chiesi curiosa.

«Ho pensato che magari potremmo iniziare a frequentarci, so che non ci conosciamo bene ma possiamo iniziare a vederci. Insomma tu sei carina e anche simpatica. Ovviamente se a te va bene»

Un ragazzo mi ha detto che sono carina? Un ragazzo?!

«Ehm, certo, possiamo provare» cercai di non mostrare troppo la mia felicità, ma dentro di me stavo sclerando di gioia.

Un espressione di sollievo riempì il suo volto, non ero mai stata così felice in vita mia. Presto quella felicità svanì, quando notai che Matthew ci stava fissando con quei due occhi da falco, vuoti di emozione.

Cosa voleva?

La campanella suonò e Aaron mi salutò lasciandomi un bacio sulla guancia.

Okay, Okay, calmiamoci.

Notai Matthew irrigidirsi dall'altra parte del corridoio, e poi avvicinarsi a me.

Io di gran risposta mi voltai, intenta ad andarmene, ma lui mi bloccò il braccio e mi sbattè contro l'armadietto. Cercai di liberarmi ma i suoi riflessi non erano nulla in confronto ai miei, perché mi afferró i fianchi tenendomi ferma.

Devo iscrivermi in palestra e farmi qualche muscolo per occasioni come queste.

«Che cosa vuoi? Lasciami!» esclamai.

«Ti lascio quando ne ho voglia»

«Sei uno stronzo, te lo hanno mai detto?»

Non credo di aver mai pronunciato la parola "stronzo" così tante volte in vita mia.

«Sì. Molte volte. E comunque non sono qui per farmi insultare da una bambina»

«Per cosa? Sentiamo»

«Devi smetterla di stare con quel coglione di Evans»

«Perché?»

«Non è come sembra di essere, conosco un sacco di ragazze che sono state illuse da lui. Sembra dolce ma è tutto un inganno»

«Certo, di tutta la frase ho creduto solo a "conosco un sacco di ragazze"»

«Ma sai cosa? Non devo perdere tempo con le bambine come te. Ti ho avvertita»

«Devi decidere pure chi devo frequentare? Vattene piuttosto»

«È quello che sto facendo» sbottó con il suo tono da stronzo, per poi avvicinarsi a un gruppo di ragazze.

Ovviamente non credevo a lui, era ovvio che lo faceva per fare il figo, e probabilmente era anche invidioso di Aaron.

Di certo non mi farò rovinare un occasione come questa da Matthew Carter.

𝐓𝐎 𝐇𝐀𝐓𝐄, 𝐓𝐎 𝐋𝐎𝐕𝐄 - 𝐆𝐥𝐢 𝐎𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐒𝐢 𝐀𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨Where stories live. Discover now