Capitolo 29

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POV: Charlotte

Vorrei davvero ascoltare la lezione di matematica, anche perché è una delle mie materie preferite. Ma non ci riesco, mi sento soffocare, nonostante sia durato pochi minuti.

Nonostante non sia successo nulla di grave, sono abituata a questo, ma nonostante questo non riesco a smettere di pensare e di tremare. Non riesco non pensare a tutte quelle mani sul mio corpo.

Sussulto quando qualcuno mi tocca, mi volto e vedo Nicholas, schiude le labbra, come se volesse dirmi qualcosa, poi le richiude, si volta verso la porta e vede Chris, chiede al professore di uscire e lo raggiunge.

Spero vivamente che Chris non abbia fatto una dalle sue cavolate, ora dobbiamo solo pensare a far star bene papà. Io non devo creare problemi e farli preoccupare.

A un certo punto la porta della classe si apre e rivela Kyle, il fratello di Madison, ha e nocche sanguinanti, un livido sulla mascella e un taglio al sopracciglio.

<<Kyle Baker! Come mai in ritardo? Anzi ci risparmi le sue scuse e si sieda accanto la signorina Miller>>

Lui annuisce e il professore ritorna a spiegare.

Invece Kyle fa come ha detto il professore, si mette nel banco vicino al mio, fissandomi tutto il tempo. E io non riesco a smettere di guardarlo, è come una gara a chi distoglie per primo lo sguardo.

Ma io oggi non sono dell'umore di perdere, di nuovo, perciò lo distolgo per prima.

Ritorno con il mio macigno, sento un peso nel petto, non riesco a non pensare ai momenti della mia vita passata, forse sciacquarmi il viso mi farà bene.

Così chiedo al professore di andare in bagno, e lui mi dà consenso. Spero di non incontrare nessuno che conosco, odio farmi vedere così, vulnerabile.

Entro nel bagno e mi sciacquo il viso, cercando così di ripulirmi da tutto lo sporco che ho dentro, Alzo lo sguardo per guadarmi allo specchio.

E non vedo nulla di buono, vedo una ragazza di 15 anni quasi 16 che non si Apprezza, che è ancora legata con i suoi demoni, che è così stanca di combattere e di ripetersi che forse un giorno andrà tutto bene...

È inutile ripetersi che andrà tutto bene, quando si sa che nulla andrà come ci si aspetta. Come quando continuavo ad aspettare che Wendy fermasse le mani di suo marito dal mio corpo, inutile dire che quel giorno non arrivò mai.

Mi sale la nausea e corro a vomitare, mi inginocchio e scarico tutto, sento le lacrime agli occhi, sento la porta aprirsi ma non ci faccio caso, mi brucia la gola. Vorrei che tutto questo dolore sparisse. Vorrei tanto spostarmi almeno i capelli, ma non ci riesco, non riesco a muovere nemmeno un muscolo.

Come se qualcuno mi avesse sentito, qualcuno mi alza i capelli e mi massaggia la schiena, io mi alzo di scatto, ancora traballante. Mi giro e mi scontro con due iridi color mare, mi guardano come se volessero leggermi dentro.

Mi guarda preoccupato, come se colui che si è fatto picchiare non sia lui ma io, come se... le mie emozioni contassero qualcosa per lui.

Non mi illudo di niente, per lui sono solo un'amica di mia sorella e per me lui è un amico dei miei fratelli, niente di più niente di meno. Siamo conoscenti, niente di più niente di meno.

Questo è solo uno dei pochi momenti in cui non litighiamo e non ci mandiamo occhiatacce.

Mi ritorna la nausea, perciò mi inginocchio, di nuovo, davanti al water e svuoto tutto. Baker mi sistema i capelli mi massaggia la schiena.

Together againWhere stories live. Discover now