Capitolo 26

646 4 1
                                    

Pov: Charlotte

In tutti questi 15 anni mi ripetevo costantemente: Tocca il fondo per darti la spinta. E io lo facevo, toccavo il fondo ogni volta che ne avevo bisogno, mi serviva farlo per darmi quella spinta e smettere di pensare.

Non sono mai stata felice, ma non mi sono mai messa a piangere sfogando tutto il mio dolore.

Non mi sono mai messa a piangere urlando al mondo quanto stavo male.

infatti, nessuno l'ha mai capito, ero trasparente, sia a casa sia a scuola, in tutta la mia vita lo sono stata.

La mia domanda, ora, è solo una: Davvero c'è bisogno di piangere per far capire alle persone che si sta male?

Mi sarebbe bastato un attimo, un'amica, una persona che mi volesse parlare e io l'avrei ascoltata.

Mi sarebbe bastato questo per alleggerirmi dal peso che ho sempre portato sopra il mio cuore.
Ma non è successo.

Mi piace pensare che nel mondo, forse in un altro universo, ci sarebbe stato qualcuno che in quel periodo si sarebbe fermato e mi avrebbe considerata.

Ma questo ora non lo posso sapere.
E sapete quel è la cosa veramente ironica è che dopo tutto io John lo posso pure capire.

La morte del suo grande amore l'ha fatto uscire fuori di testa, e nella sua mente malata per vendicare lei doveva fare del male a me.

Non mi sarei mai aspettata che Robert fosse il padre di Madison e Kyle. Lei, lei che era così solare e così felice. Ma si sa, a volte le persone che stanno male sono quelle sempre felici e solari.

Quelle persone che sono sempre pronte per aiutare gli altri, ma che appena si ritrovano da sole in stanza mettono la musica a palla e fissano il vuoto con gli occhi lucidi.

E mi dispiace, perché ci sarei voluta essere in quei momenti di debolezza. Molte persone mi daranno della protettiva, colei che non lascia dello spazio alle sue amiche, ma non è vero.

Io mi preoccupo così tanto per gli altri, perché so come ci si sente quando nessuno si preoccupa per te.

So come ci sente quando si è distrutti dentro e si ha bisogno di un abbraccio.

Nessuna parola.

Nessun consiglio.

SOLO UN ABBRACCIO.

Solo di qualcuno che ti dica "andrà tutto bene" oppure "ce la faremo, non sei sola. Lo supereremo insieme."

Io non ho mai avuto qualcuno che mi rassicurasse, ma sono pronta per rassicurare tutte le persone che amo.

Uno schiocco di dita mi riporta nella realtà, <<Ehi, gli altri ci stanno aspettando di sotto, per mangiare>>. Chris.

Mi dispiace così tanto che lui abbia dovuto assistere a quella scena.
Annuisco e lo seguo, ma prima di superarlo ,per scendere le scale ed andare in cucina, Chris mi afferra il polso, facendomi scontrare con le sue iridi verdi, così uguali alle mie.

<<Come ti senti?>> mi chiede

Male. Distrutta. Inutile. Stupida. Confusa. Fragile. Patetica. Sul punto di piangere. Ansiosa. Sul punto di crollare. Debole. Fastidioso. Distante da tutti. Fredda. Vuota. Sconfitta. Con il cuore frantumato. Violata. Mai abbastanza. Triste.

Ma siccome non posso svuotare tutti i miei stupidi problemi mentali su mio fratello che, fortunatamente, non ha vissuto tutto il mio stesso schifo mi limito a un << Mi sento bene>>
Lui addolcisce lo sguardo e allenta la presa sul mio polso .

Together againWhere stories live. Discover now