Capitolo 16- I'm not your prey

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Buon giovedì e buon pomeriggio.
Allora...questo è uno dei miei capitoli preferiti. E' un capitolo lunghissimo, quasi di 8 mila parole, perciò mettetevi comodi perché succederanno tante cose.
Mi raccomando, se vi va lasciate stelline e commenti. Sono sempre apprezzati.
Scusate in anticipo per gli eventuali errori! Qualcosa può pur sempre sfuggire.
Buona lettura!

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Tate

Michael mi stava guardando ed il mio cuore non smetteva di fare stupide capriole. Volevo calmarmi, darmi una regolata, concentrarmi su Jack e sulle sue mani che stavano accarezzando dolcemente le mie braccia, ma non ne fui capace.

Questo successe  perché Michael, con la sua bellezza mozzafiato, riuscì a riempire ogni angolo del locale.

Ciò che però mi colpì fu proprio lo sguardo austero di Michael puntato fisso sulle mani dell'amico. Perché lo stava guardando in quel modo?

Jack era totalmente preso da me. Ci trovavamo nella pista quadrata già da un po' di tempo insieme ai miei amici.

Le luci del locale erano soffuse e la musica talmente alta che dovevamo avvicinarci per riuscire a parlare tra di noi.

La discoteca non era molto grande ed era abbastanza gremita di gente per bene.

Non avevo intravisto persone trasandate oppure tipi pericolosi.

Adesso che però Michael Linster aveva fatto il suo ingresso, molti occhi, specialmente quelli delle ragazze, erano puntati su di lui.

Quella sera era bellissimo. Indossava un paio di jeans scuri con delle tasche larghe, un maglione bianco in cashmere molto semplice dal cui scollo si riusciva ad intravedere il tatuaggio sul collo e i capelli ricadevano morbidi lisci e perfetti sulla sua fronte.

Mentre scandagliavo la bellezza di Michael, Jack aveva la testa appoggiata sul mio collo e gli occhi chiusi. Si stava lasciando andare a ritmo di musica e non aveva ancora visto il suo amico.

Isadora invece sì e iniziò a impazzire.

«Ommiodio! Ommiodio, Kevin! Michael è qui!» Senza curarsi del fatto che il nostro amico si stesse baciando con un ragazzo, gli andò vicino e gli strillò euforica nell'orecchio ed io non potei evitare di innervosirmi ancora di più.

Kevin non le diede conto e continuò a baciare, in maniera molto spinta e passionale, quel bellissimo ragazzo che lo aveva stregato.

In quel momento l'unica a cui interessava Michael era proprio Isadora.

Roteai gli occhi al cielo perché la cotta di Isadora per Michael era patetica. Lei si meritava di meglio...qualcuno che non la usasse solo come oggetto. Perché Michael voleva solo una cosa dalle donne in generale: scopare. Non gli interessava altro.

Me l'aveva benissimo confermato quella sera...quando alla festa della sua famiglia, organizzata il giorno di Halloween, mi ero lasciata andare e avevo acconsentito di essere la sua distrazione personale.

Cosa mi era passato per la testa?

Ero stata proprio stupida. Fortunatamente il destino non ci aveva fatto andare oltre. Michael si era fermato di colpo e poi mi aveva cacciata dalla sua dépendance. Inizialmente, ci ero rimasta male, ma poi avevo recuperato la ragione.

Proprio a causa di quello che era successo quella notte, nei giorni a venire avevo optato per ignorarlo e chiamarlo signor Linster. Ovviamente questo nomignolo lo aveva innervosito parecchio.

Unattached - Senza LegamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora