Dopo essermi vestita e essermi controllata un ultima volta scendo in cucina.

<<Buongiorno, tesoro mio>>

<<Buongiorno>> dico fingendo il mio miglior sorriso.

Prendo la mia tazza a forma di orsetto, i miei biscotti preferiti e mi siedo a tavola. Anche se non ho per nulla fame cerco comunque di mettere qualcosa nello stomaco, sono consapevole di avere un disperato bisogno di energie.
Sono distrutta ma sto impiegando tutte le mie forze per nascondere il mio stato.

<<Com'è andata a teatro?>> le domando.

<<È stato spettacolare, un'opera cosí coinvolgente, non avevo mai visto niente del genere. Quando è finito siamo and...>>

Rimane bloccata con il bicchiere di succo a mezz'aria quando la guardo negli occhi.

<<Tesoro>> si alza e si avvicina a me <<Che cos'hai?>>

<<Non ho niente>> questa bugia mi costa uno sforzo immane.

Mi accarezza.

<<Come niente? Sembri cosí stanca... e questi occhi? Che succede?>> è cosí preoccupata e sta iniziando ad agitarsi, mi fa male vederla cosí per colpa mia.

<<Oh, no no. Sto bene. È solo che ho dormito male stanotte. Poco e male. Ecco perchè ho gli occhi cosí.>>

<<Tesoro ti conosco, se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo. Se stai male...io...>>

<<No mamma, davvero. Ormai ho superato tutto, non sto piú male. Credimi>> Mi uccide non dirle niente ma non voglio che si preoccupi, non ora che è cosí felice.

Si merita di essere serena, non voglio che stia male per colpa mia. Non di nuovo. Non dopo tutto quello che ha passato vedendomi piangere e urlare dal panico per anni.

Mi abbraccia forte a sè mentre mi accarezza i capelli. <<Rose, sei la mia bambina e ti amo con tutto il mio cuore. Lo sai, vero?>>

Devo ricacciare indietro le lacrime <<Lo so>> sussurro.

<<Promettimi che se c'è qualcosa che non va me lo dirai>> mi guarda con occhi carichi d' amore.

<<Te lo prometto>> un'altra bugia che mi colpisce il cuore.

La colazione continua mentre lei mi racconta che dopo il teatro sono andati a una fiera, la stessa che bloccava il traffico ieri mattina.

Si sono divertiti come dei bambini e quest'immagine riesce a strapparmi un sorriso, piccolo ma sincero.

In macchina con Gwen continuo la mia recita e credo di essere piuttosto brava a fingere di stare bene. Comportarmi come se nulla fosse mi costa una sforzo sovrumano e mi fa stare ancora piú male sentire quanto le mie risate siano vuote e i miei sorrisi falsi.

Fai schifo
Ma chi ti vuole?
Sempre da sola.

Eccoli di nuovo. Ritornano sempre, non mi lasciano in pace. Sono una costante nel mio cervello. Prendo dei respiri profondi e stringo con le mani la stoffa del sedile.

Scendere dall'auto mi richiede la stessa forza che serve per spostare un grattacielo.

Non so come faró a sopravvivere a questa giornata. Vedere il cortile della scuola così carico di allegria mi fa mancare il respiro. Chi ride, chi si abbraccia, chi prova lo skateboard, chi sta copiando in fretta e furia i compiti dall'amico, e chi prova dei passi di hip hop.
E poi ci sono io, che sto vivendo il mio incubo peggiore ed è già un miracolo che riesca a stare in piedi.

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now