Egoista

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La governante si rigira tra le mani il pomello e ogni tanto lancia qualche occhiata a Namjoon.
<<Signorino>> dice poi mettendo l'oggetto nella sua tasca dei pantaloni << Vuole per caso distruggermi la casa come sempre?>> lo riprende con un sguardo incendiato << Devo ricordarle di quel servizio di piatti in ceramica....>> inizia a lamentarsi.
<< Parliamone fuori da qui>> imbarazzato trascina la donna fuori dalla stanza.
Perplessa piego la testa da un lato, non ricordo di aver visto Namjoon staccare il pomello. Mi gratto il capo, Nam rientra nella stanza e tira un sospiro.
<<Sei stato sul serio tu?>> chiedo curiosa.
Lui non risponde e rimane voltato verso la porta.
<<No....>> intravedo la sua espressione e non riesco a non trattenere una risata.
<<Avete così tanta forza?!>> continuo a ridere divertita, ma lui non si gira.
<<Non è divertente>> mugugna stringendo i pugni.
Smetto di ridere intimorita dalla sua reazione e ricordandomi cosa aveva detto :
"Uccido solo chi mi si mette contro". Raggelo.
Lo vedo appoggiare la fronte contro la porta.
<<Non lo faccio apposta>> dice all'improvviso << Si rompono da soli>>
Mi copro la bocca per evitare di ridere, non mi aspettavo proprio che il ceo di una famosissima compagnia fosse un distruttore seriale di oggetti. Il suo cellulare squilla, lo tira fuori dalla tasca dei pantaloni e guarda lo schermo aggrottando la fronte.
<<Devo rispondere, perdonami>> esce dalla stanza socchiudendo la porta e sento la sua voce bassa provenire dal corridoio.
<<Pronto?>>
<<......>>
<<Ha detto qualcosa?>>
<<.....>>
<<No, dovete cavarvela da soli. Io devo rimanere alla Villa>>
<<.....>>
<<Come?>> la sua voce diventa acuta all'improvviso.
<<....>>
<<Cazzo...>>
Rientra nella stanza e prende la giacca del suo completo abbandonata sulla poltrona, poi si ferma a guardarmi.
<<Devo andare, ho un'urgenza>>
<<Aspetta>> impanicata lo blocco << E se qualcuno....>> stringo il suo braccio.
<<Tranquilla Bambi>> Idaho entra con un sorriso smagliante <<Ci sono io a tenerti compagnia>>
Sia io che Namjoon lo squadriamo.
<< Non doveva andare, capo?>>
<<Vado>> mi lancia un'ultima occhiata e poi se ne va.
<<Allora?>> si siede sulla poltrona e mi guarda speranzoso.
<<Cosa?>>
<<Ti ha...?>>
<<Ha?>> realizzo la domanda e divento rossa come un pomodoro <<Che diavolo....>> mi volto dall'altra parte.
Lui sghignazza.
<<La risposta?>> insiste.
<<No, la risposta è no>> sussurro.
Scende il silenzio, Idaho sbuffa e si lascia andare sullo schienale.
<< Perchè sei così interessato?>>
<<Se te lo dicessi finirei rapato a zero o addirittura morto>> si scioglie i capelli per sistemarli <<Posso solo dirti che è un uomo difficile da conquistare in tutti i sensi>>
Quindi ha pensato che io invece ci fossi riuscita, anche se a me non sembra proprio. Mi perdo nei miei pensieri e nel mentre Idaho guarda il telefono, non ho molte forze per parlare. Chiudo gli occhi per rilassarmi, ma appena scende il buio li riapro agitata. Una sensazione a me familiare mi martella il petto, una sensazione spiacevole. Deglutisco e cerco di fare dei respiri profondi, sento lo sguardo di Idaho su di me.
<<Problemi a dormire?>>
<<A quanto pare>> mi massaggio le tempie, devo assolutamente cercare uno psicologo.
<<Puoi chiedere a Jungkook qualcosa che ti possa aiutare>>
Storgo il naso, una volta facevo abuso dei sonniferi, ho fatto veramente fatica ad uscirne.
<<Ci penserò>>

Come sempre Namjoon rimane via per tutto il giorno e quando cala la sera inizio ad agitarmi.
<<Hai notizie?>> chiedo al bodyguard.
<<No>> alza il viso dal suo libro <<Non serve che ti agiti>> mi sorride con dolcezza.
<<Io agitata?>> che bugiarda, mi sto illudendo da sola di essere tranquilla <<E se il signor Zanca...>>
<<Quell'uomo non potrà più fare nulla>> dice compiaciuto.
<<Lo avete ucciso...>> sussurro con un velo di voce.
<<Guarda che non uccidiamo tutti quelli che ci capitano>> si lamenta infastidito <<Non siamo assassini>> scuote la testa quasi deluso.
<<Scusami...Sto ancora cercando di capire>> abbasso la testa.
<< Volete cenare?>> la governante spunta dal nulla.
<<Cero!>> trilla Idaho.
<<Tu no, devi andare all'ufficio>> Namjoon compare sulla porta <<Rimango io>>
L'altro alza un sopracciglio.
<<Vado>> si alza e mi saluta con un cenno del capo.
<<Porto anche a voi la cena, signorino?>>
<<Sono a posto>> non sembra essere particolarmente felice.
<<Come vuole>> ci lascia soli per qualche minuto e poi ritorna con il vassoio della cena, dopodiché ci lascia definitivamente soli.
Non muovo un muscolo da quanto sono intenta a decifrare la sua espressione.
<<Non hai fame? Dovresti mangiare>> i suoi occhi da drago si posano sui piatti fumanti.
<<Oh...sì>> tossisco e comincio a mangiare <<Cosa hai fatto oggi?>> chiedo tra un boccone e l'altro.
<<Fammi pensare>> si toglie la giacca e l'appoggia sullo schienale << Ho incontrato delle persone>> lo fisso rimanendo con la forchetta a mezz'aria mentre si allenta la cravatta con una mano.
Ah. Socchiudo le labbra e una vampata di calore mi percuote il corpo quando i nostri sguardi si incrociano. Lui fermo con ancora la mano sulla cravatta e io immobile come una statua. Namjoon è il primo a distogliere lo sguardo e non posso fare a meno di notare un mezzo sorriso sulle sue labbra che mi fa sgranare gli occhi. Mi scivola la posata nel piatto facendo un gran rumore. Si alza di colpo per assicurarsi che io non mi sia fatta male.
<< Ti sei scottata?>> i nostri visi sono di nuovo vicini, dannatamente vicini.
Sento il cuore battere, forse la prima mossa è meglio che la faccia io. Mi allungo verso di lui continuando a mantenere un contatto visivo, poso entrambe le mani sulle sue guance. Dio mio come ha la pelle morbida.
<<Ny...>> le parole gli muoiono in gola.
Socchiudo gli occhi e piego leggermente la testa da un lato, i nostri nasi si sfiorano. Respiro a fatica e sto tremando, mi rendo conto che anche Namjoon trema e suda. Il suo labbro inferiore trema, vorrei morderlo. Senza nemmeno riflettere appoggio le mie labbra sulle sue. Sento il mio ventre urlare, voglio di più di questo. Lo sento mugolare e non perché gli sta piacendo. Con malavoglia mi allontano sempre però tenendo le mie mani sul suo viso, il mio stomaco fa una capriola. Ha il viso contorto dal dolore, come se il mio bacio fosse avvelenato, gli occhi lucidi, trattiene il respiro, il suo corpo freme. Emette un rantolo e con fatica si stacca da me sempre guardandomi con quello sguardo malinconico. Fa qualche passo indietro andando a sbattere contro la poltrona, prende paura e agitandosi prende la giacca.
<<Nam...>> sussulto cercando di capire cosa gli sta succedendo.
Lui scuote la testa impaurito da me, dalle mie dolci carezze, dal mio sguardo che lo cerca con insistenza. Senza mai darmi le spalle esce lasciandomi sola in quel turbine di emozioni e pensieri senza senso. Ho di nuovo sbagliato, l'ho forzato per puro egoismo pensando di poter essere d'aiuto quando in verità lui ha solo bisogno di tempo. Lacrime calde sgorgano dai miei occhi, è scappato. Apro la bocca ma la voce non esce, perché per una volta non riesco a fare qualcosa di giusto. Singhiozzo rovesciando il vassoio presa dalla rabbia verso me stessa, mi piego stringendo con forza le lenzuola, le unghie affondano nella carne dei miei palmi con forza.Ansimo, non voglio essere sola, questa è stata l'unica cosa che ho pensato fin ad ora fregandomene di cosa invece vuole lui.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora