Due Folli

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Sento le gambe pesanti, da quante ore sono in questa stanza? Apro una delle finestre per far girare l'aria, il sole sta tramontando e presto si accenderanno le prime luci della città. Mi massaggio una spalla, ancora non riesco a crederci: il quadro non è un falso. L'ho percepito fin da subito, in fin dei conti anche una persona non troppo esperta lo capirebbe. Stavo per correre a dare la bella notizia a Namjoon, poi mi sono bloccata quando ho ripensato a mio papá. Indecisa sul da farsi ho iniziato a vagare nella stanza come un uccello in trappola, non voglio farmi scappare questo quadro dalle mani. Il telefono vibra nella tasca dei miei pantaloni, sullo schermo appare il nome di Namjoon, il mio pollice trema.
<<Pronto? >> decido di rispondergli.
<<Come sta andando? >>
Rimango in silenzio, che cosa dovrei rispondere.
<<Non troppo bene>> sento la gola seccarsi.
<<Come mai? >>
<<Sono un po' arrugginita probabilmente.... >> la mia voce subisce una leggera increspatura<< Forse è meglio rivolgersi a qualcuno di più esperto>>
<<Dimmi almeno cosa ne pensi>> persiste.
<<Potrei sbagliarmi.... >> sospiro <<Non è un falso>> mi mordo la lingua rimpiangendo di essermi offerta per fare questo lavoro.
<<Sembri essere poco convinta>>
<<Ci sono dei particolari che mi confondono.... >>
Aspetto una sua risposta, lui rimane muto e pure io.
<<Va bene, vedrò cosa fare>> aggiunge poi <<Moriat viene a prenderti, tra poco c'è la cena>>
<<Posso venire su da sola.... >> balbetto.
<<No>> mi mette giù e io a malincuore lancio l'ennesima occhiata al quadro di Fragonard.
Il bodyguard fa il suo ingresso poco dopo accompagnato da altri uomini che prendono in custodia l'oggetto prezioso.
<<Dove lo portano? >> l'altro non risponde e mi fa cenno di seguirlo.
Sapevo benissimo che sarebbe andata a finire così, che mi sarei interessata fin troppo all'incolumitá dell'opera, entro nell'ascensore chiedendomi ancora e ancora cosa dovrei fare.
A cena mangio poco e Namjoon sembra accorgersene.
<<Vuoi qualcos'altro? >>
<<No, sono a posto>> rispondo mentre punzecchio le mie carote con la forchetta.
<<Il dottore ha detto che puoi riprendere a lavorare quando vuoi>> prende il mio piatto e mette il cibo dentro un contenitore in vetro che poi ripone in frigo.
<<Torno dopodomani >> mi alzo dalla sedia << Vado a dormire>> senza aspettare che lui dica altro mi avvio verso la mia stanza.
In un attimo sono già a letto, in pigiama e con la luce spenta.
<<Stai già dormendo? >> lui compare poco dopo, lo vedo nel buio muoversi e sedersi accanto a me.
<<No>>
<<Lo so che sei preoccupata per il quadro>> sussura posando le sue labbra sulla mia fronte.
<<Allora dimmi che fine farà >>
<<Nymphe>> sospira senza allontanarsi.
Mi volto dall'altra parte infastidita dall'essere ignara di tutto quello che lui combina, so che abbiamo fatto una promessa, ma non pensavo che non mi avrebbe detto letteralmente niente.
Mi accarezza i capelli e si stende al mio fianco, mi prende per la vita abbracciandomi.
<<Si vede che sei cresciuta in una famiglia per bene>> sento il suo sorriso solleticarmi l'orecchio.
Una vampata di rabbia mi fa reagire, è rimasto tutti il giorno di pessimo umore e ora senza motivo si comporta come se fosse al settimo cielo?
<<Nam>>
Lui mi bacia il collo, tremo e lo maledico, insulto l'universo e mi trattengo dall'urlare per la frustrazione. Vorrei urlargli che non mi piace questo suo comportamento ambiguo, lui persiste con le sue labbra. Cado nella tentazione di girarmi e baciarlo, presa dalla rabbia, stringo il cuscino.
<<Nam>> ripeto.
Si ferma e aspetta che io dica dell'altro.
<<Voglio sapere del quadro>> mi volto leggermente.
Il suo respiro si fa pesante e poi si stacca dal mio corpo lasciando uno spazio freddo e vuoto al mio fianco.
<<Buona notte>> dice a bassa voce uscendo dalla stanza.
Sbuffo sdraiandomi a pancia in su, so solo farlo scappare e basta. Ormai non ho nemmeno più sonno e disperata prendo il telefono, la mia mano però sfiora un piccolo foglietto. Accendo la luce per vedere che cos'è : il numero di Taehyung. Un'idea sbagliata e pazza attraversa la mia mente, lui mi deve un favore. Inizio a digitare il numero e mi rendo conto di quello che sto combinando. Così farò impazzire Namjoon di sicuro, lui d'altro canto non si sta molto impegnando e sta facendo impazzire me. Mi faccio forza, salvo il numero nella rubrica con un nome falso e inizio a scrivergli. Neanche dopo qualche minuto Taehyung mi risponde fulmineo.

Mi stai chiedendo di fare qualcosa di pericoloso per entrambi.

Gli rispondo che in cambio sarei uscita da sola con lui e gli avrei dato una possibilità per darmi una spiegazione su quello che mi era successo.

Vedrò cosa posso fare.

Spengo il cellulare e mi guardo attorno, sto facendo tutto questo per un oggetto, ho sul serio contattato un mafioso per indagare su un oggetto. Rimango sorpresa delle mie stesse azioni, di sicuro i miei genitori non sarebbero fieri di tutto ciò. Devo farlo, devo sapere in che mani andrà a finire perché se capitasse ad una persona come Adrien Zanca allora dovrò intervenire.

Mi sveglio con gli occhi gonfi di chi ha dormito poco, mi dirigo in bagno per sciacquarmi il viso, infine vado a fare colazione. Perplessa guardo attorno a me notando che non vi è nessuno, successivamente un biglietto attira la mia attenzione. È un messaggio di Idaho nel quale mi avvisa che il suo capo è lui sono usciti per motivi di lavoro. Aggrotto la fronte mentre mi siedo al tavolo poco affamata, Namjoon si sarà arrabbiato con me? Scuoto la testa, non possiamo certo litigare per qualsiasi problema. Improvvisamente mi ricordo che domani mi vedrò con Taehyung, sento lo stomaco stringersi e la nausea salire, forse è meglio non mangiare.

Kim Taehyung rilegge i messaggi sospira di più volte, questa ragazza vuole fare una pazzia e lui la sta pure assecondando. Si passa una mano tra i riccioli e spegne il telefono, tutto questo non andrà a finire bene ma almeno avrà l'occasione di parlare con lei. Al pensiero di poterla vedere l'indomani il suo cuore fa un balzo inaspettato, sorride. D'altronde sono quasi simili, due folli imprigionati in corpi di persone calme, che non gli appartengono e che non gli apparterranno mai. Anime che cercano il precipizio dell'adrenalina, per poi nascondersi dietro una finta pace. Forse dovrebbe scrivere un poema, ride di sé stesso, l'ama e sa che non la potrà avere.

PHILOPHOBIA, the Fear Of Falling In Love (Kim Namjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora