Capitolo 9- Il gioco del silenzio

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Eccoci con un nuovo aggiornamento.
Il capitolo sarà abbastanza bollente ❤️‍🔥❤️‍🔥
Vi voglio carichi mi raccomando e come sempre i commenti sono ben accetti ;)

Ci sentiamo alla fine del capitolo...

E se vi va potete sempre seguirmi su IG: valia_emme_autrice.

Buona lettura!

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Tate

Per tutta la mattina ebbi solo un pensiero fisso in mente: quell'e-mail che mi era arrivata nel bel mezzo della notte.

Lume2005 poteva essere chiunque e si trovava nella mia vecchia scuola di New York, perché solo lì conoscevano la paladina. Solo in quella scuola, almeno secondo il mio segreto, chi aveva bisogno inviava delle lettere o e-mail anonime alla paladina. E la paladina ero sempre stata io, sin dal secondo anno di liceo proprio per aiutare le persone in difficoltà.

Avevo deciso di ignorare l'identità di chi mi inviava le lettere o le e-mail, ma ai tempi, rispondevo sempre all'indirizzo che ricevevo e quando quella persona mi rassicurava che stava bene, mi tranquillizzavo.

La nascita della paladina era subentrata per un motivo ben preciso, ma poi avevo posto fine a quella misteriosa identità perché annegai anche io.

Avevo smesso di prendermi cura degli altri dopo quella tragedia, avvenuta durante il ballo di fine anno.

Avevo deciso di smettere e di porre fine a queste lettere di conforto perché avevo fallito.

Una ragazza si era suicidata la notte del Dancing Red, il ballo in rosso che si teneva ogni fine anno. E quando mi ero andata a rileggere le vecchie lettere compresi che avevo parlato con la ragazza in questione perché mi aveva scritto: mi aveva mandato una lunghissima lettera dove mi raccontava dei suoi problemi di salute a causa di una rarissima malattia. Mi ero ripromessa che le avrei risposto presto, eppure poi, a causa della preparazione ai test e del comportamento malato di mio padre, me ne dimenticai.

Fu l'unica dimenticanza, ma la più cruciale.

Io rispondevo a tutti, ma quella lettera, la più importante, l'avevo archiviata perché aveva bisogno di una risposta diversa. Avrei dovuto dedicargli molto tempo e non volevo scrivere qualcosa di frettoloso solo per dare dei consigli superflui a quella ragazza.

Nei giorni a seguire però, subentrarono altre lettere e l'unica che forse aveva davvero bisogno d'aiuto in quel momento, l'avevo tolta dalla mente.

In quel periodo dell'anno, mi resi conto che le e-mail erano diventate infinite e persino lettere. Provavo a rispondere a tutti, ma erano aumentate in maniera incredibile tant'è che avevo pensato di trovarmi qualcuno come assistente.

Non ebbi tempo di cercare qualcuno perché, quando successe l'incidente e compresi che quella lettera mi era sfuggita, smisi di continuare.

Era stata una mia dimenticanza e mi ero sentita malissimo.

Le immagini della ragazza che si lanciava con un vestito rosso dal tetto della scuola ritornavano impetuosamente e mi tormentavano. I primi periodi avevo trovato anche difficoltoso dormire. Gli incubi mi avvolgevano nel loro terrore ed io non potevo confidarmi perché nessuno conosceva il mio segreto.

Nessuno.

Alla Privaty  non ero l'emarginata del gruppo, avevo amici, andavo alle feste, ma non mi fidavo ciecamente dei miei ex compagni.

Nonostante ciò, però cercavo di vivere e di dimenticare di avere un padre violento. Al secondo anno, riuscii finalmente ad avere persino un ragazzo: Liam.

Unattached - Senza LegamiWhere stories live. Discover now