9 - PAROLINE MAGICHE

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Viorica


Vorrei solo estirpare le erbacce inutili dal giardino.

Mi rigiro nervosa sotto le coperte, il vento che ulula fuori e sbatte contro i vetri chiusi.

Com'è che aveva detto papà? "Tutti molto cordiali, qui dentro"?

Oh, lo vedo. Al momento non saprei dire chi si sia mostrato più insopportabile, se Nikolas Constantin o Ruben Toader.

Tutto sommato, forse Nikolas potrebbe essersi rivelato il male minore. Almeno lui ha ben pensato di venire a infastidirmi in disparte, risparmiandomi l'imbarazzo di essere presa di mira davanti ad un altro collega. E almeno a Nikolas sono riuscita a tenere testa, più o meno.

Invece, con Ruben... non so se è stato il fatto che è più anziano di me, o il modo crudele con cui si è posto nei miei confronti, ma non sono riuscita a spiccicare parola. È stato così diverso dall'irriverenza infantile di Nikolas. È stato brusco, cattivo, e in tutta onestà non avrei saputo cosa dire per difendermi.

Perché io so di valere più di quelle parole. So di meritare il ruolo che ho ottenuto in questa scuola.

Ma non sono un'ingenua e avevo messo in conto che ci sarebbero potute essere persone che non l'avrebbero vista in questo modo. Che non l'avrebbero accettato. Loro non mi conoscono, non sanno ancora come lavoro; per quanto li riguarda potrei essere una totale incapace... E mettermi a pestare i piedi a terra sostenendo il contrario non porterebbe a niente, se non a fare la figura della sciocca.

Per questo davanti a Ruben sono ammutolita.

L'unica cosa che mi ha impedito di sprofondare nella poltrona coperta di vergogna è stata la presenza di Gabriel. Devo ammetterlo, avevo notato certi suoi sguardi, durante i pasti o quando ci incrociavamo nei corridoi o in aula insegnanti, ma li avevo etichettati come semplici cortesie.

Invece il modo in cui si è approcciato a me nel salotto, e poi la prontezza con cui mi ha difeso con Ruben, mi spingono a pensare che forse quelle occhiate e quei sorrisi enigmatici possano nascondere qualcosa di più.

La difendi perché ti piace, Orbea?

La voce graffiante di Ruben mi risuona ancora fastidiosa nelle orecchie, ma mi porta a riflettere. È così? Io gli piaccio?

Mi volto dall'altra parte, avvoltolando il lenzuolo nel pugno e stringendolo sotto il mento. Se così fosse, non saprei come interpretare le mie sensazioni a riguardo.

Non posso negare che Gabriel sia attraente, e gentile, e da quelle poche chiacchiere che mi capita di scambiare con lui sembra una persona spigliata.

Ma io sono appena arrivata.

Non so nulla di lui e, soprattutto, sono qui per lavorare, non per trovarmi un uomo.

L'ho detto a Nikolas e lo penso davvero. Voglio prendere sul serio questo impiego, non voglio che si creino da subito dinamiche strane. E cominciare a flirtare con un mio collega sarebbe controproducente.

Se Gabriel poi mi chiedesse di uscire? E se io accettassi, ma poi le cose prendessero la piega sbagliata e tra noi si creasse una frattura? Dovrei vederlo tutti i giorni sul posto di lavoro, che in questo caso corrisponde anche alla nostra casa, e forse l'imbarazzo sarebbe troppo.

Sono tutti pensieri precipitosi, lo so, ma non mi va di rischiare a nemmeno un paio di settimane dal mio arrivo alla Nordesange.

Sbuffo esasperata all'ennesimo frullo sul materasso.

DRAGOSTE - insegnami ad amareWhere stories live. Discover now