Capitolo 13

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-L'amore ha mille steli,
l'amore ha un solo fiore

Quando avevo sette anni vidi Alla ricerca di Nemo per la prima volta. C'è una frase di quel film che mi è rimasta impressa: "zitto e nuota, nuota e nuota". È quello che dice Dory a Marlin quando lui ha paura di fare qualcosa ma lei lo vuole spronare ad andare avanti e a non arrendersi. È una cosa che mi ripetevo anche io, ad esempio quando dovevo andare a scuola ma non volevo, perché sapevo già che avrei passato la giornata da sola, ignorata e presa in giro. Dory mi diceva "zitta e nuota, nuota e nuota", questo mi aiutava un po' a farmi forza e ad affrontare la giornata, dovevo solo stringere i denti e andare avanti.

Mi ero dimenticata di questa frase e per qualche motivo mi è tornata in mente adesso.
Mentre cammino verso Eleanor Miller c'è Dory nella mia testa che mi dice "zitta e nuota".

Mi sembra davvero di essere in fondo all'oceano, più nuoto verso di lei piú sento la pressione schiacciante dell'acqua.

Dovrei fermarmi e tornare indietro, andare da Gwen, commentare gli outfit di tutti i presenti, bere qualcosa e godermi la festa. E invece mi sto di nuovo facendo coinvolgere dall'uragano Eleanor.

Il mio cervello mi dice di fermarmi ma le mie gambe non collaborano, è come se mente e corpo fossero sconnessi.

Sono a metà strada, volendo sono ancora in tempo per mettere fine a tutto. Non sono obbligata ad andare da lei, no? Io ho la mia vita, ho Gwen, la mamma, Roy... perché devo incasinarmi così?

Era tutto perfetto prima che arrivasse lei a sconvolgere il mio mondo.

Ma perché proprio a me doveva capitare?

Sono quasi arrivata, tra pochi metri sarò da lei.
Tra pochi metri avrò le mie risposte.

È solo per questo che lo faccio. Solo per avere una spiegazione per tutto quanto. Chiariremo le cose, io le dirò che non sono interessata a niente, che sto bene così e ci saluteremo. Sì, faró così, devo essere decisa e autoritaria. Non devo cadere in preda al panico come faccio di solito quando sono davanti a lei.

Sono arrivata, ora basta che lei si giri e...

<<Rose>> quando mi vede il viso le si illumina in un grande sorriso.

Guarda prima il mio viso poi i suoi occhi scendono, apre leggermente la bocca in un'espressione di stupore.

E io sono già nel pallone.

Che cosa dico?

Sento il cuore battere a mille, lo sento in gola e nelle orecchie. Potrebbe uscire fuori dal mio petto da un momento all'altro.

Mi ero preparata un discorso, l'avevo ripetuto mille volte. Ora non ricordo mezza parola. Non dovevo essere decisa e autoritaria?

<<Dobbiamo parlare>> dico secca.

<<Va bene. Ma non qui, vieni con me>>

La seguo fuori dalla palestra, lungo il corridoio C fino ad una porta dietro le scale.

Il piano terra è gremito di studenti e insegnanti. Menomale, almeno passeremo inosservate.

Apre la porta ed entro. Deve essere una specie di magazzino, ci sono scatoloni pieni di bicchieri di carta, piattini e tovaglioli viola. Ci sono altri festoni come quelli appesi per tutta la scuola e altre decorazioni. Un tavolo sgangherato occupa il centro della stanza e ovunque ci sono moltissime confezioni di salatini e dolcetti.

Eleanor si chiude la porta alle spalle, fa il giro e si posiziona davanti a me con le braccia incrociate.

<<Di che cosa vuoi parlare?>> la sua voce sembra diventata ancora più intensa dall'ultima volta che l'ho vista.

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now