25 - OMBRA NELL'OMBRA

52 9 36
                                    


Viorica


Sarebbe così semplice vivere, se si fosse capaci di farsi scivolare addosso tutto.

Nessun rimuginare, nessun preoccuparsi di quello che si è detto o si è fatto rivivendo le conversazioni all'infinito per analizzarle da tutte le angolazioni possibili. Andare a letto azzerando il cervello e dimenticandosi completamente di tutte le cose pesanti successe nell'arco della giornata.

Alcuni ci riescono. Alcuni, per un certo verso, sono fortunati.

Invece io sono nata senza questa capacità.

Io sono una che rimugina, che si preoccupa, che soffre di insonnia da quando era ragazzina perché le cose addosso proprio non se le sa far scivolare.

E finché la tua vita procede tranquilla, nessun problema. Se hai solo cose belle a cui pensare, alla peggio qualche rompicapo quotidiano, va tutto bene.

Ma quando vivi sotto lo stesso tetto con colleghi che si impegnano davvero davvero tanto per farti venire il sangue amaro... be', allora è tutto un altro paio di maniche.

Mi è già capitato, in passato, durante le supplenze in alcune scuole. Colleghe bastarde, infide fino al midollo, che le provavano tutte per mettermi i bastoni tra le ruote.

Ho avuto qualche esperienza anche all'università, con i compagni di corso più arrivisti e competitivi.

Ma una cosa così non mi era mai successa.

Con uno come Nikolas non avevo mai avuto a che fare, prima d'ora.

Le discussioni con lui si stanno accumulando sempre di più, e l'insonnia non ci pensa due volte a venire a farmi visita.

Perché non riesco a capirlo, a trovare una logica nei suoi comportamenti, e questa cosa mi incasina la testa. Mi tiene sveglia la notte, quando invece vorrei solo cancellarlo dai miei pensieri e dormire in pace.

Se gli do così fastidio come dà a vedere, perché non mi sta alla larga e basta?

E perché deve essere sempre così acido nei miei confronti? Cosa gli ho mai fatto di male?

Bah...

All'ennesimo giro che compio sotto le coperte, decido che anche per questa notte ne ho abbastanza. Scalcio via le lenzuola con più stizza di quella che vorrei, butto i piedi fuori dal letto e mi alzo.

Le pantofole sono la prima cosa che cerco, anche le assi di legno del pavimento – che dopo l'ultima ristrutturazione sono state installate in tutte le camere da letto – sono tiepide .

Mi avvolgo nella vestaglia, lancio un'occhiata alla pila di libri che tengo sul comodino: romanzi, libri di testo, gialli, un paio di classici.

Ho davvero voglia di leggere?

Sbuffo.

No. Mi bruciano gli occhi; per quanto non riesca ad addormentarmi, la mia mente è stanca. Resterei fissa sulla stessa pagina per ore senza capire una sillaba.

E i miei pensieri ne approfitterebbero per ricominciare a fare baldoria.

Alla luce debole della luna che filtra dalle finestre, afferro la maniglia.

La porta la apro di scatto, sbuffando di nuovo, con un nervosismo nei movimenti che di solito non ho. Imbocco il corridoio imbronciata e con le braccia conserte, come se fossi pronta a prendermela con qualcuno.

È strano il profilo che prendono le cose di notte, in questo castello.

Strano e inquietante, ma inspiegabilmente bello.

DRAGOSTE - insegnami ad amareDonde viven las historias. Descúbrelo ahora