VII Io, Lui e La Gara♤(Parte 2)

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"Ma che cavolo stavi guardando?" mi chiese mentre si girò a guardare dietro di lui in cerca di qualcosa.
"Nulla, te invece che mi racconti?"
"Non puoi capire, Ibra mi ha firmato questa maglietta, poi ci siamo fatti una foto, ho fatto una foto anche con il mio cantante preferito, poi ho conosciuto un ragazzo anche lui è di Milano, è stato fantastico!" esclamò entusiasta.
"Sono davvero felice che tu ti stia divertendo così tanto, cavolo è quasi ora per l'ultima sessione di prove libere, andiamo?" gli proposi guardando l'orario sul telefono.
"Si dai corriamo"
"Aspetta un minuto, rispondo alle mie amiche e ad Andrea, poi possiamo andare"
Gli dovevo assolutamente raccontare tutto quello che era accaduto.
Ero così concentrata sui miei pensieri e nel capire cosa realmente stesse accadendo, che non avevo avuto tempo di raccontargli nulla, chiedere a loro un consiglio.
Erano stati giorni frenetici, a tratti inaspettati, immaginavo che mi sarei annoiata da morire durante quei giorni a vedere uno sport a me sconosciuto e a conoscere personaggi famosi, invece mi ero dovuta ricredere su tutto.
Ovviamente mio fratello fremeva dalla voglia di vedere la gara.
"Dai andiamo gli scrivi dopo..."

"Si va bene" gli risposi sbuffando.
Eh io che pensavo che nei giorni scorsi ci fosse stata tanta gente! C'erano telecamere e giornalisti ovunque, le modelle si erano triplicate, infatti mio fratello non sapeva dove guardare prima.
Qualsiasi personaggio famoso italiano e non, era presente, da calciatori ad attori holliwoodiani, c'era anche George clooney, mia madre avrebbe ucciso per una foto con lui.
Di fianco a me c'era un muretto, decisi quindi di salire e di ammirare quello spettacolo, l'atmosfera era indescrivibile, aveva ragione mio fratello nel dire che almeno una volta nella vita bisogna assistervi.
Erano tutti vestiti di rosso con in mano bandiere della Ferrari che si alternavano con quelle dell'Italia, dai maxi schermi inquadravano gente che era seduta in ogni dove, anche nei punti più sperduti del circuito, se lanciavi uno spillo non credo sarebbe riuscito mai a toccare terra, era uno spettacolo magnifico, non avevo mai visto una cosa del genere. C'era un'atmosfera unica, elettrica, ma allo stesso tempo anche pò ansiosa.
Da lì assistemmo alle prove libere e ad una gara di auto, poiché rinunciammo a procedere visto la mole di gente.
Ad un certo punto una banda insieme ad alcune cariche di stato arrivarono sul circuito insieme ad una donna, interamente vestita di rosso, che si posizionò al centro del circuito con di fronte una fila ordinata orizzontalmente formata da soli piloti.
Iniziò a cantare l'inno italiano e, alla sua conclusione come d'incanto sopra alle nostre teste, comparvero le frecce tricolore.

Cercammo di attraversare quel mare di gente nel modo più veloce possibile, ma fu davvero dura, infatti arrivammo in ritardo di quasi un'ora.
"Ragazzi ma dove eravate finiti?"

"Scusaci Silvia, ma è impossibile camminare e a tratti respirare in questo posto"
"Sedetevi lì, quelli sono i vostri posti riservati"

Davanti al box insieme a Silvia c'era a Natalia, in tutta la sua bellezza ed

altezza, era infatti impossibile da non vedere.

"Ehi ragazzi, come state? Spero vi stiate divertendo, Stephan mi ha

detto che oggi avreste assistito alla gara direttamente da qui, che bello

almeno avremo la possibilità di conoscerci meglio e di tifare Stephan

tutti insieme" ci accolse Natalia.

Non solo era fisicamente perfetta, ma era anche maledettamente dolce,

educata e simpatica, praticamente una donna ideale.

"Si ancora non ci posso credere, anche noi non vediamo l'ora di

assistere alla gara tutti insieme" gli rispose mio fratello con gli occhi a

cuoricino.

"Ma oggi è il vostro ultimo giorno?"

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