Capitolo 23

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And maybe we got lost in translation

Maybe I asked for too much

But maybe this thing was a masterpiece 'til you tore it all up

Running scared, I was there

I remember it all too well

All Too Well, Taylor Swift

Teseo non aveva potuto fermarsi un attimo da quando aveva ricevuto una telefonata d'emergenza quella sera.

Un bambino stava andando in bicicletta quando era stato investito da un'auto che andava a cento chilometri orari su una strada che permetteva di farli solo trenta. Era stato portato d'urgenza all'ospedale per essere operato a causa di una costola che aveva perforato un polmone.

Teseo era arrivato in ospedale appena lo aveva saputo. Si era messo il camice e lavato le mani con cura prima di fiondarsi in sala operatoria e fare di tutto per salvare quel bambino di soli undici anni.

E ce l'aveva fatta. Lo aveva salvato.

In quel momento era distrutto come se fosse stato massacrato di botte da un wrestler e non vedeva l'ora di tornare a casa e dormire fino al mattino.

Non era sicuro, però, di riuscirci dopo averla rivista.

Era certo che, appena si fosse sdraiato, la sua mente gli avrebbe ripresentato la scena vissuta quel giorno. Avrebbe rivisto i suoi ricci danzare nel vento, le sue labbra rosse lasciare un segno sulla cartina bianca della sigaretta. Avrebbe rivissuto l'attimo in cui loro occhi si erano incontrati per la prima volta dopo dodici anni.

Uscito dalla sala operatoria, si tolse la cuffia, i guanti e la mascherina chirurgica insieme alla divisa azzurra. Buttò tutto nel cestino e spalancò le porte indossando il suo camice bianco, alla cui tasca era attaccato un cartellino che lo identificava come Dottor Montecchi, chirurgo pediatrico.

Dopo aver percorso due corridoi, venne affiancato da Jessica, l'anestesista che lo aiutava sempre in sala operatoria.

«Stanotte, dottor Montecchi, sei stato davvero eccezionale», si complimentò.

Teseo la guardò alzando un sopracciglio.

Indossava una divisa verde che le abbracciava le curve in modo quasi osceno. Alcuni avrebbero definito Jessica una donna in carne, ma lui credeva che la morbidezza delle sue cosce fosse squisita da maneggiare. I suoi capelli castani erano raccolti in una crocchia trattenuta da un mollettone colorato e le sue guance erano arrossate, come le succedeva spesso quando era concentrata sullo svolgere un lavoro preciso.

Teseo la vedeva soprattutto quando erano a letto, sfiniti dopo una sessione di scopate senza fine.

«Siamo tornati a chiamarci con i nostri appellativi professionali?», chiese Teseo. «Non l'avevamo superato mesi fa?»

Se possibile, le gote di Jessica diventarono ancora più rosse.

Era carina quando succedeva. Le dava un'aria da adolescente innamorata, quando in realtà aveva solo due anni in meno di Teseo.

«Sei stato fantastico stasera, Tes».

Già, lei lo chiamava Tes quando erano in privato. Pochi lo chiamavano così perché non gli piaceva particolarmente quel diminutivo, ma a lei lo permetteva. A lei e al suo amico di lunga data, Malik. Ma quella era un'altra storia.

«Grazie, Jessie».

Continuarono a camminare fino al reparto di pediatria, dove Teseo si fermò di fronte al suo ufficio.

How to charm Micol Esposito [Trilogia How To #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora