<<Sí.>> ammetto senza mezzi termini. <<Ti dispiace, forse?>> non è una vera domanda, conosco già la risposta.

Sospira, simulando una riflessione profonda. <<Mh... No, direi di no.>>

<<Chissà perchè ci avrei giurato.>>

<<Ah sì? Pensi di farmi tutto questo effetto?>>

Assumo un tono riflessivo <<Mh... se non ricordo male qualche tempo fa l'hai scritto su un biglietto che poi hai nascosto nel mio libro, o vuoi negarlo?>>

Alza una mano <<Io non nego niente>>

<<Ecco, brava>>

Con la punta del dito percorro la linea delle sue clavicole. Poi come un lampo un ricordo riaffiora nella mia mente. <<E il tuo tatuaggio?>> domando. Non mi sembra di averci fatto caso prima. Be', ero occupata, dopotutto.

<<Ce l'ho qui>> si volta sul fianco opposto. Sul costato c'è un piccolo disegno stilizzato di...

<<Una... rosa?>>

<<Sì, una rosa>>

<<Una rosa?>> ripeto, stupita dall'ironia della vita.

Eleanor annuisce. <<Chiamala una coincidenza, se vuoi>>

<<Io non credo nelle coincidenze>>

<<No, nemmeno io>>

<<Che cosa significa?>>

<<Non lo so di preciso. L'ho fatta poco dopo essere uscita dall'istituto. Volevo, non so... qualcosa che mi ricordasse di vedere il bello della vita. Forse poteva essere il simbolo del mio nuovo inizio, della nuova me, una speranza o qualcosa del genere. La rosa è il fiore più bello di tutti, no?>>

Le stesse parole che ha usato la mamma per spiegarmi il motivo che l'aveva spinta a chiamarmi così.

<<Ma... non ti sembra strano?>> non so perchè questo fatto mi dia così tanto da pensare.

<<Cosa? Aver fatto questo tatuaggio e tempo dopo aver incontrato te?>>

<<Sì. Insomma, con tutti i nomi che esistono...>>

<<No, non è strano>> afferma <<Non so come agisce l'universo, ma mi piace pensare che sapesse fin dall'inizio che io avrei avuto bisogno di te e poi... ti ha portata da me.>>

<<Ti ha portato una rosa >> calco le ultime due parole.

<<Mi ha portato una rosa, sì. La più bella di tutte.>> ridacchia accarezzandomi il mento, poi lo alza per far incontrare le nostre labbra. Assaporo ogni millimetro e lei fa lo stesso.

Dopo pochi secondi si ferma, distratta da qualcosa. <<Ma che...>>

La sento muovere la mano a tastoni sul materasso.

<<Cosa c'è?>> chiedo.

Poi mi guarda con un bagliore compiaciuto negli occhi.

<<Cosa?>> chiedo di nuovo, smaniosa di sapere.

<<Credo che tu abbia bagnato il mio letto>> sussurra con trepidazione.

<<Cos...>> con la mano tasto il suddetto punto. Faccio un verso di disappunto quando mi rendo conto di quanto bagnato sia. <<Non credevo... non pensavo... cioè, non è...>>

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now