Capitolo 11

904 39 7
                                    

Come previsto, non sono riuscita ad addormentarmi.

Verso l'una mi sono messa a fare yoga, per rilassare i nervi. Per una buona ora è servito poi però la mia mente è tornata a quel biglietto e non potevo fare a meno di provare un senso di disagio nel pensare che lei ha sentito quello che ho detto in macchina.

Alle due ho preso in mano un libro, ho letto qualche pagina ma senza essere concentrata. Alla fine mi sono arresa, mi sono accoccolata nelle mie lenzuola bordeaux, ho chiuso gli occhi e ho iniziato a contare i respiri.

È una tecnica che ho imparato quando ero in terapia: inspirare per quattro secondi, trattenere per due, espirare per quattro e trattenere per due.

È un esercizio per rilassarsi e ritrovare la tranquillità. Credo abbia funzionato perchè quando ho riaperto gli occhi era mattina.

A svegliarmi con un anticipo di ben venti minuti rispetto alla mia solita sveglia è stata proprio Gwen, finalmente riapparsa.

Mi spiega che la sera prima era dovuta rimanere a casa di Tommy fino alle undici perché alla madre era stato chiesto di fare uno straordinario al lavoro e tornando a casa aveva tamponato una macchina, per questo aveva rincasato solo a quell'ora. Nel frattempo il cellulare di Gwen era morto, per la disperazione l'aveva dato a Tommy che aveva giocato per quasi due ore a Temple Run. Poi tornata a casa l'aveva messo sotto carica ma era crollata sul letto.

Ha visto le chiamate perse e letto i miei messaggi solo stamattina e subito mi ha chiamata. Non le ho parlato del post it perché di lì a nemmeno un'ora ci saremmo viste e gliel'avrei direttamente mostrato.

<<Oh. cazzo>> esclama dopo averlo letto <<Rose, qui la faccenda si fa seria>> e poi uno sguardo non poco malizioso aggiunge <<E anche molto interessante devo dire>>

Mi guardo intorno, sarà almeno la decima volta che lo faccio da quando sono salita in macchina.

<<I finestrini sono abbassati, smettila di controllare>>

<<Scusa, ma sai, l'ultima volta che non ho controllato è successo questo>> dico irritata indicando il foglietto.

Dopo aver notato lo sguardo di Gwen le dico che mi dispiace, che sono tesa e confusa.

Stamattina ero talmente sovrappensiero che sono uscita con la maglietta del pigiama di Winnie the Pooh. Me ne sono accorta solo quando Gwen è scoppiata a ridere non appena mi aveva vista.

<<Che cosa dovrei fare?>> le chiedo accorgendomi della disperazione nella mia voce.

<<Be' tanto per cominciare credo che dovresti parlare con lei e... sí insomma, chiarire>>

<<Chiarire?>>

Presa da un'improvviso impeto mi prende il viso tra le mani e mi guarda dritto negli occhi <<Rose, quella donna, la super-mega-figa-divinitá-sexy della scuola per cui chiunque e ripeto chiunque darebbe un braccio anche solo per respirarle vicino, ha scritto a te, a te, che sei bellissima e che le fai effetto. Tu le fai effetto.>> ripete scandendo bene l'ultima frase <<Capisci la situazione?>>

Annuisco un po' inquietata da questo sua repentina botta d'entusiasmo.

Mi toglie le mani dal viso e ritorna calma.

<<Bene. Ora, tu devi capire che cosa vuole lei da te, devi capire cosa vuol dire questo stramaledetto biglietto e l'unico modo per capirlo e che tu lo chieda a lei>>

Annuisco di nuovo. Non sono convinta del tutto di questo piano, e ammetto che un po' mi spaventa. Ma io voglio vederci piú chiaro e soprattutto voglio sapere che cosa significa tutto questo.

E l'unico modo è chiederlo a Eleanor.

Quando arriviamo a scuola decido finalmente di prendere coraggio e mi convinco che sia la cosa migliore da fare. Non faccio del male a Roy se le chiedo solo una semplice spiegazione, no?

Andró dritta da lei e senza esitazione pretenderó un chiarimento.

Quando arriva la quarta ora, quella di letteratura, mi siedo al mio banco con la testa alta e lo sguardo fiero. Sono pronta ad attuare il mio piano, sono tesa ma anche un po'entusiasta.

Ma quando a entrare in classe non è Eleanor Miller ma un uomo basso, con i baffi e in sovrappeso tutto si spegne.

<<Dov'è la Miller?>> chiede Josh in prima fila.

<<La professoressa Miller è assente, per oggi il vostro insegnante di letteratura sará il sottoscritto>>

Qualcuno grida buh, qualcuno si esprime con un verso di disgusto <<Se l'avessi saputo prima non sarei nemmeno venuto.>> commenta Ashton dal banco davanti al mio <<Non mi sono mica fatto bello per questo grassone.>>

Tutta la classe si lascia andare in un senso di delusione comune e io mi giro verso Gwen con aria confusa e lei mi fa spallucce confusa quanto me.

<<Perchè non è venuta? Secondo te c'entra qualcosa con me?>> chiedo alla mia migliore amica una volta in macchina. Non voglio parlare di questo argomento a scuola rischiando che qualcuno mi senta e si faccia idee strane.

<<Non saprei proprio, Rose. Be' glielo potrai chiedere domani>>

<<Già>>

Ma l'indomani si è presentato lo stesso supplente grasso, e cosí per i giorni successivi. Per il resto della settimana la professoressa Miller non si è fatta vedere a scuola e io non riesco a fare a meno di pensare che sia per colpa mia o per colpa di quello che è successo l'ultima volta.

Cosí non ho avuto le risposte alle mie domande e ora devo aspettare fino a lunedí. L'attesa mi uccide.

Sul divano, avvolta nel mio plaid verde con gli avocado e una tazza di tè tra le mani, continuo a rimuginarci sopra. Guardo il sole che tramonta dalla grande finestra del salotto. Non so perchè ma mi viene da chiedermi se anche lei lo stia guardando. E se fosse successo qualcosa? Se avesse avuto qualche problema? Magari qualcosa di grave. E se fosse davvero colpa mia? In questo caso mi sentirei una persona orribile.

Prendo in mano il telefono. Mi rendo conto solo ora di non averla mai cercata sui social. Apro Instagram e inserisco nome e cognome. Niente. Poi la cerco su Facebook. Niente nemmeno lí. Provo con Twitter e persino con Linkedin, ma di lei non c'è traccia. Come ultima spiaggia scrivo il suo nome nella barra di ricerca di Google, ma il risultato è come i precedenti.

A quanto pare Eleanor Miller si tiene alla larga dai social.

Un messaggio si palesa sul mio schermo. Lo apro.
È di Roy

Non vedo l'ora che sia domani.
Ti amo.

anche io non vedo l'ora. ti amo <3


Ecco un'altra cosa che mi fa sentire orribile. Mentre cerco di trovare la donna che mi ha lasciato un biglietto con scritto che sono bellissima e meravigliosa e che le faccio effetto e che mi fa effetto a sua volta, per la quale mi sono toccata e venuta e alla quale penso incessantemente da due settimane, io scrivo a Roy che lo amo e continuo a comportarmi come se niente fosse.

Tecnicamente non ho fatto nulla di male. Pensare non è peccato, giusto? Non ho tradito il mio ragazzo e mai lo farò. Non ho nessun motivo per sentirmi in colpa, allora perché un po' mi ci sento?

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora