L'attacco di panico

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POV MATILE

Sono allungata sul letto della mia camera e sto fissando il muro davanti a me. Da quei giorni a Manchester sono passati più o meno 5, i due giorni seguenti non sono andata a lezione, come ho evitato di andare al corso pomeridiano. Siamo all'inizio di febbraio e io dovrei studiare per gli ultimi 2 esami ma sono uno straccio.

A Madison e a Jennifer ho raccontato quello che ho potuto. Gli altri invece stanno cercando in tutti i modi di capire cosa sia successo di cosi improvviso e come stia visto che quando mi hanno visto sembrava che io non abbia avuto una bella cera.

I miei genitori hanno provato a chiamarmi compresi i miei cugini per sapere com'è andato il tutto ma ho fatto parlare sempre e solo Madison. Posso immaginare i miei genitori in questi giorni che al posto di avere un contatto con me, parlino con altre persone. Ma io prorpio non riesco.

Per quanto riguarda Ginevra, ho mandato un messaggio a Miss Cox per dirgli che purtroppo non sto bene e da una parte è vero. Per non far dispiacere Ginevra e illuderla. È già una bambina particolare e illuderla in questo modo non è tanto bello.

Sento la serratura e il susseguirsi dell'apertura della porta aprirsi. Non serve neanche che mi giri, so perfettamente che sia la mia coinquilina.

"Come stai?" dandomi un bacio sulla guancia e una carezza.

"Un po' meglio. Ma ancora un dalla parte del dolore" Matilde no. È questa l'unica frase che mi ripeto a mente quando mi chiedono come sto e comincio a ripensarci. Per non ripiangere di nuovo. Ma a volte lo vedo abbastanza difficile.

"Lo vuoi un bicchiere d'acqua?" continuando e sededendosi un bordo del letto. Mi giro dall'altra parte del letto in modo tale da poterla vedere un minimo. Anche se per me è un po' difficile mantenere lo sguardo ultimamente.

"Si per favore" lei si alzò e prese un bicchiere d'acqua. Successivamente me lo porse. Nel mentre io mi sono messa seduta.

"Ci manchi molto. Soprattutto agli altri. Ogni volta mi chiedono di te e ne io e ne Jennifer non sappiamo tanto cosa dirgli. Abbiamo cercato di dirgli che stai tanto male, ma credo che da come mi hai raccontato, quando Thomas ti ha visto piangendo, si sono spaventati molto" ed eccole qui, il momento in cui fini la frase le mie lacrime erano risalite anche al sono pensare quella scena. In quel momento mi ero vergognata tantissimo, ma mi ero fatta prendere tanto dal momento che me ne sono fregata.

Mi alzai, con ancora il bicchiere in mano. Sembravo una pazza ma ultimamente il mio autocontrollo se ne andava un bel po' di volte.
Quando ero più piccola mi capitavano episodi simili e prendevo delle medicine. Ma adesso, non che non le voglia prendere ma mi devo un'attimo riprendere un po' mentalmente e il problema più grande è che non mi era mai successo così.

"Mi sta scoppiando la testa" questa è l'unica cosa che riuscì a dire. In questi giorni ho parlato pochissimo.

"Ehi è tutto ok. Perché non ti siedi" Madison si provò ad avvicinare. Percepivo che aveva un po' di paura, come credo la maggior parte delle persone quando si trovano in una nuova situazione per la prima volta.

"Nono. Devo... Devo..." le lacrime cominciarono ad uscire ed io non riesco a respirare. Mi cominciai ad agitare.

"Matilde..." avvicinandosi e togliendomi il bicchiere dalle mani. 

"Sto avendo un attacco di panico ... ti prego ... chiama qualcuno" cercando di calmarmi in tutti i modi e camminando per la stanza. 

"Ok. Ma io sto qui, chiamo con il cellulare ok!" cercando di tranquillizzarmi almeno un pò, io annuii e la vidi prendere il cellulare per poi avviare la chiamata.

POV MADISON 

Sto chiamando Thomas. So che lui può aiutarla più di tutti. Ogni tanto mi ritrovo a guardare Matilde. Non so che fare e ho paura.

"Pronto Madison. Dimmi tutto" 

"Thomas. Ti prego ... devi venire in camera nostra..." cominciando ad avere un l'ansia.

"Madison calma. Che cosa è successo?" cominciando a preoccuparsi.

"Matilde. Lei sta avendo un attacco di panico abbastanza forte e mi ha chiesto di chiamare qualcuno. Per favore vieni"

"Ok. tu stai tranquilla. Io arrivo prima possibile ok?!" cercando di tranquillizzarmi.

"Ok. Ti aspetto. Fai subito però ti prego"

"Ok" subito dopo riattaccò ed io mi avvicinai a Matilde. Le presi le mai "Andrà tutto bene sta arrivando" la vidi annuire. Mi dispiaceva vederla cosi e mi anche tanto male. Non so che fare. Mi ha riferito che ogni tanto le succedeva e anche che da un bel po' non gli capitava una cosa del genere.

POV THOMAS

Corsi per i corridoi per arrivare più possibile nella camera di Matilde. Ogni tanto sbatto contro qualcuno, ma in questo momento non mi interessa. Devo arrivare prima possibile.

Arrivai davanti la sua porta e bussai. Madison mi apri e mi focalizzai su l'unica persona che mi interessava in questo momento. Mi ci fiondai subito e la strinsi a me. Feci capire a Madison di uscire e cosi fece. Sentivo la presa di Matilde sulla mia maglietta e mi faceva male vederla cosi.

"Shhh. Sono qui. Non ti preoccupare." andai verso il suo letto, mi sedetti e la feci sedere sulle mie gambe. 

"Mi manca l'aria ... non riesco ... ti prego ... non c'è la faccio più" pianse più forte staccandosi leggermente da me "Falle smettere ti prego" a quella frase il mio cuore si fermò per un istante. Non volevo vederla cosi e mi faceva male. Cercai di stare più tranquillo possibile altrimenti sarebbe stato peggio. 

"Abbassati leggermente la felpa. Vedi se va meglio" e anche se un po' tremante l'abbassò leggermente, aveva la felpa chiusa fino su e non andava bene "Hai bevuto un po' d'acqua? Ne vuoi un altro po'?" mi face segno di aspettare un attimo. "Respira piano piano. Sono qui con te. Non vado da nessuna parte" prendendole le mani e accarezzandole dolcemente. Cercai leggermente il suo sguardo e lei anche se per poco e con fatica allaccio lo sguardo. Presi la sua mano e la misi sul mio cuore "Fai come faccio io. Espira ed ispira. Espira ed ispira" notai che cominciò piano piano a farlo "Brava. Cosi"  Dopo che si era stabilizzata anche leggermente, presi il pacco di fazzoletti che cera sul suo cuscino e gliene porsi uno. In seguito presi il bicchiere sul suo comodino e glielo porsi la bevve piano piano. Appena finì di bere, riposai il bicchiere sul comodino e le diedi un bacio sulla testa. Notai che appena mi staccai mi prese il viso e fece combaciare la mia fronte alla sua. Io la feci fare e devo dire che il contatto che ho con lei mi fa dimenticare tutto quello che c'è intorno a me.

"Sono stata adottata" fece uscire tutto insieme. Non so come reagire ma ripensando al suo stato attuare non voglio aumentare ancora di più il suo dolore.
Mi avvicinai per dargli un bacio e con calma le dissi "Ti va se prima riposi un po' e poi quando starai meglio ne parliamo con tutta la tranquillità del mondo?!" lei annuii solamente. Sapeva che doveva riposare.

POV MATILDE

Non so cosa mi abbia spinto a dirglielo. Ma l'ho fatto e da una parte posso dire che mi sento sollevata e anche un po' felice. Sentivo che lui almeno lui avesse il diritto di sapere.
C'erto l'ho detto in un momento abbastanza delicato ma l'ho fatto.

Mi allungai. Mi sistemo bene le coperte e mi diede un bacio sulla testa. È un ragazzo d'oro e sono abbastanza felice di averlo incontrato.

"Resti qui con me" avevo bisogno di compagnia e in questo momento avevo bisogno di lui.

"Certo" mi fece un sorriso che il mio stomaco faceva scintille. Amo il suo sorriso.

Gli feci spazio e si allungò di fianco a me. Mi cominciò a fare delle carezze per farmi rilassare e subito dopo mi addormentai.

SPAZIO AUTRICE

Eccomi tornata. Dopo due settimane sono riuscita ad aggiornare.
Scusatemi tanto, ma ogni tanto non ho tante idee. Ma mi capita che quando inizio a scrivere parto.
Spero vivamente di riuscire a scrivere prima possibile il prossimo capitolo.
Ditemi cosa ne pensate di questo e cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo.
Un bacio e alla prossima.

LA SORELLA DI UN CALCIATOREМесто, где живут истории. Откройте их для себя