Capitolo 45

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-L'amore mio sei tu
l'amore mio sei

Le mie dita stanno ancora tremando.

Guardo la mia mano sul cuscino e tremo con lei. Tutto il mio corpo trema.

Sono sdraiata a pancia in giù, nuda e sudata, incapace di muovermi.

<<A che pensi?>> alle mie spalle la voce di Eleanor, roca e bassa, mi riscuote.

Sbatto le palpebre, mi sembra di vivere in un sogno ad occhi aperti <<Non riesco a crederci>>

<<A che cosa?>> mi accarezza la schiena con i polpastrelli, cosa che mi provoca ancora più brividi di quelli che già ho.

Mi mordo il labbro <<Che l'abbiamo fatto>>

In risposta le sue dita scendono piano sulle mie natiche. Trasalisco.

<<È stato...>>

<<Bellissimo? Meraviglioso?>>

<<No>> sorrido.

<<No?>>

Mi giro su un fianco per guardarla. <<No>> ripeto. Eleanor assume un espressione velatamente turbata.

<<Non è stato né bellissimo né meraviglioso né qualsiasi altro aggettivo conosciuto dall'umanità. Non esiste una parola per descrivere quanto sia bello fare l'amore con te. È come...>> sbuffo << come salire su un razzo e fare un giro tra le stelle. Ma migliore.>>

Sorride lusingata e abbassa lo sguardo.

<<Che c'è?>> chiedo.

<<Ero un po'... nervosa.>>

Aggrotto le sopracciglia. <<Nervosa?>>

<<Sì. Avrai capito che... io non l'ho mai fatto con nessuno. Sei la mia prima volta, in tutti i sensi.>>

La sua prima vera volta, la correggo nella mente. La prima volta dove c'è amore. Perchè quella volta, di tanti anni fa, è stato solo un spaventoso e infernale incubo. E accidenti se non conta. Questa volta conta, solo questa. Questa è quella importante.

Se solo immagino... Aveva la mia stessa età quando ha attraversato l'inferno. Sento che potrei letteralmente esplodere per la collera se solo mi soffermo troppo a pensarci.

E infatti no, non ci voglio pensare. Questo è un momento troppo prezioso e niente lo deve rovinare.

<<Avevo paura di... non essere all'altezza.>>confessa.

<<Non essere all'altezza? Vuoi scherzare? Hai sentito la cosa del razzo?>>

Ride. <<Si, l'ho sentita>> intreccia le sue dita con le mie. Fa spallucce <<Credevo solo di non esserne capace>>

<<E invece... >> lascio intendere il seguito con una punta di malizia nel sorriso che le rivolgo. Stringo la sua mano a mia volta. Il mio sguardo ricade inevitabilmente sul suo corpo, lo lascio vagare. Non ho nessuna intenzione di negare ai miei sensi un tale benessere. Il lenzuolo la copre a mala pena fino alle ginocchia, tutto il resto è esposto per me, per il puro piacere dei miei occhi.

Mi soffermo sulle cicatrici del suo passato. Non so dire quanto mi ci vorrà per abituarmi o per non provare una stretta allo stomaco ogni volta che le vedo. Servirà del tempo, questo è certo, a me come a lei.

<<Rose?>>

<<Mh?>> alzo subito la testa.

<<Mi stai fissando?>>

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now