Capitolo 33 - Aprirsi

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~Astra~

La voglia di rannicchiarmi in posizione fetale e passare il resto dei miei giorni rintanata sotto le lenzuola si faceva sempre più forte.

Certo, era da un po' che non facevo sogni profetici. In effetti, ce n'era solo uno che non era ancora avvenuto. Albus aveva suggerito speranzoso che fossero finiti, forse non c'erano altri sogni perché non sarebbe successo altro. Non ci credetti nemmeno per un secondo. Se era tutto parte di un grande piano di Stillens, non si sarebbe fermato ora. Non avevo ceduto ancora. Non ero ancora caduta nel baratro dell'isolamento e della disperazione in cui sembrava volesse buttarmi. Ero sull'orlo, questo sì, ma non ancora dentro.

Non sapevo se fosse peggio sapere cosa stava per accadere e non poterlo impedire, o affrontare l'ignoto completamente alla cieca. In ogni caso, non c'era nulla che potessi fare.

Passando ad altro, Wren aveva incontrato il primo ministro al maniero di suo zio, dimostrando che non era sotto Imperius. Faith lo mise nel Cavillo circa due settimane dopo, citando una completamente inventata fonte del Ministero. Era confermato che "Russey non era sottoposto alla maledizione Imperius, nonostante l'espressione vuota e stupida che aveva costantemente in viso". Fu abbastanza per scatenare da parte del Profeta un contro-articolo in cui Russey appariva come una benedizione al pari della seconda venuta di Cristo.

Io soffrivo ancora le lezioni con la Cooman. Uso la parola 'lezione' in senso aleatorio, perché non ne ottenevo nulla. Stava cercando di insegnarmi come interpretare i sogni, come se i miei non fossero i sogni più espliciti di sempre. Non riuscivo a non pensare di perdere il mio tempo, passando ore e ore a studiare simbolismi. I bambini simboleggiavano nuovi inizi, le croci simbolleggiavano la fine di una fase della vita, cadere simboleggiava ansia per mancanza di controllo. Non sognavo nessuna di quelle cosa. Non capivo perché fosse importante.

Non avevo detto alla Cooman dei miei sogni con Uno. Non capivo cos'erano, e perché li facevo. Non avevo mai sognato cose simili prima. Davvero non volevo passare ore a sentire la Cooman parlare del simbolismo di un vuoto oscuro e dell'incapacità di sentire o vedere. Non ero sicura che avesse chissà quale significato.

Ne scrissi a mio padre, però. Mi rispose scrivendo che non aveva mai sentito nulla di simile, ma di stare all'erta in caso l'avessi sognata di nuovo. Il fatto che era andata nel panico quando avevo menzionato Stillens non era un buon segno. Se era una persona reale, e non solo la mia immaginazione esausta e paranoica, o peggio, un altro modo in cui Stillens cercava di farmi impazzire, dovevo stare attenta.

Non sembrava ci fosse molto che potessi fare. I miei sogni di su Uno arrivavano quando volevano loro (o forse quando voleva lei), e non potevo controllarli. Non potevo neanche controllare quando sarebbe avvenuto un altro episodio. Non potevo fare nulla riguardo la guerra sempre più imminente. Non potevo fare nulla riguardo al fatto che madama Cantha sembrava lavorare per Stillens. Non potevo combattere, o cercare informazioni, o proteggere nessuno. Non potevo fare niente. Sotto ogni punto di vista. Dovevo solo andare alle lezioni, fare i compiti, e fare finta di nulla mentre il mondo si stava sgretolando e la mia mente sembrava un ciclone di caos senza un occhio tranquillo al centro.

Onestamente invidiavo Wren perché poteva fare qualcosa riguardo tutto ciò. Non glielo avrei detto, ovviamente, perché sapevo che non le piaceva ed era pericoloso e non volevo farla arrabbiare, ma ero stanca di sentirmi inutile e confusa. E spaventata. Ero soprattutto spaventata.

Forse fu per quello che mi stavo gettando a capofitto nella ricerca. Non per la scuola, ovviamente; non mi interessava molto. Colette ed io stavamo setacciando ogni articolo del Cavillo sui babbani scomparsi, con l'aiuto di Albus e Poppy.

We Will Shine - Star of Gryffindor Libro 6 - TRADUZIONE ITALIANATahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon