IX Io, Lui e Andrea

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Erano passati due giorni da quando ero tornata a casa dai miei genitori ed ancora non avevo incontrato né le mie amiche né tantomeno Andrea.

Non gli avevo ancora detto della mia decisone di partire insieme a Stephan in giro per il mondo, suonava ancora strano anche solo pensarla una cosa del genere.

In verità non gli avevo raccontato della mia decisione perché da un lato gli volevo parlare di persona e dall'altro perché sapevo della sua totale contrarietà all'idea, quindi avevo un po' paura della sua reazione.

Salutai Martina che come al suo solito era di "guardia" al reparto e corsi nella stanza di Andrea.

Ci abbracciammo come se fossero anni che non ci vedevamo, effettivamente non ci era mai successo, almeno da quando ci conoscevamo, di rimanere separati per così tanti giorni.

"Mi sei mancata tantissimo, le riunioni non sono state le stesse senza di te"

"Lo so, io sono il comico del gruppo" scoppiammo a ridere.

"Bene, adesso voglio che mi racconti tutto, per filo e per segno, non devi tralasciare nulla"

Allora gli raccontai del primo giorno e dell'incontro con Stephan, delle sue battute e del suo cambio di comportamento dopo aver scoperto della mia malattia, del tour della Reggia e dei giardini, della sua proposta e infine della mia decisione.

"Ma quindi alla fine cosa hai deciso di fare?"

"In realtà ho deciso di... Accettare"

All'improvviso scese il silenzio, Andrea si alzò, si avvicinò alla finestra e con un filo di voce mi domandò "perché?"

"Perché è un'opportunità irripetibile per poter realizzare il mio sogno, ho accennato qualcosa anche ad Elena ed Aurora, loro mi hanno detto di buttarmi, come fai sempre tu..."

"Si ma questa volta è diverso, non sappiamo chi sia davvero questo tipo, cosa voglia davvero da te, se lo fa solo perché gli fai pena?"

"Non mi sembra quel tipo di persona... Poi cosa vuoi che voglia da me, ha tutto quello che si possa desiderare dalla vita: amore, salute, soldi, fama..."

"Tutte cose che non ho io" borbottò tra sé, feci finta di non sentire perché sapevo che avremmo discusso anche su quello.

"Da quando ti piacciono queste persone? Io non le sopporto, perché ogni volta che le guardo mi sale una rabbia pazzesca! Loro hanno tutto mentre noi nulla"

"Questo non è vero!" Sbottai "Noi abbiamo la nostra amicizia, persone vere che ci aiutano e ci sono sempre accanto, per lui non è così! Credimi sono persone molto sole"

"Allora non ha tutto come hai detto te! Scommetto che gli sei stata vicina e lo hai aiutato, per questo ti ha dedicato la vittoria, lo vedi che è come ti ho detto io, tutti hanno un secondo fine"

"Anche fosse, che mi costa stargli vicino?! Non so se hai notato, ma non ho molte cose da fare durante la giornata, a parte venire in ospedale"

"Pensavo che non fosse un peso per te, che anzi ti facesse piacere e ti divertissi..." colpita ed affondata.

"Certo che è così, tu non sai quanto io ti voglia bene, farei qualsiasi cosa per te, non è neanche lontanamente immaginabile e spiegabile, però ho bisogno di una pausa dall'ospedale, dai miei genitori, voglio vedere cosa c'è lì fuori, voglio vedere persone sorridere, essere felici, non ce la faccio più a vedere le persone accanto a me soffrire, piangere, essere tristi..." non riuscii neanche a finire la frase che sul mio viso iniziò a scendere qualche timida lacrima, cercai di asciugarmi e di fare finta di nulla.

A una Vita da TeWhere stories live. Discover now