Indaco

268 14 1
                                    

Stringo il braccio di Namjoon che cammina a lenti passi al mio fianco. Lo guardo con la coda dell'occhio, è da una buona mezz'ora che parla nonostante non sia un gran chiacchierone. Lo ascolto in silenzio annuendo di tanto in tanto, la sua voce calda  riempie i corridoi vuoti e in quell'istante nasce in me un nuovo sentimento: ammirazione.
<< L'indaco è il colore di un'anima stanca, è per coloro che sono stanchi di provare. L'indaco è l'arte di mostrarti che la vita esiste là fuori e ti aspetta, l'arte di cambiare, amare ancora e vivere ancora. Come una lettera che ti ispira>> le sue parole diventano poesia e il mio cuore sussulta ad ogni verso.
Mi parla di tutti i significati dei colori, di come l'arte è capace di trasformarli in un sentimento. I suoi occhi taglienti fendono l'aria alla ricerca dell'indaco, è il colore che più gli sta a cuore. Si ferma e il suo sguardo cade su di me.
<< Ho parlato troppo>> l'imbarazzo muta il suo viso.
Da brava ebete rimango in silenzio con un sorriso a trentadue denti, lui aspetta che io mi lamenti, io invece vorrei ascoltarlo per tutta la vita.
<<Sono quasi convinto di aver trovato l'indaco.... ma ho troppa paura di ammetterlo>>
Alzo una mano e gli accarezzo una guancia, i suoi occhi da dragone si trasformano in occhi di gatto. Dolci e che attendono solo un'altra carezza.
<<Dà tempo al tempo>> sussurro lasciando il suo braccio e prendendo il suo viso con entrambe le mani.
Sento le sue guance scaldarsi, sbatte le palpebre diverse volte. Sembra uno di quei sogni da cui non ti vuoi svegliare, che non vuoi interrompere perchè ti fa sentire a casa. Con il braccio sano mi circonda la vita e china il viso verso di me, rimaniamo a qualche centimetro di distanza. Nonostante tutte le volte che mi ha baciato ogni volta il mio cuore non riesce a stare calmo, il solito brivido mi percorre la schiena. Il suo sguardo scava dentro di me.
<< Posso?>> sussurra come se fosse il primo bacio.
Corrugo la fronte divertita.
<<Fai  di me quello che vuoi>> rispondo maliziosa.
Lui trattiene un sorriso e senza pensarci due volte posa le sue labbra sulle mie, le sfiora come se fossero petali. Allungo la mia mano nei suoi capelli che solletico gentilmente, lui sospira e pian piano i baci si fanno più intensi. Mi ritrovo con le spalle al muro, sento il ventre scaldarsi, ansimo, voglio sempre di più. Le sue labbra si spostano veloci nell'incavo della mia spalla, mi mordo il labbro trattenendo la voce. 
<<Forse dovremmo spostarci>> sussurra vicino al mio orecchio.
<<Si>> biascico senza fiato.
Mi prende per un polso e mi trascina velocemente in una stanza, chiude alle sue spalle la porta e si volta verso di me. Altro che occhi da gatto, ha lo sguardo famelico, di chi attende di sfamarsi di un boccone prelibato. Appoggio una mano sul suo petto per tirare giù la cerniera della felpa blu scuro, sono quasi certa che lui possa sentire il mio respiro irregolare. Cerco di darmi una calmata, azione totalmente inutile visto che rischio di svenire nel momento in cui le mie dita si posano sul suo petto nudo dannatamente caldo. La felpa scivola per terra e strabiliata da ciò che sto vedendo rimango per diversi secondi allibita. Senza darmi il tempo di dire o fare altro mi afferra il viso e lo bacia con forza spingendomi verso il letto che si trova al centro della stanza. Con delicatezza mi spinge su di esso e mi ritrovo sormontata dal suo corpo muscoloso. Sento la sua mano sfiorare un lembo scoperto della mia pelle, sussulto. Riprendiamo a baciarci, anche se fatica a muovere un braccio non sembra essere per niente in difficoltà, mugolo di piacere quando sento il suo bacino strusciare sul mio. Merda. Mi alza completamente la maglia e posa il suo viso in mezzo al mio seno, afferro i suoi capelli con dolcezza  mentre lui bacia ogni centimetro della mia pelle. Sussulta. Non di piacere. All'improvviso lui cede e mi ritrovo schiacciata dalla massa del suo corpo, per un attimo mi sembra di soffocare. Con il fiatone lui cerca di rialzarsi.
<<Perdonami>> il suo petto si alza e si abbassa, trema.
<<Stai bene Nam...>> soffoco spingendolo a sdraiarsi al mio fianco.
Lui scivola al mio fianco.
<<Posso stare io sopra....>> balbetto sdraiandomi su di lui.
<<No...Voglio....>>
Scruto il suo viso nel buio della stanza. Allarmata gli sfioro la fronte che brucia e non per quello che stiamo facendo.
<<Hai la febbre>> preoccupata recupero la sua felpa e lo aiuto ad indossarla.
<<Perdonami >> con gli occhi lucidi appoggia la sua testa sulla mia spalla .
<<Ci sono qui io>> lo stringo a me.

Jeon Jungkook alza un sopracciglio confuso, si sistema il piercing e ci osserva.
<<Avevo detto di stare a riposo>> ci incendia con gli occhi scuri << A tutti e due!>> la sua voce si alza di un tono.
Mi faccio più piccola nella poltrona imbarazzata dalla situazione.
<<È colpa mia>> Namjoon si sforza di parlare.
<<Non mi interessa di chi è la colpa!>>
<<Ho solo un po' di febbre >> ribatte ancora il boss mafioso.
<<Già e sembra che tu stia morendo>> Jungkook lo guarda minaccioso << Capisco che è il mio lavoro, ma voi due non smettete mai di farvi del male>> si lamenta.
Questa volta Namjoon rimane in silenzio.
<<Cercate di fare i bravi>> il dottore si volta verso di me <<Abbiate pazienza>>
Lascia la stanza, nel vedere ancora i suoi numerosi tatuaggi sono sempre più tentata di farmene uno anche io.
<<Come ti senti?>> gli chiedo.
<<Sto bene>> borbotta come i bambini.
Gli accarezzo la fronte che risulta essere già più fresca di prima.
<<Sono stato impaziente>> tossisce
<<Possiamo sempre..>>
<<No>> guarda fuori dalla finestra << Voglio guarire per....>> tralascia le ultime parole.
Arrossisco.
<<Aspetterò>>
<<Come sempre d'altra parte>> sospira.
<<Te l'ho detto che sarò paziente>>
<<Penso che ora riposerò un po' gli occhi>> li chiude e in pochi minuti scivola in un sonno profondo.
Decido di lasciarlo in pace a dormire e mi avvio verso la mia stanza ripensando a ciò che stava per succedere, le mie guance sono ancora calde da allora. Sembra quasi che l'universo stia facendo di tutto per impedirci di stare insieme, rido, ancora tu maledetto universo.

Il giorno seguente rientro a lavoro, Hayoon sostiene che io debba ritornare a lavoro anche perchè ora più che mai servirà aiutare in azienda. Infatti Namjoon non è ancora in grado di lavorare ed è Jimin a gestire tutto aiutato dalla madre del boss mafioso che controlla il suo operato. Cammino svelta per i corridoi, quasi sono felice di tornare ad organizzare gli eventi, a vedere nuove opere ed imparare sempre qualcosa di diverso. Raggiungo il mio ufficio, Darcy mi aspetta con una tazza di caffè bollente tra le mani, anche lei sembra essere raggiante.
<<Allora com'è andata la gita in montagna?>> mi chiede, sembra quasi aver superato la sua avversione verso Namjoon.
Mi passo una mano tra i capelli, questo non è certo il luogo adatto per poterne parlare.
<<Che dici se ne parliamo stasera a cena da me?>> la ringrazio per la tazza e assaporo quella bevanda amara che migliora sempre la mia vita.
<<Che è successo?>> il suo sguardo muta.
<<Ti faccio una cenetta coi fiocchi>> mi siedo alla scrivania.
<<Così mi tieni sulle spine>> si lamenta la mia amica.
Mi stuzzica per diversi minuti fino a quando non veniamo interrotti dall'arrivo di qualcuno.
<<Buongiorno Bambi>> Jimin si presenta alla mia postazione di alvroo.
<<Signor Park>> Katelyn Patterson si precipita subito ad accoglierlo.
<<Lei deve essere il direttore di questo settore>> il coreano le mostra un sorriso falso.
<<Certamente signore, in cosa le posso essere utile?>>
<<Sono venuto qui per la signorina Deneuve, ho una proposta per lei>>

~~~

Nota dell'autore:
Ho deciso di dedicare questo capitolo al nuovo album di Namjoon  "Indigo". Riuscite a trovare il collegamento? ( ‾́ ◡ ‾́ )

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Where stories live. Discover now