XIII Io, Lei e Singapore 🇸🇬

36 6 6
                                    

"Camilla, Camilla mi senti?" le urlavo mentre cercavo di svegliarla a suon di schiaffi sul viso.

"Chiamate un dottore" urlò mio padre verso il mare di gente che si era creato intorno a noi.

"Eccomi io sono un dottore" intervenne un signore dalla folla.

"Non capisco, stava bene, poi a un tratto il suo volto è diventato bianco, prima che potesse rispondermi, è svenuta"

Si avvicinò a Camilla e come prima cosa le sentì il respiro, poi i battiti e infine con una luce osservò le sue pupille.

Con uno stetoscopio, che tirò fuori dalla sua borsa in pelle, iniziò ad ascoltare meglio il suo battito.

"La ragazza sta bene, avrà avuto solo un giramento di testa, forse un calo di pressione, portatela in camera e fatela riposare. Non preoccupatevi, comunque quando si sveglierà chiedetele se le gira la testa o ha dolore, perché in quel caso avrà bisogno di una risonanza e di un ospedale"

"Va bene, ci penso io grazie mille" subito la presi tra le mie braccia e insieme a mio padre ci dirigemmo verso la mia camera.

Il dottore si rivolse verso di noi ed aggiunse "Questo è il mio numero di telefono, per qualsiasi cosa alloggerò in questo hotel per un pò di giorni, quindi non esitate a contattarmi"

"Grazie mille"

Entrati in ascensore, mio padre non aiutava a calmare la tensione. "Stephan sei sicuro che sia stata la scelta giusta farla venire con te? Sai come sono queste malattie, non fa bene stancarsi così tanto"

"E' proprio perché conosco queste malattie e ho imparato a conoscere lei che le ho chiesto di venire insieme a me" gli risposi a labbra strette e fissando le porte dell'ascensore.

Arrivati in camera, con molta delicatezza la appoggia sul mio letto e vidi subito che iniziava a svegliarsi.

"Cami, mi senti?" le ripetei nuovamente.

"Mmh ma che succede?" mi domandò ad occhi socchiusi e sguardo confuso.

"Niente di grave, senti ti gira la testa o hai male da qualche parte?"

"No, però non mi ricordo nulla di quanto accaduto, ma adesso dove sono?"

"Sei nella mia camera, ci hai fatto prendere un grande spavento"

"Mi dispiace, non so cosa sia successo, all'improvviso si è fatto tutto buio e..."

"L'importante è che tu stia bene, adesso riposati, io devo fare alcuni giri, ci vediamo dopo, va bene?"

"Guarda che io non sono venuta fino a Singapore per stare a letto, voglio uscire, visitare, esplorare..."

"Cami non credo che sia il caso, il dottore ha detto..."

"Quale dottore?"

"Quello che ci ha aiutato di sotto nella hall dell'albergo"

"Sono svenuta nell'atrio di un Hotel davanti a tutte quelle persone?"

"Senti, non è questo quello che conta, la cosa più importante è la tua salute e che tu stia bene"

"Parli come i miei genitori, da quando sei così saggio e apprensivo?"

"Da quando una certa persona è cascata come una pera su un tappeto di migliaia di dollari"

"Adesso ti riconosco!" esclamò mentre cercava di scendere dal letto ed io di aiutarla.

"Tanto ho capito che è inutile contraddirti, che ne dici se vieni con me e dopo i giri che devo fare per lavoro, ti porto a visitare alcuni dei posti migliori di Singapore?"

A una Vita da TeWhere stories live. Discover now