Capitolo 3

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In questo capitolo sono presenti tematiche che potrebbero urtare un pubblico particolarmente sensibile(Abusi). Perciò consiglio la lettura a un pubblico consapevole. Detto questo vi auguro una buona lettura ❤ 


Sono passati due mesi da quando non vedo più né i miei fratelli né papà. ma almeno sto con la mamma. A lei voglio bene e mi piace stare con lei, solo che ultimamente è strana. Ora a casa non c'è, mi ha detto che usciva ma non so dov'è , o quando dovrebbe tornare.

Spero che torni presto, ho paura , non mi piace stare da sola casa . Voglio averla accanto a me così possiamo giocare insieme con le mie bambole, proprio come facevo con Nick.

A un certo punto la porta si apre, e finalmente vedo mia mamma. Mi guarda e cambia completamente sguardo. Che ho fatto ora? <<hey piccoletta, hai fatto qualche casino?>> mi chiede e io scuoto la testa.

<<Dio, sei maledettamente uguale a tuo padre, spero che tu non diventi una fallita come lui. >>

<<I-io voglio bene a papà>> le dico e lei alza la mano e sento la guancia bruciare.

 mi fa male, mi fa tanto male.

<<Siete uguali! Cazzo, sei uguale a lui! Pensavo che portandoti con me avrei fatto la scelta giusta, ma ho fatto male! Sei inutile! E ti odio perchè mi ricordi lui>> mi dice mentre urla e si mette le mani nei capelli .

Va in cucina, lasciandomi completamente confusa dalle sue parole e dai suoi atteggiamenti. Ho solo detto che voglio bene a papà. Aveva l'alito che puzzava di una bevanda che beveva sempre in soggiorno, ma non so cosa sia.

Le sue parole hanno fatto male, non so cosa io abbia fatto per meritarle, ma le chiederò scusa, odio quando si arrabbia.

La vedo tornare con un coltellino in mano, ma non ci faccio tanto caso.

<<Hey mamina, scusa tanto se ho fatto qualcosa che ti ha fatta arrabbiare, io ti voglio bene>> vado da lei per abbracciarla ma mi spinge, con una forza enorme, che di certo io da bambina di 5 anni  non posso proprio farci niente, se non cadere a terra e aspettare che un altro po' del mio cuoricino si spezzi.

<<prima cosa non chiamarmi più così, tu non sei mia figlia! Non ti ho mai voluta!  L'unico che ti voleva era lui!>>

una lacrima solca il mio viso

<< seconda cosa e apri bene le orecchie ,perchè non lo ripeterò un'altra volta , credi che io ti voglia come figlia? per me sei un errore, un bruttissimo errore, l'errore più grande della mia vita. Quando ti guardo vedo solo tuo padre, non una persona che amo, non una figlia, vedo solo odio e disgusto. Vedo solo sofferenza e  delusione, quindi non chiamarmi più così>>

Che cos'ho che non va? Se mia madre dice così tutti lo penseranno. Sono uno sbaglio, lei mi odia e ora anch'io. Non faccio altro che pensare a cosa io possa aver sbagliato.

Si avvicina , io , però, rimango immobile. Mi fa girare , mi alza la magliettina, scoprendomi la schiena. Sento qualcosa di freddo adagiarsi sopra di essa, poi, ciò che sento è solo una cosa: dolore. Colui che sarà il protagonista della mia vita.

Mi sveglio sentendomi scuotere, mi passo una mano sulla fronte per poi accorgermi di esser tutta sudata. Era un incubo.

Chiamarlo incubo è un parolone dato che tutto ciò che ho sognato l'ho vissuto.

Mi risveglio dai miei pensieri quando una voce mi chiama, alzo lo sguardo , accorgendomi che la signora di prima mi sta guardando preoccupata,

<<Hey Charlotte, tutto apposto? Era solo un' incubo, stai tranquilla.>>

Together againWhere stories live. Discover now