interessi comuni

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Si mise comoda sul divano e mi invitò a fare lo stesso, mi sentivo ancora un po' a disagio.
"che sta succedendo? tutto ciò non ha senso" pensai, eravamo l'uno davanti all'altra quando parlai:
<cosa vuole sapere?>,
<dimmi un po' le origini e tutto il percorso della classe, gestisci tu il discorso... voglio metterti alla prova> disse l'ultima frase con un tono un po' diverso dal solito...
<beh come origini posso partire dal secondo quadrimestre della prima, nel primo frequentavo un'altra scuola... ma comunque la classe quando arrivai non fu molto socievole ecco; durante tutto il secondo quadrimestre non parlai quasi con nessuno se non con Rita, per informazioni sulla scuola ma nulla di più. La classe in seconda ormai si era ben divisa in gruppi e le "gerarchie" si erano formate, all'apice infatti troviamo le stesse persone di quest'anno->
<Andrea, Fabio, Tommaso, Rocco; giusto?> mi interruppe
<esattamente>, continuai <in seconda però iniziai a parlare di più con compagni di classe, soprattutto nel secondo periodo... tuttavia episodi "goliardici" cominciavano a farsi sempre più frequenti. La classe tutt'ora segue una gerarchia secondo cui: senza l'approvazione di coloro che stanno in cima, la classe non può fare determinate cose, come per esempio discorsi seri, momenti di riflessione e altro perchè non riescono a restare seri per più di dieci secondi.>
mi fermai per pensare un secondo, avevo spostato il mio sguardo sulla libreria mentre parlavo, lentamente infatti stavo studiando la sala.
<come in ogni classe ci sono coloro che studiano e s'impegnano e altri, cioè la maggior parte, che è come un carico da trascinare... in certi momenti la classe è unita e certi momenti in cui è divisa, ma ho notato che già dal primo giorno l'aria è cambiata... è come se fossero tutti uniti e ciò non mi dispiace>.
Posai il mio sguardo sul suo, per tutto il tempo era rimasta a guardarmi con un mezzo sorriso, quando notò che avevo finito, parlò:
<bene, mi hai stupito come sempre.. non smettere. Posso farti una domanda?>
"ansia" <si certamente>,
<a che ora dovresti tornare?>
<mmh allora... ora sono le 2... e la prima corriera la ho alle 3.. oppure alle 5... e l'ultima alle 6½, perchè?>, si alzò dal divano.
<dobbiamo parlare>
"oh cazzo che ho fatto o detto"
<è dall'inizio della scuola ormai che l'ho notato... è volevo chiedertelo per esserne certa> si avvicinò sempre più a me fino a portarsi a dieci centimetri di distanza, potevo sentire il suo dolce profumo... quando:
<ti interesso?>
<si> lo dissi senza pensarci nemmeno un secondo, mi ero come perso nei suoi occhi.. il suo sguardo non mi giudicava, notai invece uno strano bagliore come se la pupilla fosse un buco nero e famelico, pretendeva luce;

lì cominciò la nostra storia: mi posai su quelle labbra che mi chiamavano da tempo ormai.
Non sentendo nulla dalla sua parte, mi staccai pensando di aver mandato in fumo tutto ed essermi illuso; non feci nemmeno in tempo per staccarmi del tutto quando lei si fiondò sulle mie labbra per poi mettersi sulle mie gambe, iniziammo ad approfondire il bacio quando sentii le sue mani prendere le mie e portarle sul suo corpo, si staccò di poco per sussurrare:
<esplorami>, non me lo feci ripetere che le mie mani passarono dalla schiena al suo sedere... in contemporanea il bacio si trasformò in una danza desiderosa e piena di passione.
Accarezzai le sue forme, passando dal sedere ai fianchi fino ad arrivare alle cosce, quando le strinsi sentii il suo respiro divenire più pesante e profondo; vedendo che non poneva resistenza le tolsi la maglia e restai estasiato dalla vista che mi si parava davanti: un reggiseno nero di pizzo reggeva il suo seno non nascondendolo del tutto. Cominciai a baciarle il collo e con le mani le sbottonai i jeans, arrivato al pizzo del reggiseno cercai il suo sguardo, aveva gli occhi chiusi e ansimava leggermente e quando sentì che mi ero fermato, capì e annuì... le tolsi il reggiseno, ne presi una e cominciai a baciare il capezzolo ormai evidentemente eccitato, appena sentì il contatto tra esso e la mia lingua, Helena cominciò a muovere i fianchi mandandomi fuori di testa, intanto con le sue mani mi teneva la testa e ogni qual volta mordevo i suoi capezzoli, mi stringeva i capelli causandomi scariche di eccitazione.
Dopo aver lasciato qualche segno sul suo petto, ed essere passato al collo mi chiamò per nome, mandandomi in paradiso... voleva di più.
<Sam...> lo disse trattenendosi dall'ansimare,
ci guardammo negli occhi quando mi disse:
<seguimi>
si alzò prendendomi per mano, e mi guidò su per le scale fino ad una porta; prima che potesse aprirla, Helena si girò cercando il mio consenso e senza pensarci due volte la presi in braccio, aprii la porta e mi diressi verso il letto enorme infondo la stanza, anch'essa molto grande.
La posai sul letto facendola stendere e le tolsi finalmente i jeans, aveva una mutandina dello stesso tessuto del reggiseno, mi misi sopra di lei e iniziai a baciarla per portare lentamente la mia mano sopra le sue mutande, quando sentii che erano bagnate le sorrisi sulle labbra, mi staccai e iniziai a scendere lentamente fino ad arrivare tra le sue gambe; cominciai a baciarle l'interno coscia fino ad arrivare davanti all'intimità... cercai il suo sguardo mentre le levavo le mutande e dopo averle buttate a terra, baciai il suo clitoride, al contatto tra esso e le mie labbra Helena cominciò a muovere i fianchi e quando iniziai ad eseguire con la lingua cerchi sul clitoride la sentii gemere... le mie mani stringevano le cosce di Helena graffiandole dolcemente e dopo poco, notai che i suoi respiri stavano via via diventando sempre più accellerati, così presi due dita e lentamente gliele misi dentro, cominciandole a muovere avanti ed indietro capii che era prossima all'orgasmo, la sentii contrarre le cosce e spingere la mia testa verso l'intimità, ma quando si rese conto che non mi stavo fermando mi guardò e non riuscendo a trattenere un tono indifferente parlò:
<s-sam smettila... non rie-sco a fermarmi..> disse ciò sforzandosi di finire la frase più in fretta possibile, ma quando iniziai ad accelerare con i movimenti, la sentii tremare per poi venirmi in faccia. Le baciai l'intimità e lentamente tornai sopra, lasciando una scia di baci fino ad arrivare alle sue labbra.

<sei stato eccezionale> disse in tono dolce guardandomi negli occhi, le presi il viso tra le mani per accarezzarlo e le posai un bacio lento e intenso che ricambiò. La sentii sorridere nelle mie labbra per poi trovarmi sotto di lei in un secondo, si era messa sopra il mio bacino e con un finto tono ferito mi disse:
<non è giusto, sei ancora tutto vestito e guarda.. hai la maglia tutta bagnata> mi alzai fino ad arrivarle a pochi centimetri di distanza per sussurrarle: <spogliami>
non se lo fece ripetere, mi tolse la maglia e il reggiseno, e quando posò quest'ultimo a terra, portò lo sguardo sul mio addome, dove erano visibili gli addominali, ci fece passare una mano per poi fermarsi sul petto, mi guardò negli occhi per cercare il mio consenso...

la nuova professoressa d'italiano.Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt