Capitolo 23

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La festa si trova a casa di un certo Hugh, compagno di corso di Sam, che a quanto ho capito festeggia perchè ha preso il massimo dei voti al suo primo esame.
Mi fingo sconvolta quando Sam, dal sedile posteriore, racconta che in realtà Hugh ha pagato per avere le domande dell'esame in anticipo.

Da fuori la casa sembra enorme, una specie di mega villa dall'ampio giardino. Il garage ospita tre posti per le auto, uno è vuoto, probabilmente quello dei genitori, che se ne saranno andati per lasciargli casa libera.

Il cortile si sta già affollando, ragazze più nude che vestite appiccicate tra loro che ridono. Ragazzi con delle lattine tra le mani che gridano.

Ancora prima di scendere dalla macchina mi pento di aver accettato l'invito.

Tutta questa gente, l'odore di erba e alcol, la musica assordante. Un ragazzo già ubriaco mi si avvicina proponendomi di "fare un tiro", mi scanso e mi avvinghio al braccio di Roy. Dio, che cosa ci faccio qui?

<<Ci divertiremo stasera, piccola. Vedrai.>> mi rassicura Roy mentre stiamo per varcare la soglia.

Se prima l'odore di erba e alcol era forte ora mi invade i polmoni, unito all'odore di corpi sudati mi provoca quasi un conato.

Cosa non darei per essere nel mio letto con una tazza di tè e un libro tra le mani.

Roy mi prende per mano e mi guida verso il fulcro della festa. In quello che credo sia il salotto, in piedi, su un tavolo c'è il famoso Hugh che sta facendo un discorso su quanto abbia faticato per passare quell'esame a cui è dedicata la festa. Palesemente già ubriaco.

<<Sì, sì, come no.>> un ragazzo dagli scombinati capelli biondi sale sul tavolo accanto all'amico, ubriaco anche lui. <<Lo sappiamo tutti come hai superato l'esame, coglione che non sei altro.>> partono delle risate e delle urla. 

Il biondo passa all'amico una bottiglia di spumante che quest'ultimo stappa, il botto è forte ma è comunque sovrastato dalla pessima musica rap che rimbomba ovunque. La sento vibrare nella mia cassa toracica. La schiuma dello spumante sprizza fuori investendo il gruppo di ragazzi che si trova nell'arco di un metro. Per fortuna io sono lontana.

Sam esulta e come se già fosse brillo corre da una ragazza con i capelli rosa e le dice qualcosa all'orecchio. Una coppia impegnata a sbaciucchiarsi mi urta. <<Roy, andiamo via, ti prego. Non mi piace qui.>> inizio ad avvertire quella sensazione di panico di quando mi sento soffocare dalla troppa gente. C'è troppo rumore, non prendo una boccata d'ossigeno che non sia contaminata da un'odore stomachevole. 

Roy sembra non accorgersi del mio disagio quindi mi liquida con un <<Dai, amore. Rilassati.>>

Rilassarmi? Qui?

Sam ritorna con espressione trionfante, in mano tiene tre shot di vodka. Uno per sè e porge gli altri due a me e a Roy. Io lo rifiuto schifata. L'unica volta che ho ingerito dell'alcol è stato all'ultimo compleanno di Gwen, avevo bevuto un semplice gin lemon ed ero già partita per la tangente. Dire che reggo poco l'alcol è un eufemismo. 

All'improvviso un'idea si accende nel mio cervello. 

Io non reggo l'alcol. 

È perfetto, è proprio quello che mi serve. Spegnere il cervello e tutti i suoi pensieri per una notte, non pensare a niente, non pensare a Eleanor. Per una sera voglio solo ignorare tutto ed essere spensierata.

Con un movimento rapido del braccio tolgo il bicchiere dalle mani di Sam e lo butto giù in un sorso. Brucia da morire ma è una bella sensazione. Roy mi guarda scioccato <<Rose, vacci piano. Non sei abituata.>> 

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now