Capitolo 26 - La Stella Morente

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~Wren~

Le vacanze di Natale iniziarono con me ed Astra che beccammo Lily a pomiciare con un ragazzo in un angolino nascosto del Binario 9¾. Come avremmo dovuto aspettarci, eravamo saliti su una bella montagna russa.

Il nuovo ragazzo di Lily, Carson Zinth, era un Serpeverde del suo anno, come ci disse imbarazzata dopo che lui aveva trovato una scusa, le aveva augurato buon Natale, ed era scappato via, col viso rosso come i capelli di lei. Lui era gentilissimo e intelligente, e forse un po' troppo silenzioso ma forse era semplicemente perché lei era abituata ad Elmer e Pip ed Eviana, che non stavano mai zitti. Carson era in gamba, però, e non si erano baciati molto spesso e assolutamente non potevamo dirlo ai suoi fratelli. Promettemmo di non dirlo (Ci vollero quattro o cinque promesse per rassicurarla).

Mentre tornavamo dove avevamo lasciato i Potter, Colette, e Teddy, Astra chiese, "Da quanto stai con Carson?"

"Due mesi," Lily disse. "Lui ed Elmer non vanno molto d'accordo, ma tanto negli ultimi tempi non sto spesso con Elmer... A Pip ed Eviana però piace tanto Carson."

Astra si accigliò. "Lils, non lasciare che un ragazzo interferisca con le tue amicizie."

"Tranquilla," lei disse, facendo spallucce. "Ma Carson non è per niente come Marcus Dillam. Ed è diverso da te ed Albus. Elmer ed io siamo stati insieme. Siamo ancora buoni amici, ma non è il mio migliore amico di sempre e nient'altro, sai."

Non commentai. Certo, magari Carson non era per niente come Marcus Dillam, e la dinamica era diversa, ma Marcus ed Albus non sarebbero mai stati così ostili se Albus fosse stato solo amico di Astra, e non avesse avuto una cotta così ovvia per lei per tutta la durata della relazione. Astra stava giusto chiedendo che tipo di persona fosse Carson. Lily la interruppe prima che arrivassimo dalla sua famiglia.

Tutti mi trattavano di nuovo come se fossi fragile. Astra aveva esitato tre volte prima di salutarmi abbracciandomi, e mi assicurò tre volte che, per qualunque cosa, lei era ad un gufo di distanza. Perfino Colette sembrava titubante attorno a me. Apprezzavo il fatto che ci tenessero, ma serviva solo a ricordarmi che ero ad un passo dall'infrangere quel poco di auto-controllo che mi rimaneva.

Parte di me voleva solo crollare una volta per tutte.

Mi ero sforzata così tanto di apparire normale. Volevo star bene, o almeno far finta che fosse così. E stavo bene. Sul serio. L'avevo già affrontato in passato, non era così brutto. Poteva essere peggio. Certo, sobbalzavo ad ogni minimo rumore, e mi guardavo costantemente alle spalle, e l'oscurità era tornata nella mia testa e non sapevo come mandarla via di nuovo, e stavo avendo brutti incubi riguardo così tanti ricordi orribili che mi svegliavo in lacrime.

Ma stavo bene.

E poi, non volevo caricare i miei amici con qualcosa su cui non potevano far nulla.

Funzionava con tutti eccetto James. Lui mi aveva individuata subito. Non diceva mai nulla davanti agli altri, si limitava a prendermi la mano, o a mettermi un braccio attorno alle spalle. Quando riuscivamo a stare soli, finalmente lasciavo andare tutto, a volte mi permettevo di piangere, smettevo di fingere. Non so perché. Non so come mai non mi dispiaceva lasciare che lui portasse un po' di questo peso. Non avrei dovuto. Non avrei dovuto infastidirlo per questo. Ma lui sembrava volere così, ed io ero troppo stanca per discutere.

Il viaggio in macchina verso casa dei Potter fu molto silenzioso. La signora Potter fece qualche domanda superficiale sulle lezioni, sul Quidditch, sui compiti da prefetto, a cui Albus e Lily risposero con altrettanta superficialità. Nessuno fece commenti su quanto fossimo seduti vicini io e James, anche se vidi la signora Potter sbirciare nello specchietto retrovisore ogni tanto.

We Will Shine - Star of Gryffindor Libro 6 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora