Mentre ci avviavamo in cucina, Teseo tentò di sistemare la maglietta che gli avevo prestato e io provavo a lisciarmi i capelli arruffati.

Trovammo Zef sullo sgabello, intento a completare un cruciverba.

«Mamma, finalmente! Dov'eri finita?», esclamò quando la vide. Poi i suoi occhi scattarono sulla figura che mi accompagnava.

«Teseo! Sei qui anche tu!», disse eccitato. «Sei rimasto qui a dormire?»

«Ehmm...Sì... Io e tua madre ci abbiamo dato dentro con l'alcol ieri sera, quindi si è offerta di farmi dormire qui».

Ah, però! Per uno che tendeva sempre a dire la verità, Teseo sapeva come destreggiarsi con le bugie!

«Ah», disse Zef. «Beh, che ne dici di restare con noi a fare colazione?»

Teseo gettò un'occhiata nella mia direzione, forse per vedere la mia reazione di fronte a quella proposta.

Sorridere fu l'unica cosa che feci.

«Mi sembra una bella idea. Che ne dici se vi preparo i miei famosi pancakes?»

Se avesse indossato una camicia in quel momento, avrebbe rimboccato le maniche con fare sicuro, ma - siccome portava una maglietta - l'unica cosa che poté fare fu puntare le mani sui fianchi.

«Certo, io e mamma adoriamo i pancakes!»

«Il caffè lo faccio io, però! Tu sei incapace!», lo fermai prima che potesse compiere un altro passo.

Teseo alzò le mani e disse: «Non mi sarei mai permesso».

Insieme ci adoperammo per preparare una colazione degna di essere chiamata tale e poi ci sedemmo a tavola, aiutando Zef a completare il cruciverba.

«Teseo. Cosa lega muscoli e ossa?», chiese nostro figlio, trovandosi in difficoltà.

«Tendine».

Zef contò i quadretti ed erano sette proprio. Quindi, scrisse la parola nella sua grafia precisa. «Chi scrisse la poesia I ragazzi che si amano

«Oh, questa la so!», esclamai, puntando la forchetta contro di lui. «Prevert».

Mentre Zef faceva il conto dei quadratini, Teseo ed io ci guardammo da una parte all'altra del tavolo, ricordando di quella volta che lui mi aveva letto la poesia con il suo accento francese perfetto.

«Giusto! Brava mamma!»

Continuammo così finché Zef non finì di comporre il cruciverba, poi ci alzammo per lavare le tazze e i piatti, mentre nostro figlio andava in camera a chiamare Anna.

A quanto pare, aveva un sacco di cose da raccontarle.

Teseo mi afferrò per l'elastico dei pantaloni e mi attirò a sé con un movimento del polso. Mi lambì la guancia con l'altra mano e si chinò per far sfiorare i nostri nasi in una lenta carezza.

«Ti ricordi della poesia», sussurrò.

«Non solo me la ricordo. Penso di averla imparata a memoria da tante volte l'ho letta».

«Perché avresti dovuto leggerla?», chiese Teseo.

«Perché leggerla mi faceva pensare di avere una sorta di connessione con te. É stupido, ma speravo che tu la leggessi nello stesso momento, pensando a me come io pensavo a te».

Teseo si accertò che Zef fosse ancora in camera, prima di spingermi contro il bancone della cucina e schiacciare le sue labbra sulle mie, travolgendomi con un bacio che sapeva di anni di nostalgia.

How to charm Micol Esposito [Trilogia How To #1]Where stories live. Discover now