i dont want your help!

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Sun-hi


Ero sveglia da un po' ormai, tra le braccia del biondino. Mi stringeva a se e non riuscivo ad allontanarmi. Il suo respiro sul mio collo, i suoi capelli mi solleticavano una guancia.

Gli accarezzai il viso dolcemente, cullandolo. Era ancora molto presto, e non volevo svegliarlo, soprattutto perché dormiva così bene al mio fianco. Sembrava un piccolo angioletto.

Continuai ad accarezzargli una guancia, arrivando all'orecchio dove sfiorai i suoi orecchini sui lobi, arrivando poi ai capelli dove ci infilai le dita. Lo sentii mugugnare e strofinare il naso sul mio collo. 

Jimin era un angelo. Quando cantava, quando ballava, quando dormiva. Ammetto che non era un granché nel relazionarsi con le persone nuove, ma a me piaceva comunque. Ci eravamo uniti e mi piaceva passare il tempo con lui, mi cullavo dei suoi abbracci. 

Abbracci dalla quale non mi sarei mai voluta sottrarre.
Abbracci che avrei voluto fossero eterni.
Mi sentivo al sicuro tra quelle pallide braccia, e quelle piccole mani. 

Era una sensazione strana, che mi faceva stringere il cuore e lo faceva battere forte. Una sensazione mai provata, ma che non avevo intenzione di provare con un Idol, soprattutto se era uno dei migliori amici di mio fratello.

Io e Jimin dovevamo essere soltanto amici. Io dovevo solo aiutarlo a superare la cosa.

Dopo qualche minuto mi riaddormentai cullata dal suo profumo e dalle sue braccia.


Passarono giorni e finalmente arrivò novembre: il mio mese preferito. Non perché ci sia il mio compleanno, ma perché mi piace l'aria di fresco, l'aria d'inizio autunno. Mi piacciono gli alberi dalle foglie marroni tendenti all'arancio. Non ho altri motivi, mi piace e basta.

-"Sun-hi! Sei pronta?" -urlò Yoongi. 

-"Si Yoon sto arrivando." -roteai gli occhi e mi misi lo zaino in spalla. Uscii dalla camera e scesi di corse le scale.

-"Ti dai una mossa?" -sbottò aprendo la porta d'ingresso.

-"Si Yoongi! Sali in macchina, arrivo." -gli indicai fuori la porta e mi sedetti sullo scalino per infilarmi le scarpe, e lui si diresse verso la macchina sbuffando.

Dopo aver messo entrambe le scarpe lanciai un urlo per salutare gli altri e corsi in macchina.

-"Ti ha detto perché vuole vedermi?" -domandai nervosa allacciandomi la cintura.

-"Non ne ho idea. Ma ha chiesto che ci fossi anche io." -gesticolò con le mani ingranando la marcia.

Bang Si-hyuk aveva detto a mio fratello che voleva vedermi. Perché? Non lo sapevo, ed ero alquanto confusa e nervosa per quella specie di convocazione. Perché mai un grande uomo di fama più che nazionale dovrebbe voler parlare con me?

Si certo ero la sorella di Suga, un cantante piuttosto famoso, noto anche con lo pseudonimo di Agust D, ma non mi conosceva proprio nessuno.

-"Questa cosa mi fa salire ansia." -iniziai a blaterare. -"Perché dovrebbe parlarmi? E di cosa soprattutto?"

-"Non so peste." -esordì. -"Gli abbiamo parlato molto di te in questi giorni."

Avevano iniziato di nuovo ad allenarsi, dopo un lungo periodo di pausa, infatti a casa era raro vederli tutti insieme. Jimin, ovviamente, passava la maggior parte del suo tempo lì. Avrei voluto andare a trovarlo, ma il mio romanzo e anche i diversi corsi che avevo iniziato a seguire mi avevano tenuto piuttosto occupata.

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