La resa dei conti

207 9 1
                                    

POV MATILDE

Stiamo percorrendo il corridoio del dormitorio dell'università. Il mio cervello è assente ma il mio corpo è fisicamente presente. Non riesco a pensare a nulla, sono in tutt'altra dimensione. La mia ansia si sta impossessando del mio corpo, non so cosa accadrà, spero vivamente che vada tutto bene anche se la vedo dura.

I miei amici sono dietro di me, io e Phil siamo davanti e stiamo andando con calma. Phil lo vedo nervoso ma lo riesce leggermente a nascondere, credo sia questione anche di abitudine, anche se non è un argomento come tutti i giorni.

Sento che la mia mano viene presa, mi giro verso la persona ed è Thomas, appena lo guardo mi rilasso, non mi ero neanche accorta che stavo trattenendo il respiro, ero talmente tanto persa nei miei pensieri che non me ne ero accorta.

Il suo sguardo metteva sicurezza, mi trasmetteva e diceva di stare tranquilla e che lui ci sarebbe stato. Io gli sorrisi il più possibile, anche se il mio sguardo trasmetteva paura. Paura di non farcela, paura che sarebbe andato male.

Appena arrivammo fuori, dopo il bel respiro ed essermi girata verso Phil, vedemmo un bel po' di gente, soprattutto giornalisti. Guardando attentamente vidi anche gli amici di Phil. Mason, Ben, Rice, Jack, Declan ed altri. Si, in questo periodo mi sono informata leggermente quindi.

Ci guardavano con compassione e dispiacere. Erano qui a supportarci e a starci vicino. Non so se mi posso ritenere compresa nella situazione, ma da come spostano lo sguardo tra i noi suppongo di si.

"Phil, Phil ..." lo chiamò una giornalista.

"Da questa parte Phil" lo chiamò un altro.

Ci furono vari flash e le telecamere puntate su di noi. Non mi sentivo a mio agio. Non è il mio posto questo. Mi feci piccola piccola, mi misi più possibile vicino a Thomas che non mi aveva lasciato la mano per tutto il tempo.

"Come avete preso la notizia?" 

"E' stata dura?" 

"Cosa ne sarà adesso?" 

"Com'è stato scoprire avere una sorella?" 

POV PHIL

Ero disorientato. Non è come tutte le altre volte. Non sono pronto a tutto a ciò. Sono abituato a tutt'altro ma non a questo.

Troppe domande, tutto troppo.

Guardai i miei amici. Mi guardano con compassione e dispiacere. Ma sono felice che sono qui. Non gli ho dovuto dire nulla. Hanno fatto tutto loro e ne sono felice. Vedo il loro sguardo vacillare il loro sguardo tra il mio e quello di Ginevra. 

Appena metto il mio sguardo sulla sua figura, posso vedere la sua paura, lo sforzo che sta facendo ad essere qui. Non è abituata a tutto ciò e la posso capire a pieno. Si vede anche che è una ragazza timida, che non vuole stare in primo piano, quindi fa ancora più fatica.

Troppe domande, in più oltre alle videocamere e alle giornaliste ci sono anche i fotografi. La vedrò lunga.

Ogni tanto mi disconnettevo dalla realtà, non sapevo che fare, fanno cosi tante domande che non connetto. E' come se andasse a rilento, si alternava. Vedevo i poliziotti che ogni tanto dicevano ai giornalisti oppure ai fotografi di farsi indietro. Sono talmente tanto affiatati per questo evento che mi stupisco.

Sono paralizzato, non riesco a muovermi. Il mio sguardo si sposta anche su terze persone che sono sicuramente persone che hanno appena scoperto tutto ciò e ci hanno avvistato.

POV MATILDE

Il mio sguardo vacilla tra Phil e i giornalisti. Vedo Phil assente, non è connesso. Sta succedendo la stessa cosa che è successa a me. Piano piano mi sto riprendendo. 

Le domande dei giornalisti continuano, sono talmente troppe e ripetitive che sinceramente mi sta girando la testa.

Non so con che coraggio lasciai la mano di Thomas che mi era stato affianco fino ad adesso. Non sono abituata ma questa cosa mi sta stancando e voglio risolvere la situazione. Cosi mi avvicinai ad una giornalista e le presi il microfono.

Tutte le telecamere e le macchinette erano puntate su di me. Per non parlare ovviamente degli sguardi. Il mio cervello e il mio corpo sono due cose differenti in questo momento.

Sentii anche lo sguardo di Phil su di me nonostante ci sia vicino. Il suo sguardo non è pesante perchè è sorpreso ma ancora un po' destabilizzato.

Presi un grosso respiro, mi avvicino il microfono alla distanza giusta della mia bocca e iniziai a parlare.

"So che avete tante domande da fare e come darvi torto" guardando tutte le persone davanti a me "Ma una cosa che non concepisco e mi da tremendamente fastidio è il fatto che non esista la parola privacy nel vostro vocabolario. Nonostante ci sia una persona abbastanza conosciuta, questo non vi da il diritto di fare comunella come si dice da noi, che in parole povere, un gruppo di persone, venire qui e permettervi di entrare in un argomento delicato che va risolto tra di voi. Che cosa ne ricavate ... un nuovo scoop da dare alla gente ... una nuova notizia da dare. Beh non funziona cosi. Ci sono cosi tanti problemi che dovete andare a prendere una cosa cosi personale e spiattellarla a tutti. Pensate se fosse successa la stessa cosa a voi. Come avreste reagito. Non è una bella cosa da fare. Va bene siete giornalisti, ma questo non vi da il diritto di fare ciò. Come detto prima esisto tantissimi altri argomenti da mettere in primo piano, come ad esempio: le specie in estinzione, si se ne parla ma fino a che punto! Qualsiasi altro argomento più importante di questo sinceramente. Si sono la sorella di Phil Foden. E adesso che cosa ne avete ricavato? Vi è cambiata la vita per caso, per quanto ne so no, quindi per favore concentratevi su altro e non su queste cose. Passatemi il francesismo, ma fate pena

Posso dire che nonostante tutto mi sento libera. Mi sono tolta un pero di dosso immenso.

Detto questo mi girai e rientrai dentro. Prima però guardai sia gli amici di Phil che i miei amici. Mi guardavano con orgoglio e non potei essere più felice.

Mi serviva un po' di silenzio e tranquillità. Sentii ancora le mie mani tremare per l'ansia che ho avuto. In contemporanea anche dei passi dietro di me, mi girai verso di loro e gli chiesi se potevo avere un momento per me. Loro non si fecero nessun problema. Per fortuna mi hanno capito e non potrei essere più felice. Mi serviva spazio.

POV PHIL

Ho ascoltato con attenzione il discorso che ha fatto Ginevra e devo dire che non fa una piega. Mi ripresi e anche io rubai un microfono da un altro giornalista.

"Devo dire che ha detto tutto mia sorella prima" mi fa strano sinceramente. In questo momento mi sembrava necessario "L'unica cosa che aggiungerei è che dovete essere un po' più restrittivi, i sembra giusto che questo argomento vada in tv perchè la gente deve sapere. Ma la cosa più fondamentale è che ci sia rispetto, non è certo una bella cosa soprattutto degli argomenti del genere. Quindi per favore non interferite con queste cose, perchè non è una cosa carina" detto questo riconsegnai il microfono e raggiusi i miei amici.

Mi diedero una pacca sua spalla ma non dissero nulla. Sapevano che mi serviva tranquillità. Andammo verso l'hotel. Mi serve riposo, la tensione si sta cominciando a sentire e la stanchezza anche.

L'unica cosa che so è che dovrò passare una giornata con Ginevra.


SPAZIO AUTORE

Eccomi qui. Come vi è sembrato? Fatemi sapere se vi è piaciuto. Mi dispiace che si stia allungando la storia, sto facendo il più possibile. La parte più intensa di questi untimi capitoli è passata. Adesso è tutta in discesa. Ci vediamo al prossimo capitolo e un bacio grande. Posso dire che per il titolo ho avuto difficoltà, l'unico che mi è sembrato più adatto è stato questo. Spero che si sia inteso il contesto

LA SORELLA DI UN CALCIATOREWhere stories live. Discover now