Capitolo 1

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In questo capitolo sono presenti tematiche che potrebbero urtare un pubblico particolarmente sensibile.

Consiglio la lettura ad un pubblico consapevole.  Detto questo buona lettura💜

Le lezioni sono finite e io sto tornando a casa. Se  è così che posso chiamare quell edificio dotato di quattro mura. Dopo l'allontanamento da mio padre non ho mai avuto una vera e propria casa.

E non sto parlando di un edificio che ha un tetto, delle camere da letto, un salotto e una cucina. Io parlo di un luogo che ti fa stare bene, un luogo in cui puoi essere te stesso. Senza doverti preoccupare o avere paura di esprimerti.

Un luogo in cui ci sono persone che ti amano e che sono presenti sia nei momenti bui e sia nei momenti felici. Beh, per me non è così, o almeno non più.

Ho sempre adorato andare a scuola al contrario dei miei compagni di classe, perché per me andare a scuola significava non passare quello che passavo a casa. Avere un attimo di sollievo da tutto quel casino.

 I miei genitori, non sono severi, perché avere dei genitori severi significa che almeno si interessano del tuo rendimento scolastico.

Ho delle regole e la prima regola è che dopo l'orario di scuola devo correre a casa. Se facessi tardi succederebbe il putiferio. Perciò è meglio se aumento il passo, non voglio rischiare.

Non ho una bici ne tanto meno una moto, quindi di solito prendo l'autobus.  Ma oggi non passa. Non so quando possa arrivare, perciò preferisco farmela a piedi , ci posso mettere 30 minuti, se mi muovo e non mi faccio prendere dal panico, dall'ansia e dalla paura.

anche se io ho paura, ho paura di john e di Wendy, mia madre. Anche se ora sia il termine giusto dato che per lei conta soltanto suo marito.

Non so cosa mi aspetti a casa e non so  se voglio scoprirlo.

☁️☁️☁️

Sono arrivata davanti casa, credo di averci messo meno di mezz'ora, ma so che questo non mi salverà dal mio destino, niente e nessuno può.

sono condannata a vivere una vita che non voglio e non posso vivere. Completamente  sola, la mia famiglia mi ha abbandonato e se né fregata di me.

E questa con cui vivo, non la considero nemmeno la mia famiglia. È più una tortura. E sinceramente non so cosa io abbia fatto per meritarmela.

Metto una mano nella maniglia della porta e apro la porta , con la mano che trema estraggo la chiave e chiudo la porta dietro di me.

Spero che siano fuori ubriachi fradici.

Cammino non sentendo nessun rumore, appena rilascio un sospiro di sollievo, che sento una fitta allo stomaco.

Dolore, ecco cosa sento. Ma non è solo dolore fisico quello che sento ma provo anche dolore mentale. E tutto questo mi sta distruggendo.

Alzo la testa, e lo vedo, mentre ghigna in modo spaventoso.

Capisco che mi ha appena tirato un pugno allo stomaco e dal suo sguardo percepisco che non si fermerà a questo.

Alza la mano, e cado, l'impatto col pavimento non è per niente leggero, sento la guancia bruciare. Mi sento rotta, da buttare.

fa male, tanto male. Spero che domani non mi venga un livido anche se è probabile.

Non so più come coprirlo, di solito lui mi colpisce in zone in cui nessuno può vedere, questo significa solo una cosa, è davvero arrabbiato e non riesce a controllare le sue azioni.

Together againWhere stories live. Discover now