"Hai proprio una bella bambola. Come si chiama" mi chiese l'uomo.

"Chloe" spostandomi meglio dalle gambe della direttrice.

"Che bel nome" continuò ed io sorrisi diventando rossa.

"Ti va se passano un po' di tempo con te e poi quando te la senti andrai" ci riflette ma poi annuii.

*Fine flashback*

È quello è la giornata in cui mi hanno adottato. Quando mi hai vista piangere quel giorno era perché ero appena uscita dal l'orfanotrofio da dove sono stata adottata" lo guardai ma con la paura che mi giudicasse.

"Quindi sei nata qui. Cioè a Manchester" ma non aveva la voce di chi mi volesse giudicare ma abbastanza confuso e credo che non si aspettasse una cosa del genere. Annuii solamente.
"Ti va di raccontarmi qualcos'altro?" aspettando quanche secondo per assimilare un po'. Annuii di nuovo e continuai.

"Quando iniziai le elementari, c'erano alcuni bambini di cui avevo fatto amicizia come tutti i bambini nonostante fossi una bambina timida. Ma comunque ci sono riuscita.
Poi c'erano quei bambini che mi prendevano in giro perché magari non parlavo bene l'italiano, nonostante a me piacesse imparare cose nuove e anche del fatto che avessi un comportamento differente dal loro"

*Inizio Flashback*

ANNO:2008       ETA':7 E MEZZO

"Hai comprato il nuovo album delle figurine in edicola?" mi chiese la mia vicina di banco Elena. Stavamo facendo ricreazione, quindi potevamo chiacchierare tranquillamente.

"Si, mia mamma me lo ha comprato ieri pomeriggio. Ma per il momento ho solo le figurine che ci erano con l'album" alzando le spalle e mangiando un cracker.

"Allora se ti va quando avremo qualche doppione potremmo  scambiarcele, che ne dici?" dando anche lei un morso al suo panino.

"Molto volenti ..." ma venni interrotta da un mio compagno di classe, Mirko.

"Hai sbagliato nel parlare. Non si dice ci erano ma c'erano" lui e i suoi amichetti risero. Per fortuna Elena non rise, ma mi difese.

"Perchè la dovete prendere sempre in giro, tutti possono sbagliare. Eh perchè avrebbe sbagliato. Dillo alla maestra se è giusto oppure no. Maestra" richiamandola.

"Dimmi Elena" alzando lo sguardo verso quest'ultima.

"Come si dice ci erano oppure c'erano?" aspettando una risposta dalla maestra.

"Sarebbe piu' corretto dire c'erano, ma la parla viene ci erano. Quindi anche se la dici non succede nulla." 

"Grazie mille. Maestra" 

"Di nulla" facendole un sorriso.

Elena si girò verso Mirko e il suo gruppetto "Visto. La prossima volta imparte e poi parlate" alla fine se ne andarono.
Abbassai la testa dispiaciuta.
"Non dargli retta. Sono degli stupidi." io annuii solamente e cambiammo argomento.

*Fine Flashback*

"È questa bambina poi? Sembravate molto legate.

"Lei in quarta dovette trasferirsi e io rimasi da sola" feci una breve paura "Alle medie non ne parliamo, stai entrando nell'adolescenza, ognuno si è fatto il suo carattere e si accoppia con chi si assomiglia. Io rimasi da sola per tutti e 3 gli anni. Ogni tanto venivo presa di mira e alcune volte quando ero a casa piangevo a non finire. Ho cominciato a soffrire di attacchi più o meno in quel periodo e la mia ansia non ha aiutato" al solo ripensarci mi vennero gli occhi lucidi.

"Ehi" mi richiamò Thomas, mettendomi una mano sulla guancia e strofinandola. "Stai tranquilla non fa nulla. Hai già detto tanto" avvicinandomi un po' di più a lui. Mi accoccolai un po' e con il suo respiro riuscì a stare più tranquilla.

"Alle superiori non sono riuscita a farmi degli amici. Gli unici amici che avevo erano i miei cugini. Le nostre scuole avevano il cortile in comune, quindi a ricreazione ci incontravamo li, anche se ogni tanto lasciavo loro lo spazio per stare con i loro amici. A volte preferivo restare da sola quindi evitavo anche di uscire dalla classe"

"Mi dispiace molto. Hai passato abbastanza e non te lo meriti" cominciando ad accarezzarmi i capelli.

"Sto bene adesso. Mi sembra strano che mi sia riuscita a fare degli amici. Gli unici amici che ho avuto fino ad ora sono stati i miei cugini. E quindi mi fa strano."

"Mi fa molto piacere. Anche il fatto che tu stia bene con noi conta tanto. Anche noi stiamo bene con te" sorrisi.

"Ti posso chiedere un ultimo favore"

"Tutto quello che vuoi"

È così fu. Volevo chiamare i miei genitori per dirgli che sto bene. Odio mentirgli ed è per questo che gli ho raccontato tutto. Mia madre ha pianto. Odio vederla piangere e mi fa male. Ho ringraziato molto Thomas che mi è stato a fianco e lo hanno ringraziato anche i miei.
Non ho parlato dei medicinali che prendevo quando avevo delle crisi come queste e del fatto che ogni tanto andavo dallo psicologo. Mi vergogno troppo e non posso sopportarlo. Mi ha accettato e dirgli anche di questo sarebbe pesante.

Mandai un messaggio a Madison per tranquillizzarla. Mi disse che era tutto ok e di stare tranquilla, ho pensato di farmi perdonare in qualche modo.
Mi disse che per questa sera rimarrà a dormire da Jennifer visto anche l'orario tardi.
Eh già. Devo proprio farmi perdonare.

Ritornai a letto e cercai di riaddormentarmi.
Thomas rimase con me e non potevo essere più felice di così.

LA SORELLA DI UN CALCIATOREWhere stories live. Discover now