«A che ora finisce la scuola?»

«Alla due».

Teseo avrebbe finito di lavorare all'una di pomeriggio, quindi non era un problema per lui passarlo a prendere.

«Va bene. Pranziamo insieme?»

«Certo».

«Perfetto», concluse. «A dopo, allora».

«A dopo, Teseo».

La prospettiva di poter vedere suo figlio quel pomeriggio riuscì a rallegrarlo immediatamente e Teseo si ritrovò a varcare le porte dell'ospedale con un sorriso felice sul volto.

Era arrivato davanti al suo ufficio quando vide Jessica venirgli incontro.

Erano passate alcune settimane della loro "rottura" e lei aveva fatto tutto quello che era in suo potere per evitarlo, persino chiedere ai colleghi di sostituirla durante gli interventi che le spettavano, quindi a Teseo parve strano che fosse lì e che stesse venendo verso di lui.

«Tes, abbiamo bisogno di te», disse trafelata. Era chiaramente agitata e lo si poteva capire non solo dalle sue trecce spettinate, ma anche dal nomignolo con cui l'aveva chiamato.

Teseo scommetteva che se fosse stata in sé non si sarebbe mai rivolta a lui con quel diminutivo.

«Che succede?», chiese.

«Ti spiego mentre andiamo in sala operatoria».

E così, correndo verso la sala dove si sarebbe svolto l'intervento, Jessie gli spiegò che una famiglia era stata travolta in un incidente stradale e un bambino di soli cinque anni era in fin di vita: spettava a Teseo salvarlo.

Quindi, dopo essersi preparati adeguatamente, i due entrarono in sala operatoria fianco a fianco e si misero all'opera.

Nonostante tra di loro le cose non fossero ancora sistemate, Teseo non percepì altro emanare da Jessie se non assoluta fiducia in lui e nelle sue capacità.

E quando l'operazione finì e la vita del bambino fu salva, Teseo festeggiò con lei, abbracciandola.

«Adoro questo lato di te», disse Jessie, quando la lasciò andare.

«Quale lato?», chiese, incuriosito.

«Quel lato onesto di te. Quello che ti fa abbracciare una persona quando sei felice e ti fa piangere senza remore quando sei triste. Non hai paura di mostrare le tue emozioni, Teseo, e non è cosa da tutti».

«Anche se è lo stesso lato di me che ti ha ferito?»

Jessie annuì con le lacrime agli occhi, ma sulle labbra un sorriso dolce e genuino.

«Mi hai perdonato, quindi?»

«Non c'è nulla da perdonare, Teseo», disse. «Semplicemente, non eravamo destinati a stare insieme. Questa è sempre stata la storia tua e di Miki».

Teseo la guardò ammirato. Non credeva che una persona potesse mostrarsi così ragionevole di fronte al proprio ex, che - tra l'altro - l'aveva lasciata perché ancora innamorato perso del suo primo amore.

«Grazie, Jessie. Avevo bisogno di sentirtelo dire».

«Lo so, Tes».

A quel punto, lo abbracciò di nuovo e prendendolo sotto braccio gli chiese di raccontargli come stavano andando le cose con suo figlio.

Nel percorso che fecero verso l'ufficio di Teseo, lui gli raccontò di quanto fosse spaventato e allo stesso tempo emozionato da tutto quello che stava succedendo.

How to charm Micol Esposito [Trilogia How To #1]Where stories live. Discover now