L'Operaio Minuto

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Sospiro per l'ennesima volta e il cameriere occhialuto mi guarda perplesso, a quanto pare non riesco a nascondere la mia agitazione.

<<Come mai siete così nervosa?>> mi chiede mentre mi passa delle lenzuola pulite.

<<Ah...>> trattengo il respiro, che dire devo solo salvare una persona dalle grinfie dei tuoi capi.

<<Cos'è siete una spia?>> dice ridendo.

Mi ghiaccio all'improvviso facendo quasi cadere le cose che ho in mano.

<<Mi fate paura se dite così>> rido nascondendo il mio nervosismo, mi chino per raccogliere ciò che mi è caduto.

Mi sorride e mi posa una mano sulla spalla.

<<Qui nessuno dubiterebbe di te>> ci guardiamo negli occhi per diversi secondi, immobili e senza produrre nessun suono.

Socchiudo le labbra, cosa significa?

<<Ora è meglio che ti sbrighi o la signorina sarebbe in grado di lasciarti qui senza accorgersene>> mi saluta e mi lascia lì imbambolata.

Faccio un respiro profondo e mi lascio andare contro la parete, guardo le mie mani tremanti. Cazzo. Ho paura.

Dopo essermi preparata aspetto che Haru venga a chiamarmi, come sempre non tarda ad arrivare. Non spiaccico una frase durante tutto il tragitto se non qualche sì o qualche no, per il resto ripeto il piano fino a saperlo recitare a memoria. E più lo ripeto, più sembra una trappola fatta con i fiocchi, Hayoon vuole sul serio sbarazzarsi di me. Di punto in bianco le dita di Haru sfiorano la mia mano chiusa a pugno con le unghie conficcate nel palmo, a quanto pare le mie brutte abitudini non mi abbandoneranno mai.

<<Qualcuno mi ha avvisata di tutto questo>> sogghigna << vi conoscete molto bene da quel che ho sentito>>

Sento il corpo rilassarsi e l'immagine di Nam che sorride appena sveglio fa capolino tra i pensieri nervosi che non mi lasciavano respirare.

<<Gli piace proprio parlare di te, di descrive come un'opera d'arte>> la sua voce scende di un tono <<Sai pensavo che non fosse in grado di amare inizialmente. In molti credevano che sarebbe rimasto solo visti i suoi modi di fare poco amichevoli>> mi prende anche l'altra mano <<Eppure da quando ci sei tu...>> il volto di Haru si illumina.

<<Sul serio Nam non ha mai avuto altre relazioni?>>

<<Solo una oltre a te>> abbassa lo sguardo <<E penso che in quel momento si sia ferito e non abbia più voluto nessun'altra per paura di rifare lo stesso errore>>

Ripenso alle parole di Taehyung, l'uomo che amo è sul serio così spietato come dice?

<<Scommetto che Nam non ti dice niente a riguardo>> mi lascia andare <<Siamo arrivate>>

Namjoon ha difficoltà ad esprimere i suoi sentimenti e inizialmente aveva pure paura del contatto fisico, sembrava quasi che io gli facessi ribrezzo. Ora è tutt'altra persona. Grazie a me o chissà, forse per colpa mia. Scaccio i pensieri dalla mia mente e scendo dall'auto, ora devo concentrarmi a trovare Idaho. Chissà in che stato si trova.

Alzo gli occhi per cercare di intravedere il tetto dell'edificio, rimango sbalordita dalla sua altezza che svetta tra gli altri palazzi che in confronto sembrano essere minuscoli. Deglutisco, sarei perfettamente in grado di perdermi mentre cerco il povero bodyguard rinchiuso chissà dove. Haru mi fa cenno di seguirla.

<<Haru>> un uomo con un completo marrone ci ferma all'ingresso << la prossima volta ti raso a zero se hai i capelli ancora in questo stato>> i suoi occhi affilati mi squadrano dall'alto in basso. Non so perché ma quella frase mi ricorda qualcuno.

<<Ciao anche a te zio>> lei lo sorpassa senza prestare troppa attenzione alle sue parole <<tu invece dovresti coprirti quei ciuffi di capelli grigi...Ti fanno sembrare vecchio>> la sua voce si fa velenosa.

Sbalordita la seguo a testa bassa.

<<Perdono il tuo comportamento solo perché ti manca qualche rotella>> l'altro schiocca la lingua.

Haru aumenta il passo.

<<E poi ti chiedi perché Tae non ti riconosce più come suo padre>> sussurra a denti stretti.

Spalanco gli occhi e mi volto leggermente ad osservare il coreano. Rabbrividisco e mi fiondo nell'ascensore insieme ad Haru, quando si chiudono le porte lei tira un sospiro di sollievo.

<<Mi fa ribrezzo>> disgustata si guarda nello specchio alle nostre spalle.

<<Povero Tae>> dico con rammarico.

<<Tra poco sarà tutto finito>>mi prende la mano e la stringe <<Vieni al mio matrimonio Nymphe>>

Dopo aver lasciato Haru alle sue questioni famigliari io ho carta bianca sul da farsi, ora comincia la mia caccia al tesoro. Dalle informazioni ricevute Idaho si troverebbe nei piani inferiori, la famiglia di Taehyung nasconde dei piani sotterranei che non sono stati inseriti nelle planimetrie ufficiali del palazzo. Prendo le scale per evitare di incontrare qualcuno, per fortuna devo scendere e non salire. Poco prima di raggiungere il piano terra mi infilo in un piano scelto precedentemente a caso per andarmi a nascondere uno stanzino lasciato aperto apposta per me. Prendo i vestiti da operaio con tanto di cappello con visiera e mascherina per non essere riconosciuta, senza sprecare un secondo li indosso. Prima di uscire faccio un ultimo profondo respiro, è ora di entrare in azione. Cerco di prendere un'andatura rilassata, purtroppo il mio corpo teso non me lo permette e frettolosa raggiungo i sotterranei.

<<Chi è là?>> chiede un omone.

Mostro frettolosamente il cartellino falso che mi è stato dato.

<<Nessuno mi aveva avvisato che c'erano dei controlli da fare>> guardingo si avvicina a me.

Allora gli mostro il foglio della falsa ricevuta, lui lo prende dalle mie mani e lo osserva per diversi minuti. Una gocciolina di sudore scende lungo la mia schiena.

<<Siete da solo?>>

Annuisco senza aprir bocca.

<<Avete perso l'uso della parola?>> alza un sopracciglio confuso.

Lo avevo detto io che non sarei stata credibile vestita in questo modo.

<<Da solo e con un corpo minuto come il vostro.... Non mi sembrate un operaio>>

Si avvicina sempre di più e io sono costretta a fare un passo indietro.

<<Karl! Eccoti finalmente>> un uomo con la mia stessa identica divisa compare alle spalle della guardia di sicurezza.

Anche il suo viso è nascosto da un cappellino.

<<Sei sempre in ritardo oltre che a essere inutile>> borbotta.

<<E lei chi è?>> l'uomo che mi stava controllando si rivolge al nuovo operaio.

<<Chi le sembra che io sia? La smetta di importunare il mio sottoposto, avremmo del lavoro da svolgere... O dovrei forse dire al suo capo...>>

<<Oh>> la guardia allibita si sposta da un lato <<Scusi>> grugna lasciandomi passare.

Muovo qualche passo verso la persona che mi ha appena salvato la pelle, lui svolta immediatamente l'angolo e mi fa cenno di seguirlo. Cerco di stare dietro al suo passo veloce, mi ritrovo praticamente a correre.

<<Se non ci fossi stato io...>> si leva il cappello <<Cosa avresti fatto, Bambi?>>

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora