Capitolo 9

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<<Sei venuta per questo, immagino>> dice sollevando il libro.

Si alza dalla cattedra e viene nella mia direzione.

Si ferma a nemmeno mezzo metro da me.

Lei è così elegante e io nella mia tuta grigia mi sento un sacco della spazzatura.

Abbasso lo sguardo sul suo collo, sto per arrivare al suo decolleté ma mi rendo conto che lei è davanti a me e mi sta fissando, per fortuna i miei occhi si fermano in tempo.

<<S-sì>>

Dopo quella che mi è sembrata un eternità finalmente dalla mia bocca escono delle parole. Avrà pensato che ho dei problemi mentali visto quanto ci ho messo a rispondere. Se prima mi sentivo in imbarazzo ora vorrei sparire.

Mi rivolge un sorriso, lo stesso sorriso dolce dell'ultima volta. Istintivamente le sorrido anche io.

Come posso resistere se mi guarda così?

Allunga il braccio per porgermi il libro <<Tieni>>.

Non posso fare a meno di notare dei segni rossi sul polso e sull'avambraccio, come degli sfoghi. Ricordo che a me venivano spesso fino a pochi anni fa a causa dei forti attacchi d'ansia.

Prendo il libro <<Grazie>>

Calmati Rose

A questo punto credo sia il momento di andarmene ma inaspettatamente si avvicina ancora di più a me.

Ora ci saranno trenta centimetri scarsi a dividerci.

<<Come stai?>>

Non voglio parlare troppo o potrei svenire per la mancanza di aria, quindi mi limito a dire solo un "bene".

<<Sei sicura?>> la sua espressione mi fa capire che è sinceramente interessata <<Prima ho visto che hai fatto quella cosa...hai chiuso gli occhi e hai preso dei respiri e li hai contati credo. Quindi ho pensato che ti sentissi male.>>

Sono colpita, non pensavo che mentre stava spiegando avesse avuto modo di notare tutti questi dettagli.

Che le dico? Non posso dirle per che cosa ero in ansia.

<<Io...io >> guardo in basso e poi ovunque tranne che lei <<sto bene, ho solo avuto un calo di zuccheri ma poi è passato, non è stato niente, d-davvero.>>

Mi scruta qualche secondo, non so se si fida della mia spiegazione.

<<Okay>> mi sorride di nuovo.

Sembra impossibile credere che la donna che ho davanti, così amorevole e premurosa sia la stessa che fino a venti minuti fa svolgeva una fredda lezione e rimproverava con severità Paul Trembley perchè faceva girare dei bigliettini.

Come se a lezione fosse una persona e nel privato un'altra.

Anche la sua voce è diversa, fredda e autoritaria in classe e così dolce e rassicurante quando... siamo da sole?

Mi chiedo se si comporti in questo modo con tutti o solo con me.

<<Comunque>> prosegue <<Se ti capitasse di stare male o in generale avessi bisogno di conforto o anche se volessi solo parlare o quello che vuoi, puoi sempre venire da me.>>

Capisco che è sincera da come mi guarda e nei suoi occhi scorgo un velo di preoccupazione.

<<Va bene, grazie>> le sorrido.

<<Adesso te lo chiederò di nuovo>> e così si avvicina ancora di più, ora si possono contare sì e no venti centimetri e il mio respiro accelera sempre di più. Sento caldo e di sicuro sono diventata rossa; dentro di me prego che non si accorga di quanto mi faccia agitare starle così vicino.

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now