Capitolo 17- Don't touch her

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Buongiorno amori,

allora...questo capitolo sarà ancora più lungo del precedente e spero possa piacervi. Ci sarà una delle mie scene preferite qui che ho scritto fino ad ora...perciò... preparatevi.  Detto questo, vi prego di lasciare qualche commento e qualche stellina quando leggete. 
Buona lettura!

Tate

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Mi svegliai di soprassalto a causa del rumore della pioggia che picchiettava sul tetto.

Avevo l'affanno e il cuore che palpitava incessantemente a causa dell'incubo che avevo appena fatto. Mi portai una mano sul cuore e guardai fuori la finestra per cercare di tranquillizzarmi.

Il sole era appena sorto. Ci misi qualche minuto a tornare alla realtà e capire che si era trattato dell'ennesimo incubo. Lui non era qui, non poteva farmi più del male, io ero cresciuta ormai e non ero più quella bambina indifesa su cui si accaniva. Lo avrei preso a calci nel culo se fosse stato necessario.

Era da un po' di tempo che stavo pensando di frequentare un corso di autodifesa, volevo essere in grado di difendermi, non avrei permesso più a nessuno di mettermi le mani addosso.

Presi nota mentalmente di cercare più tardi delle lezioni nelle vicinanze di Mountfells. Doveva pur esserci qualcosa. Non avevo mai tollerato la violenza sulle donne. Vivevamo nel XXI secolo ma ancora troppe persone erano vittime di abusi e violenze domestiche. La maggior parte erano donne che si trovavano sole a fronteggiare dei mostri contro cui non avevano la minima possibilità di difendersi.

Deglutii il groppo in gola, recuperai la vestaglia di seta e mi alzai. Andai verso la finestra e qualcosa catturò la mia attenzione.

Sgranai gli occhi perché non riuscivo a credere a quello che stavo osservando. Appoggiata su una foglia colma di rugiada, c'era una libellula color smeraldo, stupenda. Non avevo più sognato la libellula ed il ragno, ma quella mattina mi parve una strana coincidenza.

Dopo qualche secondo, la libellula batté le ali e volò via.

La guardai librarsi nel cielo con nostalgia. Avrei voluto essere come lei: libera da ogni tipo di abuso, libera di poter vivere la mia vita senza dipendere da nessuno. Sarebbe stato meraviglioso...invece ero confinata in una piccola cittadina sperduta.

Non che mi dispiacesse vivere qui, insieme a David e a Peter, ma ultimamente mi era venuta voglia di viaggiare per il mondo. Di scoprire altri luoghi e di respirare un'aria diversa, più fresca.

Un giorno sarei riuscita a farlo? Non avevo mai viaggiato in vita mia e mi sarebbe piaciuto davvero tanto.

Volevo andare in Italia, ma questo era scontato. Poi avrei voluto visitare l'Inghilterra, la piovosa Londra. L'Olanda e la colorata Amsterdam. Dalle foto che vedevo su Internet mi ero innamorata di quei posti. Anche la Grecia non era male e anche Parigi...ma l'Italia, l'Inghilterra e l'Olanda avrebbero avuto la precedenza.

Avrei viaggiato.

Prima o poi ci sarei riuscita.

Avrei racimolato un bel po' di denaro e sarei andata via, lontano da tutti.

Comunque, quel giorno, fortunatamente non dovevo recarmi a lavoro. Era il mio giorno libero e non avevo pianificato nulla perché David doveva andare a lezione e poi aveva gli allenamenti. Peter era partito per altri due giorni. Avrebbe avuto quarantotto ore di no stop. Poverino. Ultimamente era visibilmente esausto.

Unattached - Senza LegamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora