Delicata E Semplice

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Deglutisco con forza, non so perché ma mi aspettavo che Namjoon fosse orfano. Lo sguardo della donna continua ad analizzare ogni movimento, ogni mia parola, pronta a giudicarmi per ogni passo che muovo.
<<Non sembrate essere sopresa>>
Che dovrei dirle? Wow, che bello! Sono veramente felice di conoscerla!
<<Sa quando ho saputo che mio figlio frequentava una donna sono rimasta perplessa>> mi preparo a ciò che sta per dire << anche ora vedendola di persona non sono molto convinta>>
<<Perchè?>> chiedo con tono sfacciato.
<<Delicata e semplice come sei >> lascia le parole al vento.
Tremo, non potevo certo aspettarmi che dicesse che sono la nuora dei suoi sogni. Come se io e Namjoon fossimo sposati o in una relazione.
<<Voglio vedere Namjoon>> mi alzo stufa di sentire tutte quelle parole.
<<Ti ha detto che vuole farti entrare nella famiglia?>>
Mi blocco mentre le mostro le spalle, roteo gli occhi.
<<Anche questo mi ha lasciata perplessa>>
<<Allora parli con suo figlio>> muovo qualche passo.
Le due guardie non sembrano essere intenzionate a spostarsi.
<<Ti chiamano Bambi>> persiste rimanendo seduta a sorseggiare il suo tè.
<<Senta, se vuole continuare a stuzzicarmi me ne vado volentieri>> mi volto e la incendio con lo sguardo dimenticandomi del fatto che lei è il Capo.
<<Non mi permetterei mai>> si alza e muove qualche passo verso di me <<Sappi solo che io so>>
Cosa sa? Niente a mio parere, a meno che non sappia leggere nella mente delle persone.  Con forza mi faccio spazio tra i due giganti, chissene se lei sa. Anche io so. Tutti sanno, ma in fin dei conti siamo lo stesso ignoranti. Suo figlio soffre in silenzio senza che nessuno se ne accorga, il suo grido d’aiuto è muto e tutti si coprono le orecchie. Namjoon soffre, questo è il senso di tutto, il perché del rifiuto verso l’affetto, il perché soffre per qualcosa che non vuole dire e far capire.
Vago per i corridoi evitando gli sguardi delle persone che incontro, che mi guardano chiedendosi se per caso sono un’intrusa. Fermo quella che sembrerebbe essere una cameriera e le chiedo se cortesemente può indicarmi dov’è la stanza del signor Kim. Anche se poco convinta, mi dice dove andare e immediatamente mi dirigo nel posto che mi è stato indicato. A grandi falcate raggiungo la stanza la cui porta è semiaperta, una voce familiare mi fa fermare a riflettere. Mi accosto al muro e spio attraverso la fessura che si è formata. Impallidisco. L’odore del sangue pervade le mie narici. J-hope, o meglio Hoseok, è seduto comodamente su una poltroncina e conversa tranquillamente con Namjoon. Rimango sconvolta dalla scena. Lui gli ha sparato, lui lo ha ferito e ora sono nella stessa stanza a parlare come se niente fosse.
<<Nymphe?>>
Mi ghiaccio all’improvviso.
<<Che sta succedendo qui?>> spalanco la porta spaventata.
<<Stai bene?>> il mio capo cerca di alzarsi per venire da me ma una fitta dolorosa  lo blocca a letto.
<<Tu semmai!>> mi avvicino a lui trattenendo le lacrime.
<<Che hai?>>
Sono io che ti chiedo come stai, smettila di preoccuparti di me!
<<Sono preoccupata, pensavo…>> borbotto tirando su con il naso.
Lui mi accarezza il capo con la sua manona calda.
<<Mi hanno solo sparato alla spalla>> un piccolo sorriso amareggiato compare sul suo viso.
Gli hanno solo sparato, tutto qua. Mi ricordo improvvisamente della presenza di Hoseok il quale ci sta osservando in silenzio.
<<Gradirei una spiegazione>> mi appoggio a bordo letto rivolta verso il ladro.
<<Non sono stato io a sparare>> alza il braccio fasciato << e come vedi nemmeno io sto poi così bene>>
I due cominciano a raccontarmi tutto quello che mi sono persa mentre ero incosciente. Hoseok aveva rubato il quadro per poter attirare Namjoon in un incontro segreto, questo perchè aveva qualcuno di temibile alle calcagne. Da mesi un gruppo a lui sconosciuto lo perseguita e cerca di incastrarlo, il ladro J-hope si è trovato in pericolo e l’unica persona che sembrava lo potesse aiutare era proprio Nam.
<<Se gli avessi detto che mi serviva il mio aiuto, quelli mi avrebbero fatto fuori>>
<<In questo modo però hai messo in pericolo anche Nam>> gli lancio un’occhiata.
<<Se lo preferivi morto potevi dirmelo subito>> gongola << lasciami finire>>
J-hope ha quindi iniziato a monitorare i movimenti del mafioso per tentare il modo di incontrarlo e quindi lo ha seguito fin in montagna dove sperava che neanche i suoi inseguitori lo avrebbero trovato. Purtroppo le cose non sono andate come previsto.
<<Hoseok mi ha puntato addosso la pistola per proteggermi, voleva tenermi fermo per evitare che mi sparassero una pallottola in testa>>
Sbatto le palpebre confusa.
<<In mezzo a quella tempesta c’era un cecchino che puntava alla testa del tuo capo>> il ladro di opere si sistema sulla poltrona.
<<Merda…>> sussurro.
<<Purtroppo è testardo e ha deciso di muoversi>> allarga il braccio sano << ed eccoci qua>>
<<E a te chi ha sparato?>> chiedo curiosa.
<<Questo ancora non lo so>> assottiglia lo sguardo << sembra che il signor Kim lo sappia ma non me lo voglia dire>>
<<Meglio che rimanga un segreto>>

Hoseok lascia la stanza poco dopo, io e Namjoon rimaniamo soli in silenzio. Mi torturo le mani alla ricerche delle parole per dirgli che ho incontrato sua madre.
<<Faccio portare qualcosa da mangiare>> allunga il braccio per premere il pulsante di chiamata.
<<Io ho lo stomaco chiuso>> sussurro mentre lui mi fa spazio sul letto.
Sento le punta delle orecchie scaldarsi, se sua madre entrasse in questo momento sarebbe abbastanza imbarazzante.
<<Hai incontrato mia madre>> suona più come un'affermazione che una domanda.
Annuisco senza dire nulla riguardo l'incontro. Lo sento sbuffare.
<< Dimmi cosa ti ha detto>> mi sollecita.
<<Niente di importante >> gli sorrido per mascherare la bugia.
Lui mi guarda di sottecchi, mi scruta nel profondo alla ricerca della verità. Sostengo per qualche secondo il suo sguardo.
<<Uh la coppietta si è riunita. Allora hai chiesto la mano del capo a sua madre? >> mi prende in giro Idaho facendo capolino nella stanza.
<<Liscio come una palla da bowling Idaho>> lo richiama Hayoon <<Volete mettere qualcosa sotto i denti? >>
Mi agito al fianco di Namjoon il quale mi trattiene per evitare che io scappi.
<<Sii più gentile con Nymphe >> dice lui al mio fianco inaspettatamente.
<<Come vuoi>> sua madre esce dalla stanza senza nemmeno darmi la possibilità di ribattere.
<<Nam! >> mi lamento <<Non è stata… cattiva>>
Sia il bodyguard che il capo mi guardano aggrottando la fronte.
<<Ha fatto solo delle osservazioni >> mi passo una ciocca dell'orecchio <<Dove ci troviamo?>> tento di sviare il discorso.
<<Dopo glielo chiedo>> mugugna Nam mentre cerca di afferrare il bicchiere sul mobiletto.
L'oggetto però scivola misteriosamente dalle sue mani e si spacca a terra in mille pezzi. Il silenzio cala nella stanza e in quel momento entra Jimin il quale, dopo aver assistito alla scena, scoppia a ridere.
<<Mi chiedo come si possa essere più maldestri di così >>
Idaho si volta per nascondere il viso divertito e io faccio lo stesso.
<<Io non… >> Nam incendia con lo sguardo il coreano.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora