Dimentica

417 19 1
                                    

È notte fonda, non riesco a prendere sonno e continuo a rigirarmi nel letto. Namjoon non è ancora tornato, il che mi rende ancora più agitata. Mi metto a sedere e accetto il fatto di non aver sonno. Un rumore di passi mi mette sull'attenti, qualcuno con passo pesante sale le scale a chiocciola, sento delle voci maschili. Forse Namjoon è tornato, mi alzo e socchiudo la porta per scorgere qualcosa. Mi sale la nausea. È sangue. Spalanco la porta. Cado in avanti nauseata dalla scena: la camicia bianca sporca di sangue rosso accesso. Idaho sostiene il suo capo e Moriat gli apre la porta. Affanno, mi gira la testa. Lo hanno ferito, continuo a ripetere dentro la mia testa. Poi qualcuno mi solleva e mi riporta in camera.
<<Rimanga qui per favore>> è Moriat che mi fa stendere sul letto.
<<Nam... >> balbetto aggrappandomi al suo braccio.
<<Domani può tornare a casa signorina, nel pomeriggio riprenderà a lavorare>> prende la mia mano con dolcezza e me la posa in grembo<< Da parte del signor Kim Namjoon>> esce e se ne va.
Lo sento che chiude a chiave la porta e io subito mi dirigo verso di essa. Batto i pugni con forza, sento le lacrime scivolare sulle mie guance. Non urlo, non sto capendo. I suoni si fanno sordi e rimango distesa per terra nella speranza di avere notizie, notizie che non arriveranno mai.

Mi sveglio intorpidita, mi massaggio la schiena e cerco di alzarmi. Guardo il telefono, sono le otto del mattino. Apro la porta e con grandi falcate raggiungo quella di Namjoon,sto per abbassare la maniglia ma qualcosa mi ferma. Il cuore batte velocemente, aveva detto che la polizia lo doveva interrogare. Abbasso la maniglia, la porta è chiusa. I miei respiri si fanno più corti, voglio solo vedere come sta.
<<Idaho>> urlo scendendo le scale.
Trovo la guardia del corpo distesa sul divano, con la camicia sbottonata e del ghiaccio in fronte.
<<Oddio... >> mi porto entrambe le mani davanti alla bocca e mi fermo di fronte a lui.
<<Deveune, che succede? >> mi chiede mentre sgranocchia delle patatine.
<<Questo lo dovrei chiedere io! >>
<<Oh>> prende un'altra patatina.
<<Quindi? Stai bene? E Namjoon? Ho visto tutto quel sangue... >> balbetto.
<<Di che parli? Il capo è al lavoro. Faresti meglio a tornare a casa tua visto che oggi pomeriggio riprendi a lavorare>>
Lo fisso senza parole, sta dicendo solo che assurdità per le mie orecchie.
<<Era sporco di sangue.... >>
Annoiato si mette seduto e appoggia il pacchetto da un lato insieme al ghiaccio.
<<Senti Bambi, dimenticati tutto. Il veleno, la villa, l'attico e soprattutto dimenticati di stanotte. Faresti un gran piacere al capo >> mi sorride.
Come potrei mai dimenticarmi di due giorni interi passati al fíanco di Namjoon. Sento la gola secca, mi sento esclusa e trascurata.
<<Ma.... >>
Smette di guardarmi e si sdraia nuovamente, il mio sguardo cade sul suo ventre muscoloso, in particolare sulla cicatrice candida. Capisco che Idaho non mi dirà niente e, con riluttanza, torno in camera a prendere la mia roba. In un batter d'occhio mi ritrovo a casa, nella mia solitudine. Niente più Namjoon, niente più attico. Mi siedo per terra ancora perplessa e ferita. Penso in continuazione, rivedo le scene nella mia testa. Mi ha lasciata. Le parole della governante risuonano nella mia testa:

<<Non si faccia troppe fantasie, la sta aiutando solo perché lavora nella sua compagnia>>

Mi raggomitolo su me stessa nascondo il viso tra le mie braccia, avrei dovuto ascoltare quella bisbetica.

Scendo dall'autobus con la testa ancora tra le nuvole, lo so che dovrei smettere di pensarci. Entro nella grande hall e per la prima volta la guardo da una prospettiva diversa, i colori delle pareti e del pavimento mi ricordano la villa. Rimando indietro quel pensiero, devo concentrarmi. Sono stranamente in anticipo e per una volta tanto ne approfitto per prendere l'ascensore. Namjoon mi chiederà di lavorare ancora con lui? Lo dubito dopo tutto quello che è successo. A quanto pare non voleva nemmeno parlarmi del veleno, non voglio che la mia vita venga messa a rischio. Accendo il telefono e inizio a cercare un investigatore privato, la mia ricerca viene interrotta dalle porte dell'ascensore che si aprono. Katelyn Patterson, il direttore della mia sezione, entra facendo risuonare i suoi tacchi e i suoi gioielli.
<<Deveune, vedo che siete viva e vegeta>> mi guarda da capo a piedi ed entra anche lei <<Ho saputo di cosa è accaduto. Spero non abbiate infastidito in signor Kim>>
Eccola, sempre pronta a migliorare la situazione. Mi chiedo cosa accadrebbe se la chiudesse in stanza con il signor Zanca. Sarebbe interessante.
<<Avete perso la possibilità di parlare? >>
<<No>> raggiungiamo il nostro piano e frettolosamente mi avvio verso la mia scrivania.
<<Oddio, non mi hai più scritto>> Darcy si alza e mi abbraccia stritolandomi.
<<Perdonami! Ho perso il telefono e ne ho preso uno nuovo>> piagnucolo tra le sue braccia.
Mi era mancata, la stringo pure io.
<<Dovreste lavorare invece di battere la fiacca>> ci richiama il direttore con voce nauseata.
Appena si gira Darcy le fa una linguaccia, sorrido e poi le lancio un'occhiata. Le racconto più o meno di tutto, tranne del magazzino, dell'intruso e del sangue. In sostanza metà dei fatti me li devo inventare. Sono tentata di chiedergli se conosce un detective privato, ma riflettendo è meglio non immischiarla in cose pericolose. A cena decidiamo di uscire fuori insieme e mi propone di andare a dormire da lei, le dico che preferirei tornare a casa e dormire lì dopo tanti giorni passati fuori. È d'accordo, ci salutiamo. Arrivata a casa inizio la mia ricerca sull'ipad, dopo un'ora e mezza trovo qualcosa di interessante:

Min Yoon-gi, esperto in casi di omicidio o tentato omicidio. Ha una laurea magistrale e un master di criminologia presso una delle università più importanti. È stato chiamato dalla polizia più volte per risolvere diversi casi grazie alle sue abilità riconosciute.

Copio il numero sul mio cellulare, forse è un po' tardi per chiamarlo. Faccio un tentativo, inizia a squillare e dopo poco qualcuno risponde.
<<Pronto? >> dice una voce annoiata.
<<Signor Yoon-gi? Sono una cliente interessata ai suoi servizi da detective privato >>
<<È tardi per chiamare>> sbadiglia <<Mi richiami domani a pranzo>>
Mi mette giù. Rido, non mi è mai successa una roba del genere. Non ha tutti i torti e decido di non prendermela. Vado a letto e inizio ad immaginare com'è questo Min Yoon-gi. Mi addormento quasi subito, sogno di essere in ufficio e che la governante è la donna delle pulizie di quel posto. Continua a lamentarsi delle scrivanie disordinata, nel mentre Katelyn le gira attorno continuando a porle domande su Namjoon. Quest'ultimo si trova vicino all'ascensore, con la sua camicia bianca sporca di sangue, senza la giacca del completo e con il viso pallido. Inizio a correre verso di lui, nonostante i miei sforzi non lo raggiungo. È sempre più lontano, non vuole che mi avvicini.
<<Non avvicinarti senza il mio consenso >> dice una voce.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Where stories live. Discover now