20 - SE NE SEI CONVINTA

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Viorica


Il cielo, in questa mattina di fine ottobre, è rischiarato da un sole fiacco, impallidito da un velo sottile di nuvole. Ma mi piace vedere come, nonostante le temperature si stiano abbassando sempre di più, la maggior parte degli studenti abbia ancora voglia di trascorrere l'intervallo nel parco della scuola, e non tra i corridoi o le sale comuni. Anche io ero come loro. Preferivo di gran lunga il giardino vasto e arioso, le panche di pietra con vista sulla vallata. Mi sembrava di riuscire a respirare meglio, con tutta quell'immensità davanti agli occhi.

Accavallo una gamba all'altra e mi porto il bicchierino di caffè alle labbra, appoggio le spalle allo schienale della panchina e mi distraggo a guardare la scolaresca sparpagliata tra le fontane e i sentierini in pietra.

Dai comignoli del castello si solleva il solito aroma di legna bruciata, che si mescola nell'aria con gli odori tipici dell'autunno: castagne arrosto, foglie secche e terra umida, cappotti di lana spessa e profumi speziati.

Ad un certo punto, sento dei passi scalpicciare accanto a me.

Mi giro per vedere Laura e Olga fermarsi di fianco alla panchina. Entrambe mi sorridono, spalla contro spalla, il contrasto tra i capelli biondi di una e quelli bruni dell'altra enfatizzato dallo sfondo grigio del cielo ottobrino.

Olga è la prima a parlare. «Professoressa, possiamo disturbarla?».

Io abbasso il bicchierino di carta e sorrido. «Non mi disturbate, ragazze. Ditemi».

«Ci stavamo chiedendo se per caso fosse possibile leggere Goethe in versione integrale», dice Laura, stuzzicandosi una pellicina sull'indice.

Io nascondo un piccolo sorriso. Questa settimana, a lezione, abbiamo iniziato a parlare di letteratura Europea tra il Sette e l'Ottocento, e sul loro libro di testo sono presenti alcuni estratti presi da I dolori del giovane Werther. Oggi li abbiamo letti in classe, analizzandoli. Mi sono anche portata da casa la mia vecchia versione tutta sgualcita, per farla girare tra i banchi. Come compito ho dato da scrivere una piccola relazione sui passi letti insieme.

Inarco un sopracciglio. «Lo sapete che è un romanzo di due secoli e mezzo fa, vero? Non pensate di trovarlo noioso?».

Le ragazze si scambiano uno sguardo incerto prima di fare spallucce, come se non avessero capito che sto scherzando.

Soffoco una risatina. «Sì, ovvio che potete». Regalo a entrambe un sorriso che le fa rilassare. «Non c'è bisogno che scendiate in paese per procurarvelo. Posso prestarvi la mia copia, e sono abbastanza sicura che ce ne sia una anche nella biblioteca della scuola».

Laura apre le labbra in un bel sorriso, il viso di Olga si illumina come una lampadina.

Si trattengono un po' a chiacchierare, e a me fa piacere.

Sono due ragazze sveglie, entrambe molto intelligenti ed estremamente affiatate, anche se hanno caratteri un po' diversi. Olga è più timida, introversa, ma sorride tantissimo, e mi ritrovo spesso a pensare che sia una qualità ammirevole in chi come lei sta attraversando un brutto momento. Laura è più diretta ma molto posata, ha un contegno parecchio maturo per la sua età, un'indole curiosa e tanta voglia di capire il mondo che la circonda.

Tutte due, a modo loro, mi ricordano un po' com'ero io alla loro età.

Dopo alcuni minuti sentiamo una voce maschile richiamare Olga. Lei si gira in un frullo di capelli scuri, e vediamo Toni alcuni metri più in là. Lui si accorge di me, ancora seduta sulla panchina, e alza una mano in segno di scuse, forse pensando di averci interrotte.

DRAGOSTE - insegnami ad amareWhere stories live. Discover now