II. Stephan⭑

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La mia era una routine ben precisa.

Sveglia alle sei del mattino, dieci minuti di meditazione, allenamento in palestra, boxe, doccia, colazione proteica, scelta dell'abito, ciascuno rigorosamente ordinato nel mio armadio per colore, taglia ed occasione, perché nulla doveva essere lasciato al caso, neanche un paio di calzini.

Dopo aver scelto tra la mia collezione l'orologio più adatto per la giornata e sistemato gli ultimi dettagli, scesi le scale e ad aspettarmi, come ogni mattina c'era Estela.

"Ma a quella ragazza che dorme nel vostro letto volete lasciare detto qualcosa?"

"Nah, preparale la colazione e poi indicale l'uscita. Grazie Estela, sei la migliore"

Estela era la mia governante da quando avevo dieci anni, aveva iniziato come mia balia per poi accompagnarmi durante tutte le mie avventure in giro per il mondo, anche quella a Maranello.

Salii sulla mia Ferrari SF90, rigorosamente personalizzata in onore del mio primo titolo mondiale vinto la stagione scorsa.(5)

Non potevo sognare vittoria più bella, secondo anno con la scuderia dei miei sogni, nella quale agognavo di correre da tutta la vita e finalmente c'ero riuscito, dominando e battendo quasi tutti i pronostici e record.

Al contrario di quello che pensava la maggior parte della gente, la mia vita non era stata facile.

Mio padre aveva avuto da sempre aspettative molte alte nei miei confronti, sin da quando ero piccolo e correvo solo con i go kart.

Mentre per quanto riguarda mia madre, essendo un pezzo grosso dell'alta moda, non c'era mai, troppo impegnata con sfilate e shooting in giro per il mondo.

Ad entrambi voglio molto bene e devo a loro tutto il mio successo anzi, in primis a mio padre che ha sacrificato la sua vita per permettermi di diventare quello che sono oggi.

Però ci sono stati parecchi momenti nei quali avrei preferito vivere con la mia famiglia una vita normale: scuola, amici, vacanze al mare, il poter condividere ogni momento ed istante con loro, no con i paparazzi o con Estela, che difatti consideravo un pò come una seconda mamma.

"Ehi campione, come stai oggi? Riusciamo a vincere la prossima gara qui in Italia?" mi chiese sorridendo la guardia al cancello di Maranello

"Spero proprio di si, ce la metteremo tutta, come sempre"

In Italia la Formula 1, insieme al calcio, sono gli sport più seguiti in assoluto.

La maggior parte degli italiani sono piuttosto appassionati, soprattutto della Ferrari, una scuderia italiana storica, che non ha eguali al mondo e che, per intenderci, è stato nominato il brand più conosciuto al mondo.

Quella di Monza è una gara davvero emozionante e scenografica che, insieme ad Imola, rappresentano due gare italiane storiche per le F1, con dettagli unici come la folla rossa, le frecce tricolori e l'inno nazionale.

La passione che i tifosi dimostrano durante tutta la settimana è impareggiabile.

Quella mattina mi trovavo a Maranello per sistemare gli ultimi dettagli, visto che ormai mancava poco più di una settimana al Gran Premio.

Doveva essere tutto perfetto, dalle prove libere sino alla gara finale, nulla doveva andare storto, volevo vincere e dedicare la vittoria ai miei tifosi.

Dopo aver discusso con il team principal e poi successivamente con alcuni meccanici, mi diressi verso il mio ristorante di fiducia in città, "Da Mario", poiché avevo in programma il pranzo con il mio manager Gianluca Fusani, con il quale lavoravo ormai da più di 5 anni.

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