preparativi e imprevisti

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arrivati in classe, presi il posto in fondo all'angolo proprio opposto alla porta, così da vedere chiunque passasse.
durante storia dovetti andare a prendere un caffè sia per me sia per sara, ma oltre ciò, la cosa più divertente prima del suono della campanella fu proprio sara che si scottava per bere quella brodaglia spacciata per un espresso.

seconda ora: matematica, pur facendo un liceo portato per le materie scientifiche io non mi ci trovo proprio, il massimo è chimica, l'unica mia salvezza a parte tutte le materie umanistiche; matematica proprio non la sopporto ne tanto meno la professoressa, noiosa e con uno sguardo falso... una di quelle professoresse a prima vista dolci ma di sostanza stronza. l'ora passò tra chiacchiere sommesse e richiami periodici, fino le 40, perchè poi mi salì una specie di nodo alla bocca dello stomaco che mi obbligò ad andare di corsa al bagno per vomitare; uscito dalla classe con alle mie spalle la porta che sbattè, mi diressi verso il bagno del piano terra: due rampe di scale con un sentore di intorpedimento a tutto il corpo, ciò mi portò inevitabilmente a pensare di andare nel bagno dei professori in fondo al corridoio.
arrivato, bussai per evitare di vomitare in faccia a qualche professore, non sentendo nessuno rispondere, aprii, quando alle mie spalle udii una voce divertita dirmi:
<nori cosa stai cercando di fare nel bagno dei professori?> era Calliope,
voltandomi verso lei, le mie gambe cedettero...
ero inondato da un senso di colpa, misto interesse e necessità, non mi ero mai sentito così prima d'ora: nel petto sentivo un vortice simile a ciò che molto probabilmente provava chi reduce ad un naufragio in un tipico racconto fantastico, nella testa provavo un ronzio... sembrava che potessi vederlo: verde misto marrone, tuttavia non era la personificazione del suono ma, erano gli occhi di Calliope che indagatori, vagavano su tutto il mio viso.
<nori che succede?> mi domandò aiutandomi a sedermi sul gradino per andare in bagno,
<nulla, sento la testa girare e altro ma nulla di che... penso che lo dirò alla professoressa e me ne andrò a casa> mi alzai cercando di non guardarla, stavo parlando più a me stesso che con lei,
<ok nori, hai un contatto per i tuoi genitori? vuoi che li faccia chiamare dalla segreteria?> mi guardò con uno sguardo serio,
<mh? no no, loro sono all'estero. ho la moto, torno con quella tanto ora che ho 18 anni non necessito di un tutore che mi venga a prendere> iniziai a camminare facendo attenzione a non barcollare a causa dei giramenti ma invano.

<no non se ne parla, se sali sulla moto è certo che finisci male. ti porto io, tra 10 minuti fatti trovare ad inizio via e non dire a nessuno che ti porto, sennò andiamo in cerca di problemi sia con la scuola sia... comunque, hai capito: 10 minuti, odio aspettare.> pensai che sicuramente si riferiva ad Helena, le feci cenno di assenso con la testa ed entrai in classe, dopo 10 minuti ero nel punto in cui Calliope mi aveva ordinato di essere; dopo pochi secondi sentii la sua voce
<muoviti nori, sali> la mia ansia stava schizzando alle stelle e ciò non contribuiva al fatto che avessi ancora quella sensazione simile ad un nodo.
notai che la strada non era quella per casa mia
<dove..> chiesi sapendo la risposta,
<casa mia, se riesci fai portare a casa la moto. la presenza è un po' strana dato che te ne sei andato prima di tutti, no?> detto ciò chiamai giulia che senza far domande me la portò a casa.
arrivammo ad un cancello color nero opaco, alle sue spalle si poteva intravedere una villetta a due piani color blu oltremare. era decorata con ampie vetrate di un color scuro che non permetteva la vista delle stanze
"tipico da Calliope" pensai; arrivati davanti la porta di casa guardai il profilo di Calliope, nello stesso momento si voltò pure lei e quando aprì la porta mi disse in un tono stranamente dolce:
<togli le scarpe ed accomodati sul divano, intanto ti faccio qualcosa di caldo ok?> la seguii fino al salone per poi fare ciò che mi aveva detto, la guardai arrivare con due tazze fumanti che posò sul tavolino di cemento e dopo ciò mi disse:<ti va di raccontarmi cos'è successo? so che sei intelligente e sfogarti ti può aiutare> mi appoggiò la mano sulla gamba <nori puoi stare qui fin quando non ti senti meglio ok? poi quando vuoi andare me lo dici che ti porto a casa>, i miei occhi erano sbarrati non sapevo cosa fare, non la conoscevo affatto e aprirmi avrebbe significato un consenso che giorni prima avevo negato.

rischiai <tu.>, mi guardò tra il divertito e l'interrogativo <io? cosa?> inclinò la testa e io continuai <con Helena le cose vanno bene ma, ad una certa sei spuntata tu che mi fai provare cose che non so definire nemmeno io> abbassai lo sguardo per dire:<con gli altri sono sicuro e faccio sempre la prima mossa ma con te non riesco... mi mandi in error>.
alzò le sopracciglia e mi diede la tazza
<vorrei così tanto parlare adesso di ciò ma non stai bene, riposati io preparo il pranzo.. va bene pasta alle vongole? ne avevo voglia stamattina..>, annuii e prima di addormentarmi bevvi il the che mi aveva preparato.
<nori è pronto, vuoi mangiare ora o preferisci più tardi?>
<arrivo...> mi diressi verso la sala adiacente al salotto e la vidi ai fornelli, di spalle, concentrata con tutta se stessa in quel piatto.
<allora.. ti è passato? stai meglio?> mi chiese girandosi e posando i piatti a tavola,
<si, ora sto bene grazie> iniziai a provare un po' di disagio data la sensazione degli occhi di Calliope che scrutava ogni mio movimento, poi il silenzio su interruppe
<quindi ti piaccio?> aveva uno sguardo strano, quasi da predatore che studia la sua preda ancora ignara di ciò che passerà.

la nuova professoressa d'italiano.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora