Primo Incontro

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<<Buon giorno signorina Nymphe Deveune >>
La porta si chiude pesantemente alle mie spalle, rimango per qualche secondo ferma a guardare ciò che mi sta attorno. L'ufficio del signor Kim si trova all'ultimo piano dell'edificio, in un attico da un'ampia vetrata, ammobiliato in modo semplice ed elegante. Mi avvicino a lui, da vicino sembra ancora più alto. Indossa un completo nero, di sicuro di marca, con una camicia bianca e una cravatta anch'essa nera.
<< Si sieda qui per favore>> mi indica una poltroncina posta a lato della scrivania << Non volevo fosse coperta dal mio computer, preferisco vedere le persone in viso>> mi sorride dolcemente socchiudendo gli occhi quasi a due fessure.
Ricambio anche io il sorriso e mi siedo cercando una posizione comoda.
<<Vuole qualcosa da bere? Dell'acqua, del caffè o del tè? >> si siede anche lui.
<<Un bicchiere di acqua mi va più che bene>> rispondo con voce timida.
Ora che lo osservo con più attenzione riesco a notare tutti i dettagli del suo viso, in particolare le sue guance piene attirano la mia attenzione. Mi trattengo dalla voglia di allungare una mano e pizzicare le guance, imbarazzata da questo pensiero mi passo una ciocca dietro l'orecchio e abbasso lo sguardo. Si alza e da un tavolino posto in un angolo prende una caraffa d'acqua e riempie un bicchiere. Nel mentre ne approfitto per dare un occhiata ai quadri appesi alle pareti, purtroppo non conosco nessuno degli artisti.
<<Le piacciono i miei quadri? >> appoggia di fronte a me un sottobicchiere su cui mette il bicchiere d'acqua.
<<Sono veramente belli, appartengono allo stesso artista? >> in effetti guardandoli meglio hanno qualcosa in comune.
<<Vedo che ha buon occhio. Appartengono ad un artista coreano del 1900, il mio preferito>> apre un file nominato "evento autunnale A. Z." << Il signor Zanca, il nostro cliente di oggi, arriverà tra mezz'ora circa. Abbiamo quindi del tempo per confrontarci su cosa proporgli >>
<< Se non le dispiace ho già fatto una lista di luoghi che potrebbero essere adatti alla mostra >> gli allungo il mio ipad e le nostre dita si sfiorano. Una scossa elettrica attraversa la mia mano, incrocio il suo sguardo, gli occhi scuri si fanno più intensi e la sua bocca prende una piega strana. Non sembra schifato, nemmeno infastidito, cerco di captare altri segnali ma subito lui sposta il suo sguardo sullo schermo spezzando il momento. Rimango a fissarlo mentre scrolla la lista, non ho mai visto una reazione del genere. Rialza il viso.
<<Penso che i primi tre siano delle scelte interessanti >> torna a sembrare rilassato, la tensione di prima sembra essere sparita dal suo volto << Mi chiedo, però, perché abbia riproposto l'hotel "GreenPassion" nonostante quello che è accaduto>> aggrotta le sopracciglia rendendolo ancora più attraente.
Deglutisco, in effetti altri non lo avrebbero scelto.
<< Per una mostra di quadri francesi è il miglior posto dove fare una galleria d'arte temporanea. Anche se l'ultima volta l'evento non è andato bene, ritengo sia sbagliato denigrare l'hotel quando non centra nulla con la situazione. La colpa è stata mia, che non ho svolto bene le mie ricerche, e del cliente che non è stato sincero nei nostri confronti>> dico tutto d'un fiato.
Il signor Kim rimane silenzioso, ho forse detto qualcosa di sbagliato?
<< Ha perfettamente ragione, la colpa non è dell'hotel e spero che lei abbia imparato dal suo errore >>
La sua ramanzina è diversa da quella del mio direttore, sembra più una paternale. Per la prima volta mi sento veramente in colpa, abbasso lo sguardo come al solito.
<<D'altra parte siete riuscita gestire la situazione in maniera eccellente, avete convinto il cliente a ripagarci>> aggiunge, forse ha notato il mio sguardo da cane bastonato e gli ho fatto pena.
Alzo lo sguardo, no devo dimostrare di essere all'altezza di questo incarico, non posso lasciarmi buttare giù da un sciocchezza del genere.
<<Mi prendo sempre le mie responsabilità >> dico fiera, come se fosse il motto della mia vita.
I suoi occhi si aprono di più e  mi mostra un sorriso genuino e vero. Due piccole fossette compaiono sulle sue guance. Imprimo questa espressione nella mia mente, sembra aver apprezzato le mie parole.
<<Proporremo l'hotel "GreenPassion", appena finisce l'appuntamento con il signor Zanca prenoti subito >> soddisfatto mi dà indietro il mio ipad, questa volta fa attenzione a non sfiorare la mia mano.
Di nuovo quel comportamento ambiguo che viene interrotto dal rumore della porta che si apre.
<<Namjoon! >> un uomo di circa 30 anni fa il suo ingresso, sia io che il mio capo ci alziamo per accoglierlo.
Non è molto alto, ha i capelli biondi e gli occhi chiari e di certo non è vestito in modo elegante come il signor Kim.
<<Siete sempre in giacca e cravatta a quanto vedo>> gli stringe la mano e ride di gusto.
<<Non siate esagerato>> l'altro gli mostra un mezzo sorriso <<Lei è Deveune Nymphe, la signorina che collaborerà con noi>>
Il signor Zanca si volta verso di me e sfoggia un sorriso bianco e luminoso.
<<Onorato, mademoiselle >> mi stringe la mano e scruta nei miei occhi.
Ci sediamo e mostriamo al cliente il luogo che abbiamo scelto e gli proponiamo una serie di date. Dopo essere giunti ad un accordo ci rilassiamo bevendo una tazza di caffè.
<<Mi tolga una curiosità, Namjoon >> si volta a guardarmi << Non per dire ma mi sarei aspettato il direttore del settore, non un'impiegata qualunque. Anzi, una che è stata coinvolta in un caso di plagio>> la sua voce si fa acida, il suo sorriso diventa beffardo.
Rimango sconvolta, sento il mio petto farsi pesante e la nausea mi fa girare la testa. Forse non avrei dovuto bere quel caffè.
<<Prima di tutto non le dovrei dare nessuna spiegazione, signor Zanca>> appoggia i gomiti sul tavolo e il suo viso si fa serio << il direttore del settore è una persona particolarmente impegnata e non ho voluto sovraccaricarla di lavoro. Infine la signorina Deveune è la scelta migliore visto che la sua famiglia si intende di arte francese ed è molto rinomata per questo>> spiegazione più semplice e concreta non ci può essere. Uno a zero per il signor Kim.
Il cliente sbuffa e fa roteare gli occhi infastidito.
<<Sono stato maleducato, mi perdoni>> dice rivolgendosi a me << Ora devo proprio andare, mi scriva se succede qualcosa>> si alza e stringe la mano al mio capo e, senza salutarmi, esce dall'attico.
Sento l'aria mancare e ricado sulla sedia demoralizzata dall'accaduto, mi sento ferita e arrabbiata. Il mio capo mi allunga un bicchiere di acqua.
<<Si sente bene? Mi spiace se il signor Zanca è stato inopportuno, ci deve fare l'abitudine>> mi osserva preoccupato, realmente preoccupato.
Faccio segno di sì con la testa e sorseggio un po' di acqua.
<<Lo terrò a mente>> lo ringrazio e mi accompagna fino all'ascensore.
<<Se le serve qualcosa mi scriva per favore>> la sua mano sfiora la mia spalla. Un'altra scossa elettrica, mi volto ad osservare la sua espressione. Subito fa un passo indietro e infila la mano nella tasca dei pantaloni.
<<Certamente >> dico con una vocina entrando nell'ascensore.
Le porte si chiudono e mi appoggio alla parete, sospiro alzando il viso verso l'alto. Le ore erano sembrate infinite, eppure la giornata non è ancora finita.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Where stories live. Discover now