il primo sguardo.

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quando arrivai a casa di Sara ormai erano le 8:30, la chiamai e lei subito si precipitò fuori dalla porta. Ci incamminammo verso il solito bar per fare colazione e discutere di ciò che era successo.
<allora? com'è stato "progettare" la gita?> rise Sara dicendo queste parole,
<beh.. è stato intenso devo dire>
ci guardammo e scoppiammo a ridere;
<no dai, seriamente com'è andata? come vi trovate tra voi?> chiese sondando il terreno,
<devo ammettere che è veramente gentile...> dissi queste parole ricordando ciò che era successo la sera prima, e un sorriso mi scappò facendo crollare il tono sicuro che mi impegnai a dare;

<apparte gli scherzi, è una donna intelligente, ti sa prendere anche parlando delle cose più banali; con lei sono stato veramente bene e spero che per lei non sia stato solo un errore>
dissi ciò guardando il vuoto, e Sara lo notò,
<beh.. sai quanto è rischiosa e difficile una simile "relazione", prova a parlarne con lei e chiedile cos'è stato ieri>

continuammo la mattinata in modo molto tranquillo, una passeggiata al parco e poi tornai a casa dove mia madre era pronta a farmi la ramanzina.
<perchè non hai risposto alle chiamate?> disse infuriata
<ero impegnato col progetto e poi il telefono si era pure scaricato> dissi cercando di cavarmela e raggiungere al più presto la porta principale,
<da chi hai dormito?> chiese lei sospetta
<da Sara, e ora per favore lasciami finire il progetto. graazie> e le chiusi la porta in faccia.

finalmente ero nel mio tempio.
la mia camera rispecchia abbastanza il mio essere, è a forma ottagonale ed è abbastanza ampia, nel lato opposto alla porta si trova un'ampia finestra, a destra è posto un letto matrimoniale color nero; accanto al letto è situata una scrivania in marmo nero con striature oro e una sedia in pelle nera. al lato opposto al letto, un armadio a 6 ante, e quattro delle quali sono a specchio; l'armadio è grigio scuro e molto alto, alla sua sinistra c'è un'altra porta che conduce al bagno.

la stanza al suo centro ha un grande tappeto nero, mentre le pareti sono color grigio.
sembrerà cupa per molti ma con i LED fa la sua sporca figura; la mia camera è il mio regno e ci passo la maggior parte delle mie giornate, fortunatamente i miei genitori lavorano tutto il giorno e li vedo solo la sera tranne il martedì, dato che mia madre ha il giorno libero e giuro che è il giorno che odio di più, tuttavia essendo la mia casa costruita in due stabili mi risulta semplice evitarla. Con i miei non ho molto un bel rapporto, da quando ho fatto coming out non si relazionano con me come facevano prima.

comunque, la giornata passò abbastanza lentamente, da quando tornai a casa fino a quando andai a letto, guardai la mia serie tv preferita per la millesima volta, The 100, per poi addormentarmi col computer acceso.

*la mattina seguente*
mi svegliai prima del suono della sveglia, per fortuna ebbi il tempo di farmi una doccia e prepararmi con calma, cosa che accade di rado.
mi misi una camicia a maniche corte di lino color viola scuro e un paio di jeans neri, ai piedi come al solito le mie vans, così da sdrammatizzare la "serietà" del mio outfit.
dopo essere uscito da casa mi diressi verso la fermata dell'autobus, tirai fuori le airpods e misi in riproduzione la mia playlist composta principalmente da Billie, Melanie e altri artisti di quel tipo.

dopo mezz'ora arrivai nella città della mia scuola, scesi in stazione e mi diressi verso casa di Sara, nel mentre mi accesi una sigaretta.
dopo circa cinque minuti arrivai davanti la sua casa, le telefonai e come successo il giorno prima, si fiondò fuori dal cancello.
<muoviti che siamo in ritardo se dobbiamo passare a prendere il cappuccino> le dissi
<certo capo> rispose lei scherzosa
dopo aver preso il nostro solito cappuccino pre scuola, ci incamminammo verso quest'ultima attraversando il viale alberato; amo dov'è posta la nostra scuola, quella strada mette sempre molta calma con il suono delle chiome che al vento si muovono e l'udire il canto degli uccelli...

arrivati all'inizio della strada, sentii Sara che mi fermò con un gesto improvviso mentre stavamo attraversando la strada, io che nel mentre mi stavo tirando fuori la mia seconda sigaretta, la guardai torvo
<mhh.. dimmi?> le dissi con la sigaretta tra le labbra in cerca del clipper
<ma è una nuova prof quella che sta scendendo dall'audi rossa?> mi disse facendomi sgranare gli occhi
<cazzo magari> le dissi accendendo la sigaretta, e in quel momento, la donna mi guardò proprio quando il primo sbuffo di fumo uscì dalla mia bocca.

ci fissammo per circa 10 secondi, il tempo di arrivare quasi davanti scuola che per colpa della folla, la persi di vista...
non notai nemmeno che il mio telefono stava vibrano come non mai finché Sara:
<ti muovi a rispondere? mi da ai nervi>
<cos- ah si..> dissi distratto,
sbloccai il telefono e vidi un messaggio:
da Helena: -ti piace così tanto da non salutarmi la nuova professoressa?-
da Helena: -wow nemmeno mi hai notato, immagino quanto sia stato importante per te due giorni fa..-
da Helena: -ci vediamo in classe Nori-

sbiancai, mostrai i messaggi a Sara e con sguardo da "oh cazzo hahah" mi disse:
<vabbè ma magari stava scherzando.. haha
non ci credo! la nostra prof che è gelosa>
<stai zitta.. non credo sia ironica.. cazzo ora sto in ansia. devo fumare> le dissi frettolosamente
<mancano cinque minuti al suono della campanella e alla prima ora abbiamo quella nuova, non ti conviene fare ritardo> mi disse ciò in tono quasi di rimprovero, ma ovviamente non la ascoltai e mi accesi la terza sigaretta nel giro di un'ora. Erano le 7:58 quando finii la sigaretta e di corsa entrai a scuola, mi fiondai in aula e fortunatamente dopo pochi secondi suonò la campanella

"non sono in ritardo, bene" pensai sedendo al mio posto, e notai che la prof non era neanche arrivata, sospirai, mi diedi una sistemata al mio ciuffo che mentre correvo si era tutto scompigliato e quando mi girai la vidi:
alta circa 167, sui 40 anni, castana con riflessi biondi, con un'abbronzatura che reduce dall'estate che si era appena conclusa, rendeva la sua pelle di un colore caldo, e aveva uno stile abbastanza simile al mio:
portava un pantalone morbido color nero e una camicia rossa, ai piedi un paio di sandali elaborati ma non troppo e una borsa tipica da prof.

<buongiorno> disse in tono deciso e dirigendosi alla cattedra, fece cenno di sedere a tutti e nessuno fiatò. capimmo che con lei non si scherzava.
<bene allora, sono la nuova professoressa di filosofia, la vostra precedente prof ha avuto un problema con la gestione delle classi e vi insegnerà solo storia> disse queste parole posandosi elegantemente sulla sedia in una postura impeccabile, i suoi capelli mossi le ricadevano sulle spalle e facevano da cornice al suo viso:
occhi che esprimevano uno sguardo di superiorità e di color marrone scuro con un contorno verde chiaro, labbra carnose color rosso tenue e dei lineamenti decisi ma delicati, pronunciati ma non troppo... la sua pelle brillava, quando veniva sfiorata dai raggi mattutini che entravano dalla finestra.

io e Sara ci guadammo,
"cosa cazzo faccio con Helena quando mi si presenta lei così" pensai e sperando che Sara sapesse leggere nel pensiero.

la nuova professoressa d'italiano.Where stories live. Discover now