Capitolo 32

597 27 61
                                    

Oh, let the sun beat down upon my face

With stars to fill my dreams

I am a traveler of both time and space

Kashmir, Led Zeppelin

Non potevo credere a quello che stavo vedendo.

Davanti a me, in tuta e maglietta a maniche corte, una versione di Teseo mai vista prima si stava contorcendo sul tappeto del mio salotto.

Al suo fianco, mia zia Cecil gli dettava il modo migliore per eseguire la posizione.

«Questa si chiama posizione dell'aratro e ha effetti benefici sul collo e sulla regione della gola», gli disse.

Teseo si contorse per riuscire a toccare il pavimento con i piedi, rimanendo a terra solamente con la parte alta della schiena e il collo.

«Lo sento», mormorò in un verso strozzato.

«Bene, teniamo la posizione per altri quattro o cinque respiri e poi torniamo distesi lentamente».

Teseo resistette per un solo respiro, prima di ritornare supino.

«Che sta succedendo qui?», chiesi ad alta voce.

Vidi Teseo sobbalzare colto alla sprovvista dalla mia presenza.

Zia Cecil si mise a sedere e disse: «Teseo è agitato per l'intervento che dovrà eseguire domani, quindi ho pensato che un po' di yoga avrebbe fatto bene».

Decisi di lasciar perdere.

«Dov'è Zef?», domandai.

«È andato a fare spesa con Bear. Quando Teseo è arrivato era già andato via. Ha acconsentito a fare yoga con me, mentre lo aspettava».

C'era qualcosa che non quadrava.

«Perché dovrebbe andare a far spesa con papà? Lui odia i supermercati», dissi.

Mi sedetti sul divano, sprofondando tra i cuscini. Teseo si alzò dal pavimento e mi raggiunse con un'andatura claudicante.

«Oggi avrà avuto voglia». Zia Cecil scrollò le spalle e si mise nella classica posizione del loto.

Era completamente persa nel mondo rilassante dello yoga, quindi mi rivolsi a Teseo.

«E di chi sono quelli?», indicai con il mento i suoi vestiti. Non l'avevo mai visto portare una tuta, se non mentre giocava a tennis.

Teseo si strofinò il capo, imbarazzato. «Tua zia li ha trovati nel tuo armadio. Spero che non ti dispiaccia che io li abbia presi».

Ecco perchè mi sembrava di averli già visti da qualche parte: quei vestiti erano di Luca. Beh, la situazione non poteva diventare più imbarazzante di così.

Il campanello di casa suonò in quel momento.

«Miki, va' ad aprire, probabilmente sono Bear e Zef che hanno dimenticato le chiavi».

«Uno più sbadato dell'altro, davvero».

Mi alzai di malavoglia e mi avvicinai alla porta. Afferrai la maniglia e la aprì.

Mio padre e Zef attendevano sulla soglia, ma nessuna busta era in vista.

Al loro posto, altre tre persone si nascondevano dietro alle loro figure.

«Sorpresa!», gridarono in coro, alzando le mani in aria.

«Rob! Stella!», esclamai. «Che ci fate qui?»

How to charm Micol Esposito [Trilogia How To #1]Where stories live. Discover now