Capitolo 14

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Non ci posso credere, l'ho baciata. E sono stata proprio io a prendere l'iniziativa. Ancora non mi capacito di averlo fatto.
In questo momento il mio stomaco è tutto ingarbugliato talmente l'emozione che sto provando è forte.

I nostri occhi sono incatenati gli uni negli altri, i nostri respiri sono tornati quasi regolari e mi rendo conto che questo bacio non mi è bastato, ne voglio ancora.

Come se avesse avuto il mio stesso pensiero Eleanor appoggia la mano sul mio viso e mi attira verso di sè fiondandosi voracemente sulle mie labbra .

Di nuovo i nostri corpi si uniscono, le nostre bocche si cercano. Le sue mani sul mio corpo, le mie sul suo. I respiri sempre più affannati.

Potrei restare qui tutta la vita.

Se qualcuno mi chiedesse qual è la mia idea di paradiso risponderei: baciare Eleanor Miller nel magazzino della scuola sotto le scale.

All'improvviso sentiamo delle voci, fuori nel corridoio, entrambe ci voltiamo di scatto verso la porta.

<<Un attimo, vado a prendere altri bicchieri. Servono anche altri dolcetti, di quelli non ce ne sono mai abbastanza>> grida una voce femminile dall'esterno.

Con la stessa velocità della luce Eleanor mi prende la mano e mi trascina dietro a uno scaffale in fondo alla stanza. Non appena ci siamo nascoste una donna apre la porta. È Mitzy, la bidella piú amata a pari merito con Don. <<Come mai la luce è accesa?>> chiede tra sé e sé confusa.

Eleanor è proprio dietro di me, sento il suo respiro caldo sul mio collo. Lo spazio è stretto perciò il suo corpo è premuto contro il mio, sento il suo cuore che batte insieme al mio al ritmo dell'ansia di essere scoperte.

Mitzy inizia ad arraffare più confezioni di snack possibili. Quando si rende conto di non farcela chiama a gran voce Don, rimproverandolo per non essere venuto subito ad aiutarla.

Dopo interminabili minuti hanno finalmente preso tutto ciò di cui avevano bisogno, quindi se ne vanno spegnendo la luce.

Se ci avessero beccate non so proprio come avremmo potuto giustificarci.

Nel momento esatto in cui la porta si chiude mi giro e riprendo da dove eravamo rimaste.

Ormai al buio e incastrate in uno spazio misero tra lo scaffale e il muro riprendiamo quello che avevamo interrotto. Certo non è il luogo piú romantico del mondo dove darsi il primo bacio. Non è una radura incantata con le lucciole e i fiori; e in sottofondo non si sente certo il canto degli uccellini o lo scroscio di un ruscello. Anzi, il nostro sottofondo è il preside. Sta tenendo un discorso sulla storia della scuola e su come suo nonno, Maynard Cormack, abbia lavorato sodo per metterla in piedi.

Non seguo il discorso perché ogni parte di me è concentrata su Eleanor e sulle sue labbra incredibili.

<<Non mi sembra vero>> mi lascio sfuggire in un sussurro. Per un attimo mi sembrava di averlo solo pensato, mi rendo conto solo dopo di averlo detto ad alta voce.

<<Che cosa?>> sussurra anche lei.

<<È che... è tutto così assurdo, cioè prima che iniziasse la scuola era tutto diverso,... io ero diversa e...>>

Mi accarezza il viso mentre mi ascolta attentamente.

Continuo <<E... non mi aspettavo niente di tutto questo. E come se... se fossi in un sogno e dovessi ancora svegliarmi, è...>>

<<Lo so. So che cosa vuoi dire, è lo stesso per me>> sorride e mi guarda con i suoi occhi dolci.

<<Sai, quando quel giorno sei venuta da me e mi hai portato fuori e sei stata con me, io mi sono sentita cosí... cosí... al sicuro e protetta.>>

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now