<<A dopo. Ti amo>> 

Dopo il bip della chiusura della chiamata mi ritrovo a fissare il telefono, apro le chat e subito vedo il contatto di E♡.

Potresti scriverle un messaggio.

L'idea mi accarezza da lontano e non mi dispiacerebbe farlo. Ma poi mi ricordo che con ogni probabilità non mi risponderebbe. Credo che non voglia nemmeno sentir parlare di me. Se ricevesse un mio messaggio potrebbe rimanere disgustata, "con che coraggio mi scrive?", sí potrebbe chiederselo.
E poi non avrei la minima idea di cosa dirle, o meglio, lo saprei, una cosa tipo "ti prego non mi odiare" oppure " anche se sei arrabbiata con me puoi almeno guardarmi?" o ancora "so che ti ho mandata via ma vorrei ancora che ci parlassimo", no forse l'ultima non è adatta, perchè significherebbe ritornare a vedersi che era proprio l'opposto del mio obbiettivo.

In ogni caso non troverei mai abbastanza coraggio nemmeno per scriverle una sillaba. Mi limito quindi a scorrere la nostra breve chat e assaporare i suoi messaggi, immaginandoli con la sua voce.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime quando arrivo al suo ultimo messaggio, un semplice "Buonanotte, Everest", che semplice non è affatto. Quelle due parole racchiudono tutta la sua infinita dolcezza.

La porta d'ingresso si apre e si chiude, mamma è tornata. Lancia un "ciao tesoro" dall'ingresso e poi la porta di camera mia si apre.

<<Che cosa fa la mia bimba adorata?>> è raggiante nel suo completo blu oltremare.

<<Stavo leggendo>>

Mamma si avvicina al letto, non si è ancora cambiata, è strano, la prima cosa che fa quando torna a casa è sempre cambiarsi.
Si siede sul bordo del letto e allunga una mano verso il libro che stavo non leggendo prima.

Accarezza la copertina con un dito <<I Sette Mariti di Evelyn Hugo.>> pronuncia <<È bello?>>
alza lo sguardo.

Annuisco. <<È bellissimo>> Sorrido pensando alla prima volta che ho parlato con Eleanor. Questo libro mi sa di lei. È il nostro libro.

Il vostro libro? Ma che dici, non c'è nessun voi.

Il sorriso mi scompare di nuovo.

La mamma posa il libro sul comodino. <<Senti tesoro, Jason ci ha invitate al ristorante il prossimo venerdí, per te va bene?>>

<<Certo. Va benissimo.>>  abbozzo un sorriso

Sembra nervosa, giocherella con uno dei suoi anelli <<Voi non vi conoscete ancora, o meglio, vi conoscete solo... solo di vista e...>>

<<Mamma. Tutto bene?>>

<<Non lo so, è che... il fatto che voglia invitare anche te vuol dire che sta prendendo tutto sul serio. Ne sono felice ma... al tempo stesso mi spaventa.>>

<<Perchè? Per papá?>>

<<No, cioè forse sí... Credo solo... >> guarda fuori dalla finestra e sospira <<Credo solo di essere spaventata dall'idea di essere felice con un'altra persona.>>

Le prendo la mano.

<<Se sai che sarai felice non dovresti avere paura.>>

Wow, proprio tu fai discorsi sulla felicità. Che ipocrita.

<<Lo sono. Sono felice con Jason.>> quella genuina espressione serena ed emozionata sul suo viso mi basta per essere felice

<<Comunque sí, ci saró, anzi non vedo l'ora di conoscerlo>> la rassicuro.

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now